Occhio a usare l’auto tutti i giorni: con sovrappeso e code si muore prima

Occhio a usare l’auto tutti i giorni: con sovrappeso e code si muore prima
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Studio universitario britannico conferma che obesità e pendolarismo in auto aumentano di un terzo la mortalità prematura e di quasi due terzi le malattie cardiache
30 aprile 2019

“Devi mangiare moderato” diceva la nonna ai bimbi che si strafogavano come non avessero cibo da giorni. Poi il nonno, sempre in giro con la bicicletta lui, pur avendo la berlina italiana ben messa e pronta, per le sole occasioni in cui necessita; pur rischiando di prendersi la masaràda (pioggia intensa, in dialetto lombardo) che schivava sempre di un minuto (rientrando veloce in tempo manco fosse Bartali avvisato da Bernacca).

Beh, ci volevano i dati dell’ultimo studio britannico, su oltre 160mila persone, per spiegare a chi è sovrappeso e rimane molto in auto che facevano bene loro, cent’anni fa!

Auto&Food (troppo) No good

L’analisi durata cinque anni compiuta dall’università di Glasgow, su persone adulte fino ai 73 anni, parla chiaro e parla arcinoto, scoprendo l’acqua calda. Quelli che patiscono obesità e fanno pendolarismo in auto, hanno rischio di morte maggiore di un terzo rispetto a chi, normopeso, va a lavoro in bicicletta e a piedi. Usare macchine ibride o a zero emissioni? Non ci sono dati che dicano sia meglio. Spulciando i dati dello studio presentato a un congresso europeo, si nota come quelli che usano sempre l’auto in pendolarismo quotidiano, denotando obesità, raddoppiano la mortalità per malattie cardiache e le fanno salire del 59% (le malattie cardiache, anche non mortali) rispetto ai pendolari “attivi” ovvero chi usa sempre bici o cammina.

La conferma della negatività di una vita in auto, secondo lo studio mirato soprattutto alle persone obese, arriva dai numeri di quelli che, pur con obesità, trascorrono la vita da pendolare “attivo” (pedalando o camminando): rischio di morte molto simile ai pendolari attivi con peso normale.

Non si parla di e-bike, ma lato nostro la consigliamo soprattutto se alternativa all'auto ed estende il raggio d’azione delle due ruote oltre i limiti che si avrebbero faticando troppo. Unica cosa, le strade di molte città italiane non tutelano molto l’utenza debole della strada, ovvero pedone e ciclista. Farsi fregare la bici o peggio essere coinvolto in un incidente, effettivamente sono rischi seri da ponderare, in Italia; ma per quello le statistiche british a noi poco servono.

 

OMF

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