Rally del Marocco. Semplici Cambiamenti per una Rivoluzione.

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Piero Batini
  • di Piero Batini
David Castera rilancia e introduce alcune variazioni intelligenti sul tema Rally-Raid. Il Rally del Marocco diventa test, punto di partenza e riferimento per una nuova era di Rally-Raid. Dakar così?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
10 ottobre 2019

Fes, Marocco, 12 Ottobre 2019. Quando si pensava già che David Castera, tornato da figliol prodigo alla direzione della Dakar, potesse “abbandonare” al suo destino il Rally del Marocco appena acquistato da NPO, all’improvviso esplode l’edizione 2019 e dobbiamo ricrederci, o sentirci rassicurati. I segni non sono né di stallo né di passo indietro, e mostrano evidente, invece, un grande salto in avanti e la voglia di continuare su questa strada. Così l’ennesimo Rally che incrocia le super affollate piste del Deserto marocchino torna ad essere il numero 1 in fuga, più avanti, l’”originale”. Molto bene.

Insieme al Marocco, è il Rally-Raid vero e proprio che torna a essere tale, non più la pretestuosa passeggiata pre-Dakar tra dune confortevoli, scomodi hotel, formule e regole accomodanti e generale insoddisfazione da dejà-troppo-vu.

Il magnifico paesaggio marocchino
Il magnifico paesaggio marocchino

Novità numero 1.

Si torna al Bivacco. Tutti al Bivacco. ODC, che vuol dire Organisation David Castera, ha allestito un super bivacco nelle gole di Aoufous, piccolo villaggio di quasi niente a metà strada tra Erfoud e Er Rachidia. È per tutti, e tutti devono star bene, starci volentieri. Finiti, così, i tempi dei bivacchi campo di concentramento di Dakar-memoria? Niente più inospitali aree recintate, sorvegliati a vista, inondati di polvere? Non più file di motorhome come celle d’isolamento dei partecipanti? Visto che Castera è il nuovo Direttore della Dakar e che il suo Rally del Marocco sembra, e vedremo più avanti ancora, essere un’occasione di test di nuove idee, possiamo sperarlo.

Per questo l’immenso bivacco è “bello” (lo dicono tutti) e, soprattutto, molto ben organizzato e ospitale. Si è pensato seriamente ai “concorrenti”, che sono accolti in piccole tende da 4-5. Brandine, lenzuola e servizi. Tutto pulitissimo e accogliente. Qualche super star che preferisce spostarsi e andare a dormire in hotel c’è sempre, ma per gli umani il bivacco basta e avanza. Si mangia bene e non ci si avvelena come spesso accade in hotel e ristoranti, si dorme accanto alla Moto o all’Auto, o quasi, e si eliminano un sacco di tempi morti. Soprattutto, si sta insieme. Questa è l’essenza del Bivacco, e la formula originale della fragranza Rally-Raid.

Nuovi bivacchi, più "uniti"
Nuovi bivacchi, più "uniti"

Novità numero 2.

Road Book. Le novità, gli esperimenti, la voglia di migliorare davvero non si fermano all’ingresso, e all’uscita del Bivacco. Anche fuori, laggiù dove la vicenda agonistica è in ebollizione, il Rally non è il solito rally. Altre novità, solide, coraggiose, decisive, se si vorrà imporre una svolta intelligente alla Specialità. Il Road Book, nei giorni tre e quattro della Corsa, viene consegnato ai Concorrenti al mattino, prima della partenza. 15 minuti prima ai Motociclisti, 5 soltanto agli Equipaggi delle Auto (poi, nella quarta Tappa, il tempo viene “clamorosamente” aumentato: 25 e 10 minuti!). È una rivoluzione. Semplice. Efficacissima. Per tre motivi almeno. Il primo è che si fa finita con le lunghe ore di studio e di “colorazione” dei Road Book. È già a colori, stampato a cura dell’Organizzatore. Il secondo è che spariscono i Map Men, quegli specialisti che, Road Book, PC e Google Maps alla mano, fanno le ore piccole connessi per confezionare rotte e strategie pret-à-porter ai propri Piloti. A questi ultimi bastava caricare, al mattino, la versione 2 punto Zero del Road Book e partire con la giornata già ottimizzata dello specialista. Ora non è più così. Il terzo, e più importante motivo, è che la maggiore, improvvisa attenzione da dedicare al Road Book che si svela strada facendo, è l’abbassamento immediato della media oraria di Gara, senza alcun contraccolpo sulla concentrazione visto che per contro la Navigazione diventa vitale, delicatissima, “personale”. Ergo. Minore pericolosità. Siamo perfettamente, del tutto d’accordo!

I riders nel rally del Marocco 2019
I riders nel rally del Marocco 2019

Novità numero 3.

Chilometri, subito. A parte il prologo che è uno spettacolo “cittadino”, tutte le Tappe del Marocco 2019, a partire dalla prima “vera”, sono altamente “chilometrate”. Pronti-via, quasi 600 chilometri “inaugurali”, un massacro. Il giorno dopo un pelo meno, ma solo perché è la volta della Super Marathon e la seconda è legata alla terza frazione. Doppio massacro. Quarto giorno “leggerino” con 450 chilometri appena, e un lampo di giornata di chiusura, 200 kappa, per il gran finale. Vita dura. Quando non sono i chilometri è la Navigazione, quando non tutti e due gli elementi, magari anche qualche centinaio di chilometri di herbe à chameaux, e poi dune e fuori pista di sabbia, e Navigazione da incubo, e waypoints che si attivano nell’elettronica solo quando ci sei dentro davvero, mai per caso. Tutto questo è vero Rally-Raid, è Bordji Omar Driss delle prime Dakar. Molti al via, eventualmente pochi già al primo traguardo. L’eccezione “moderna” del Rally del Marocco è un regime di forfetarie indulgente, tale per cui anche se sei abbondantemente out rientri e vai avanti, fuori ormai dai giochi, ma continuando a macinare chilometri e Moto, e Auto, perché sei qui anche e soprattutto per preparare l’imminente Dakar. Tutto torna. Nessuna contraddizione. Solo un bel Rally, seriamente, coerentemente bello.

Ora, resta da aspettare. Un paio di mesi soltanto per capire se le grandi novità del Rally del Marocco, accolte con grande soddisfazione da tutti, o quasi, avranno un riflesso positivo anche sulla prossima Dakar Arabia Saudita.

Aubert con la Sherco in azione nel Rally del Marocco 2019
Aubert con la Sherco in azione nel Rally del Marocco 2019
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