F1. Ben Sulayem: “Motori 2026 troppo complessi. Dal 2030 torniamo ai V8, più semplici ed economici, i team cambieranno idea"

F1. Ben Sulayem: “Motori 2026 troppo complessi. Dal 2030 torniamo ai V8, più semplici ed economici, i team cambieranno idea"
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Il presidente della FIA rilancia l’idea di motori V8 semplici, leggeri ed economici entro il 2030. Una sfida diretta ai team e ai motoristi: “Devono accettarlo, è buon senso”
14 luglio 2025

La prima metà della stagione è andata in archivio e la Formula 1 si sta godendo una breve pausa prima di tornare in pista la prossima settimana a Spa-Francorchamps. Quando il Circus si ritroverà nel paddock belga, saranno molti i temi di discussione. All’addio improvviso di Christian Horner al vertice della Red Bull si aggiungono ora le dichiarazioni di Mohammed Ben Sulayem, presidente FIA, che è tornato alla carica sul tema dei motori V8.

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Mancano ancora diversi mesi alla fine del Mondiale 2025, ma nelle sedi dei team si lavora a pieno regime in vista della prossima era tecnica della Formula 1, che segnerà un cambiamento drastico rispetto al passato. Le vetture verranno rivoluzionate sia dal punto di vista estetico e aerodinamico, sia tecnico, con una nuova power unit che sarà alimentata al 50% da elettrico e al 50% da carburante sostenibile. Il regolamento del 2026 non è ancora entrato in vigore — tra l’ampio scetticismo degli addetti ai lavori — e non è un caso che la prima sessione di test pre-stagionali a Barcellona si svolgerà a porte chiuse, lontano da occhi indiscreti. Eppure, già si parla di cosa potrà accadere dopo.

La questione è stata sollevata già a inizio anno da Ben Sulayem, che si ricandiderà alle prossime elezioni FIA — per ora in corsa contro Tim Mayer — e che aveva proposto il ritorno ai motori V10. L’idea alla base è quella di inaugurare un’era più economica e sostenibile sia per i team che per le monoposto, che potrebbero ridurre drasticamente il loro peso grazie a un motore semplificato. Questo andrebbe anche a risolvere problemi come il poco spettacolo visto a Monaco. Tuttavia, con i progetti 2026 già deliberati e in avanzato stato di sviluppo, i motoristi — Ferrari, Red Bull-Ford, Mercedes, Honda e Audi — riunitisi in Bahrain per discutere la proposta, hanno fatto sapere di non avere intenzione, almeno nel medio-lungo termine, di modificare le future power unit. Grandi fondi sono già stati investiti nello sviluppo del nuovo propulsore del 2026, che ha convinto Audi a entrare in Formula 1 e Honda a restare, seppur al fianco di Aston Martin e non più di Red Bull.

Nonostante ciò, Ben Sulayem è tornato alla carica, sostenendo che i team presto cambieranno idea e saranno disposti a discutere un ritorno ai V8 già nel 2029 o nel 2030, favorendo anche l’introduzione di numerosi componenti standardizzati per ridurre i costi e abbassare il tetto di spesa. Un approccio che potrebbe incentivare l’ingresso di nuovi costruttori nel Circus, rendendo la categoria più appetibile. Ma potrebbe esserci anche un secondo livello di lettura: per molti addetti ai lavori, il regolamento 2026 rappresenta una sfida tanto ambiziosa quanto incerta, con numerosi interrogativi ancora aperti. È forse questo un modo della FIA per tutelarsi in caso di un flop tecnico?

Parlando con The Race, Ben Sulayem — in piena campagna elettorale — ha esposto la sua visione della Formula 1 del futuro: “Ora lo hanno capito, sia i team che i costruttori: non possiamo andare avanti con questo motore. L'MGU-H è una componente davvero complicata. Ha fatto il suo tempo, ma ha mai davvero raggiunto le aspettative? Tra tre anni, spero sia un motore vecchio, visto che saranno passati 15 anni dalla sua introduzione”, ha dichiarato il presidente della FIA, che a dicembre sfiderà Tim Mayer, figlio dell’ex team principal McLaren, Teddy Mayer. Carlos Sainz Sr., invece, ha ritirato la sua candidatura.

Va bene, abbiamo rimosso l'MGU-H per il 2026, abbiamo inserito un sistema ibrido, modificato il rapporto di compressione, il carburante e la pressione del turbo, ma serve un motore più leggero. Funzionerà solo con il supporto di FOM e dei team. Quindi glielo proporremo e vedremo se lo accetteranno. Devono accettarlo: è buon senso”, ha aggiunto. La proposta di Sulayem prevede anche un unico fornitore per il cambio, uno per il sistema ibrido e uno per il carburante. Quest’ultimo rappresenta un nodo delicato, poiché molte squadre hanno contratti di sponsorizzazione con compagnie petrolifere: Mercedes con Petronas, Ferrari con Shell, Aston Martin con Aramco.

Per quanto riguarda i motori, invece, il ritorno ai V8 — utilizzati l’ultima volta nel 2013 — potrebbe essere accolto con maggiore favore. Tuttavia, l’adozione di componenti standard per elementi come i turbocompressori è un’idea che difficilmente troverà il sostegno dei motoristi, sebbene porterebbe a una netta riduzione dei costi. Ed è proprio su questo punto che Ben Sulayem punta. Inizialmente il presidente aveva proposto il ritorno ai V10, ma quasi nessun team attuale dispone più delle infrastrutture per svilupparli, motivo per cui si è virato sui V8, con cui Ferrari e Mercedes, ad esempio, hanno già più esperienza.

Qual è la nostra missione? Ridurre i costi. Oggi un motore costa tra 1,8 e 2,1 milioni di dollari. Immaginate power unit che costino un quarto e siano anche un quarto meno complesse”, ha dichiarato. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, dovrà attendere. Cambiare regolamento prima del 2030 richiederebbe il sostegno della maggioranza dei costruttori — un'impresa ardua, considerando gli investimenti già effettuati da Audi, e il debutto di General Motors come motorista solo nel 2029. Cadillac, infatti, utilizzerà PU e componenti Ferrari fino al 2028, per poi passare a un motore proprio solo un anno prima dell'ipotetico cambio regolamentare.

Ne stiamo discutendo con i produttori di power unit – ha concluso Ben Sulayem – alla fine noi proponiamo delle idee, e loro ne portano altre. Ma se non vorranno fare cambiamenti utili anche per loro stessi, non posso fare molto. La FIA può aspettare la fine dell’attuale ciclo regolamentare per imporre la propria visione. Se non otterrò supporto, almeno ci avrò provato. La FIA non perderà mai. I motori attuali sono più costosi per loro, ma prima o poi, tra qualche anno, torneremo comunque in controllo. Non è una questione di sfida: è una questione di fare la cosa giusta”.

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