Marcegaglia su Fiat: «Rispettiamo ma non condividiamo.»

Marcegaglia su Fiat: «Rispettiamo ma non condividiamo.»
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L'Amministratore Delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha ieri ufficializzato ad Emma Marcegaglia la volontà di uscire dalla confederazione. Non è tardata la risposta della Presidentessa di Confindustria, che si è dichiarata comprensiva ma non accordante
4 ottobre 2011

In seguito all'uscita da Confindustria, ufficializzata nella giornata di ieri dall'AD di Fiat Sergio Marchionne e con effetto dal 1 gennaio 2012, da parte del Gruppo torinese, Emma Marcegaglia, Presidentessa di Confindustria ha dichiarato: «Pur rispettando la decisione, perché Confindustria è una libera associazione di imprese, non condividiamo le motivazione in base alle quali Marchionne ha deciso di uscire da Confindustria.»

Marchionne ha infatti comunicato alla Marcegaglia tramite due lettere, la volontà di Fiat Sopa e Fiat Industrial di ritirarsi dalla confederazione, precisando che «Fiat, fin dal primo momento ha dichiarato a Governo, Confindustria e organizzazioni sindacali il pieno apprezzamento per i due provvedimenti che avrebbero risolto molti punti nodali nei rapporti sindacali garantendo le certezze necessarie per lo sviluppo economico del nostro Paese. Questo nuovo quadro di riferimento, in un momento di particolare difficoltà dell’economia mondiale, avrebbe permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei concorrenti. Ma con la firma dell’accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l’applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull’efficacia dell’Articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l’impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale».

Non sono mancate, oltre a quella della Marcegaglia, le reazioni da parte delle associazioni sindacali a questa scelta, che si sono dichiarate timorose in merito, in particolar modo Maurizio Landini, Segretario Generale Fiom-Cgil, ha commentato: «La decisione della Fiat di uscire dal 2012 dalla Confindustria è un segnale di disimpegno dal Paese.» Evidenziando inoltre che la scelta di campo effettuata da Marchionne potrebbe preludere a un ulteriore allungamento dei tempi di investimento con l'aumento della cassa integrazione e migliaia di posti di lavoro a rischio. «Nessuno sa quando e se si faranno gli investimenti. Dovrebbero riflettere tutti coloro che in quest'anno hanno rincorso la Fiat, che non vuole regole e nega la rappresentanza.»

Marchionne ha però tenuto a precisare nel suo comunicato alla Presidentessa di Confindustria che: «I rapporti con i nostri dipendenti e con le Organizzazioni sindacali saranno gestiti senza toccare alcun diritto dei lavoratori, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come previsto dalle intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. È una decisione importante, che abbiamo valutato con grande serietà e attenzione, alla quale non possiamo sottrarci, perchè non intendiamo rinunciare a essere protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese».

Fonte: Ansa

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