Monza Rally Show. Il Venerdì di Andrea Crugnola (VW)

Monza Rally Show. Il Venerdì di Andrea Crugnola (VW)
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Doppietta del Pilota Volkswagen protagonista di due Speciali impeccabili. La 'caldaia' Monza Rally Show va in pressione lentamente. La strana atmosfera Grand Prix 'Paddock & Curva'
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
7 dicembre 2019

Monza, 6 Novembre 2019. Se ci si sofferma sul risultato si direbbe boom italiano. Andrea Crugnola spiazza tutti, come nel crescendo del Campionato Italiano Rally del quale era diventato l’'ultimo aspirante' al Titolo, mette in fila avversari imbarazzati e certamente feriti nell’orgoglio.

Soprattutto quando si parla di frequentatori del Mondiale del calibro degli Ufficiali Hyundai, piazza la puntata massima al tavolo del Monza Rally Show e intasca il piatto.

È solo venerdì. Tuttavia. Poco di fatto nel languido Venerdì prima giornata del Rally. Molto lavoro, scenografia eccellente, il contesto dell’Autodromo tra storico e 'datato', sempre evocativo e affascinante, ma in fondo il Rally deve ancora iniziare. È più una specie di rituale di inaugurazione dell’evento che il piombare in mezzo alla battaglia. E questa è già una grande differenza rispetto al passato.

Niente Valentino. Quindi niente delirio. Istruttoria progressiva. Calma. Come è giusto che sia, così com’è quando il giocatore scende in campo e deve scaldarsi prima di puntare alla porta avversaria.

Luca Rossetti, Citroen C3
Luca Rossetti, Citroen C3

 

Il tenore iniziale della corsa è blando. Tuttavia interessante. Molto. Crugnola e Bergonzi, che esaltano le prestazioni di un’imprendibile Polo R5, hanno fatto un versamento importante sul proprio conto corrente e c’è da augurarsi che la loro doppietta inaugurale sia investimento e presupposto per lo sviluppo di un tema decisamente avvincente.

Bandito il timore reverenziale nei confronti di Sordo-De Barrio, Breen-Wydaeghe e Mikkelsen-Jaeger (gli Uomini di Adamo sono, rispettivamente, terzo, quarto e settimo al termine della prima - corta - giornata di gara) Crugnola si autoproclama guida spirituale della sfida italiana, cui si aggiungono immediatamente le spade di Nucita-Nicastri (Hyundai), Binanomi-Pirollo (Skoda) e Rossetti-Gonella (Citroen).

L’aggressività degli italiani è un buon segno, anche del livello generale del nostro Paese, ma c’è da notare che per tutti quelli che vengono dal WRC, per quanto forti e veloci, resta da prendere le misure con le R5, oggettivo 'downgrade' di categoria.

La 'Autodromo', otto chilometri, e la 'Roccolo', oltre venti, sommano meno del venti per cento dello sviluppo totale del Rally, ma sembrano essere uno spunto eloquente (e sufficientemente completo) della natura globale del Rally.

Si corre sull’asfalto del Circuito, si è infastiditi dai birilli e dalle chicane, si corre nella lattiginosa atmosfera della regione e anche contro il buio. Si perde molto tempo al paddock, dentro i box riscaldati e sotto le tende hospitality esterne, si fanno relazione e pubbliche relazioni.

 

Poi si torna al volante, uno strappo e via. Non è più il 'Piccolo RallyRACC', come veniva chiamato il Rally che si correva anche sulle strade sterrate del Parco di Monza, ma è un appuntamento che si presenta sempre più concreto e utile, nel decorso stagionale e in vista della nuova stagione, che arriva subito dopo le feste natalizie e della fine dell’anno.

Chiaro che la giornata clou del Monza Rally Show è il sabato. 108 chilometri e 4 Speciali, con la doppia effettuazione della 'Grand Prix', Prova 'monstre' di 45 chilometri su sette giri del Circuito. Il nome è azzeccato, e non ci sarebbe da meravigliarsi se l’esito della Corsa dovesse dipendere dalla più originale e lunga Prova Speciale, tra l’altro assolutamente pertinente con l’ambientazione del Monza.

E il bello è che metà del Rally lo si può seguire comodamente dalle tribune e dai parterre dell’Autodromo Nazionale.

Foto: Marco Passaniti

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