Motorsport e COVID-19. HRX: «Le aziende racing reagiscono prima e meglio»

Motorsport e COVID-19. HRX: «Le aziende racing reagiscono prima e meglio»
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Paolo Ciccarone
Nata dalla passione di Ago Alberghino nel 1996, HRX, azienda specializzata in abbigliamento sportivo, tecnologie e accessori per il motorsport, ha saputo sfruttare la sua esperienza nel mondo racing per rispondere prontamente alla crisi economica dovuta al COVID-19
8 luglio 2020

HRX è un’azienda italiana specializzata nella produzione di abbigliamento sportivo, accessori e tecnologie per il motorsport e contemporaneamente organizzatrice di attività di Test drive e eventi per i più importanti brand nazionali. Nata nel 1996 dalla passione di Ago Alberghino, un esperto del mercato Motorsport, grazie ai suoi oltre venti anni di esperienza come manager. Dal 1997 nel mondo dei motori e dal 2013 come imprenditore, combina l’attività di produzione specializzata in indumenti ignifughi FIA, con la progettazione, studio e realizzazione di importanti eventi legati al mondo automotive.

Si è ripartito in Austria con la F.1 ma il motorsport non è solo GP, cosa vi aspettate dalla ripresa?

Ago Alberghino: «Chiaramente prima di essere una persona coinvolta con HRX nella Motorsport Industry, sono una persona che è profondamente appassionata del Motorsport, per cui la ripartenza e il rivedere le vetture in pista è qualcosa che fa bene al morale. Fortunatamente non solo la F1, ma tutto il Motorsport sta ripartendo. Risentire il rombo dei motori e chiaramente come rivivere ed ossigeno per noi appassionati. Dal punto di vista professionale la ripartenza è molto importante».

Pensate di rivedere gli impegni attuali oppure confermate tutto anche per il futuro?

«Queste valutazioni chiaramente potranno cambiare in base a come si evolverà il problema COVID-19 nel prossimo autunno. È chiaro che ripartendo e rimanendo la situazione simile ad adesso qui in Europa, allora si potrà essere ottimisti. È molto importante che in autunno, come molti stanno purtroppo prevedendo, non vi sia una ricaduta del Virus, poichè a quel punto è chiaro che ogni previsione non varrà più e si tornerà a vivere alla giornata. In senso generale è molto importante che la situazione negli Usa e nel Continente Sud Americano, vada a migliorare come in Europa. Noi siamo positivi, nel senso morale del termine, e pronti a combattere di nuovo per la nostra sopravvivenza. Una ricaduta in autunno per il Motorsport in generale sarà molto pericolosa, perché in ogni caso quest’anno i piloti, team, sponsors avevano preso impegni. Nel caso contrario tutto il mondo starà alla finestra e in attesa di capire la varie evoluzioni, e soprattutto una seconda ondata sarà molto dura per l’economia in generale. E noi dovremo sicuramente reinventarci per una seconda volta».

Nei mesi di lockdown come avete reagito e impostato il lavoro?

«Noi abbiamo chiuso praticamente all’ultimo, il 18 marzo, poiché i mercati esteri (UK, Usa, Germania) erano ancora attivi nel Motorsport ed era necessario dare il servizio, poiché vi erano Media Day di molti Campionati i quei giorni e tutti avevano necessità delle loro tute e/o abbigliamento customizzato. Chiaramente giorno per giorno abbiamo attivato tutte le misure di sicurezza per i nostri lavoratori, indicazioni che venivano indicate dai Decreti e dai nostri consulenti.Dopo circa una settimana di lockdown, con i miei più stretti collaboratori abbiamo deciso di provare a sviluppare delle mascherine (in quei giorni vi era un’enorme richiesta per mancanza sul mercato) per cercare di fare qualcosa di utile per la comunità».

Per una azienda leader nel motorsport è difficile trasformare la produzione in altro ambito oppure la velocità di reazione dello sport aiuta in questi momenti?

«Personalmente ritengo che per le aziende coinvolte in diverse maniere nel motorsport la riconversione è molto più facile per vari motivi: attitudine mentale (il Motorsport esige tempi di reazione veloci e calcolate) abitudine ad analizzare possibili alternative rispetto al mercato ed alle esigenze dei clienti. In generale i tempi nel Motorsport sono sempre stretti e le necessità immediate. Non per niente la Honda forgia i propri manager del futuro sempre nell’attività del Motorsport, che loro ritengono formativa ai massimi livelli».

Come vedete l’evolversi del motorsport nazionale e internazionale? Secondo voi quali categorie potrebbero essere più in difficoltà?

«Sicuramente il Motorsport Internazionale è quello che è più colpito. È il settore dove le difficoltà economica possono o potranno essere più evidenti, ma soprattutto più colpito dal problema della libera circolazione delle persone. Ogni manifestazione necessità di una attività logistica molto più complicata e costosa. Ci vuole quindi la collaborazione di tutti gli enti per permette la soluzione che non blocchi il Motorsport».

Oltre al motorsport la vostra azienda ha diversificato in altri settori la produzione? 

«La nostra azienda ha fatto sempre della sicurezza uno dei punti fondamentali per proprio sviluppo tecnologico e commerciale. Infatti oltre a garantire la sicurezza dei piloti che si sfidano sui circuiti di tutto il mondo, HRX è una delle poche aziende riconosciute in Italia per le attività formative degli autisti professionisti (veicoli commerciali leggeri, pesanti, bus, etc). Inoltre, come già detto precedentemente, con l’emergenza COVID-19 siamo stati riconosciuti dall’Istituto Superiore della Sanità come produttori per le mascherine chirurgiche medicali destinate agli ospedali (siamo stati veramente in pochi ed HRX è stata l’unica al mondo nel settore del Motorsport), oltre alla creazione di altri accessori quali le maschere protezione viso, una linea di prodotti come  barriere da utilizzare negli uffici, etc. Direi che noi abbiamo messo in pratica e siamo un esempio di quanto detto prima relativamente alla possibilità di riconvertire le attività e produzioni velocemente».

Personalmente ritengo che per le aziende coinvolte in diverse maniere nel motorsport la riconversione è molto più facile per vari motivi: attitudine mentale e abitudine ad analizzare possibili alternative rispetto al mercato ed alle esigenze dei clienti. In generale i tempi nel Motorsport sono sempre stretti e le necessità immediate

Le istituzioni sono state di supporto nel vostro settore anche se il motorsport viene visto di solito come attività non basilare?

«Devo essere sincero nel dire che l’Istituto Superiore della Sanità ci ha supportato molto, proprio perché hanno visto un interlocutore serio e preparato. In quei giorni ricevevano ogni tipo di domanda di certificazione, ma pochi da aziende serie e supportate da un’organizzazione abituata allo studio, e sviluppo tecnologico dei propri prodotti. Per cui penso che abbiano potuto capire quanto è seria e dedicata un’azienda che sviluppa abbigliamento per il Motorsport. Inoltre sin dall’inizio inoltre abbiamo avuto un rapporto molto stretto con la FIA, e soprattutto con il Gruppo Medico, che continuamente ci chiedeva lo stato dell’arte relativamente agli sviluppi degli accessori contro il COVID-19. Nel momento in cui abbiamo comunicato che il nostro Istituto Superiore della Sanità ci aveva certificato per la produzione delle mascherine ad uso medico, mi ha fatto estremamente piacere ricevere una mail di congratulazione da parte del Presidente Todt stesso».

 Il salone di Ginevra 2021 è stato cancellato ed EICMA rimandato a novembre 2021, il business tradizionale dell’auto e moto sembra essere in crisi, credete ci sarà una evoluzione verso nuovi modelli e quali?

«Anche se spero che si possa tornare al più presto a rivivere gli intensi giorni che solo un Salone ti può dare, certamente questa situazione ci ha fatto scoprire delle nuove opportunità: l’utilizzo dei social e lo sviluppo di un sito dedicato alle mascherine (realizzato in pochi giorni dallo staff interno di HRX) ci ha fatto scoprire nuovi metodi che continueremo ad usare e che saranno implementati. Inoltre abbiamo capito che si possono effettuare incontri e sviluppare business senza più doversi incontrare direttamente di persona. Spero che potremo continuare ad usare questi sistemi, poichè realizzano notevoli abbattimenti di costi logistici, che potremo dedicare alla ricerca, ad esempio».

La ricerca nel motorsport attuale può essere convertita verso nuovi settori?

«Direi di si. In questo periodo, grazie all’attività produttiva delle mascherine, siamo entrati in contatto con diverse aziende del settore farmaceutico, con le quali stiamo procedendo a collaborazioni che spero presto si possano trasformare in business commerciali».

Avete proposte da portare avanti verso federazione sportiva e il mondo della politica?

«Sicuramente abbiamo capito in questo periodo che il confrontarsi con aziende di settori diversi può aprire a nuove idee e sfide tecnologiche che potranno portare alla realizzazione di prodotti per il bene di tutti. Ritengo quindi che il compito delle Federazioni e della Politica è quello di incentivare ed organizzare questo tipo di attività».

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