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La cooperazione tra Nissan e Dongfeng non è una novità: le due aziende collaborano da oltre vent’anni attraverso una joint-venture attiva sul mercato cinese. Questa partnership ha permesso lo sviluppo e la produzione di modelli specifici per la Cina, come le versioni rinnovate della precedente generazione di Qashqai e la Pathfinder cinese, veicoli che non hanno ancora varcato i confini del Paese asiatico.
Ora, però, Nissan guarda oltre la Grande Muraglia. In un’intervista rilasciata alla Financial Times, il dirigente Nissan Ivan Espinosa ha dichiarato che l’azienda è aperta a condividere il proprio network produttivo globale con Dongfeng, dichiarando che “tutto è discutibile” nell’ottica di massimizzare l’efficienza.
Le conseguenze di questa strategia saranno rilevanti: Nissan prevede la chiusura di diverse fabbriche in varie parti del mondo e, inevitabilmente, il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori. Tuttavia, alcune delle fabbriche internazionali non destinate alla chiusura potrebbero continuare a funzionare, ospitando linee produttive condivise con Dongfeng, un’opportunità che consentirebbe di ridurre i costi operativi e migliorare l'utilizzo degli impianti esistenti.
Un esempio concreto di questa sinergia è la recente presentazione in Cina della Dongfeng-Nissan N7, una grande berlina elettrica basata su tecnologia Dongfeng. Attualmente destinata solo al mercato cinese, Nissan ha già fatto sapere di valutare la possibilità di esportarla anche fuori dalla Cina, Europa compresa.
Nel caso in cui la N7 venisse commercializzata nel Vecchio Continente, produrla direttamente in una fabbrica Nissan europea sarebbe una scelta strategica. In questo modo, si eviterebbero i pesanti dazi d’importazione applicati alle auto cinesi, rendendo il veicolo più competitivo in termini di prezzo.