Stop alla targa prova su auto immatricolate. Rivoluzione costosa per il mondo dell’auto italiano? [salgono le polizze]

Stop alla targa prova su auto immatricolate. Rivoluzione costosa per il mondo dell’auto italiano? [salgono le polizze]
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Una nuova sentenza della Cassazione potrebbe cambiare il lavoro di officine e concessionari, facendo potenzialmente salire i costi assicurazione. Non si potrà più “provare la macchina” già immatricolata solo posizionandoci una targa prova. A pagare i danni deve essere una polizza veicolo, anche se guidano addetti ai lavori che dispongono temporaneamente del mezzo
31 agosto 2020

Una sentenza della Corte di Cassazione arriva in questi giorni a sconvolgere il mondo dell’auto italiano, anche se non sembrerebbe così grave per chi non ci lavora. E già, ma lo è eccome. Perché dire che la targa prova non si può usare sulle auto immatricolate, non coprendo i danni, vuole anche dire cambiare del tutto certe prove su strada per auto dei concessionari, o in riparazione. I lavoratori di officine e dealer usano sempre la targa prova su auto già immatricolare, per farci appunto prove: di dimostrazione con i clienti, di test e collaudi necessari alle riparazioni.

È vero, qualcuno ogni tanto sgarra e, fatto pessimo, grave, qualcun altro che nemmeno è un regolare operatore autorizzato, usa la targa prova per girare “normalmente” in strada anche fuori lavoro con veicoli di dubbia provenienza. Per colpa di pochi furbi e alcuni delinquenti da sanzionare, ora però rischiano di salire anche i tempi e i costi per i bravi operatori e, di riflesso, per i privati.

Se su auto immatricolate non è più legittimo usare la targa prova, che di norma porta in dote la copertura assicurativa, vuole dire che un carrozziere o un meccanico non può più usarla per provare i difetti o i risultati di una riparazione, almeno non contando di avere le spalle coperte per i danni. Stessa cosa per un venditore auto usate o Km0 che siano ferme, magari in esenzione e senza polizza di un proprietario, attendendo solo di essere vendute (dopo che il nuovo possessore abbia fatto almeno un test-drive).

Ovvio che questo vorrebbe dire rivedere alcune cose, in fretta. La questione è però ancora da definire, visto che non sarebbe la prima volta: di una sentenza simile per cui il Ministero interviene lasciando l’uso professionale della targa prova anche sui veicoli immatricolati.

Staremo a vedere. In pratica ora, quello che attendono gli addetti ai lavori è una dichiarazione di sospensione per possibili sanzioni agli operatori stessi che usino la targa prova per il proprio lavoro, su auto immatricolate. Che però non basterebbe a far funzionare la targa prova come prima. La novità 2020 è nelle che indicano la targa prova come strumento che non giustifica mancanza di revisione o l’uso per competizioni sportive. La targa prova, nella nuova sentenza viene vista come elemento utile e dovuto prima della immatricolazione, in mancanza di libretto. Quello a cui appunto si “agganciano” targa effettiva e assicurazione.

L'autorizzazione ministeriale alla circolazione con targa prova, se vista come dovuta solo per i veicoli privi di libretto (non immatricolati) obbliga alla copertura di eventuali danni in circolazione una polizza diversa da quella della targa prova stessa. Per esempio, una specifica del veicolo.

Come vi sentireste sapendo che la vostra auto, in mano ad altri deve per forza essere provata ma i danni sono a carico della vostra polizza? Nella migliore delle ipotesi ci sarebbero nuove forme di copertura per i professionisti e certi usi; decadrebbero alcuni degli “sconti” per guida singola o di persone definite. Da venditori, come fareste provare a un cliente interessato l'auto usata che però non ha più polizza attiva, dopo esser stata ritirata?

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