Riapre a Roma il Museo Storico della Motorizzazione Civile

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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Esposti tanti modelli di grande interesse anche culturale e di testimonianza, come la Fiat 130 di Aldo Moro coinvolta nella strage di Via Fani
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
18 giugno 2019

C’è un bel pezzo della storia anche recente della nostra Repubblica, custodito nel Museo Storico della Motorizzazione Civile, inaugurato il 15 giugno alla presenza del Capo di gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Gino Scaccia.

Il Museo, che ha sede a Roma presso il Centro superiore ricerche e prove autoveicoli e dispositivi (via di Settebagni 333), espone molte auto, motoci, autobus, particolari di veicoli e documenti che legano la Motorizzazione alla vita e alla storia d’Italia.

La parte automobilistica è rappresentata da diversi modelli iconici, come le Fiat 500A “Topolino” e 508 Balilla, abbinate a vere curiosità, come il prototipo di Alfa Romeo Montreal con motore 4 cilindri e la Fiat 1900 cabriolet di rappresentanza.

Diverse anche le moto di diverse epoche e di particolare interesse la sezione dei documenti, che comprende targhe, libretti di circolazione, manuali e norme dei primi del Novecento per ottenere la patente di guida, oltre agli spaccati in formato naturale di alcuni mezzi pesanti, motori e trasmissioni.

La vettura che da sola vale la visita è la Fiat 130, coinvolta nella strage di via Fani del 16 marzo 1978, nella quale Aldo Moro venne rapito e persero la vita i cinque uomini della sua scorta. L’auto, che conserva ancora i segni dell’agguato, è stata conservata anche in seguito ai numerosi rilievi da parte delle autorità giudiziarie.

Tutti i mezzi presenti nel Museo sono stati portati ad uno stato di eccellenza grazie all’intervento dell’Automotoclub Storico Italiano, ente che tutela il patrimonio del motorismo storico attraverso la certificazione dei veicoli nel nostro Paese.

L’ASI ha effettuato un restauro conservativo, che esalta l’originalità di ciascun veicolo, secondo la filosofia della Carta di Torino, documento ufficiale della FIVA (Fédération Internationale Vehicules  Anciens).

«Per noi oggi è un giorno lieto - ha dichiarato Gino Scaccia - perché, grazie all’intervento dell’ASI, possiamo rendere nuovamente fruibile questo museo. È importante la conservazione dei mezzi e della storia per poterla trasmettere ai giovani delle scuole che, grazie a questi veicoli e alla cultura che sta loro dietro, possono appassionarsi al settore e avvicinarsi al mondo della circolazione in modo più consapevole».

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