Roma: da novembre stop ai veicoli più inquinanti all’interno del GRA

Roma: da novembre stop ai veicoli più inquinanti all’interno del GRA
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Nuovo piano del traffico: a rischio migliaia di veicoli, cui sarebbe impedito l'ingresso in città
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
11 ottobre 2016

La data si avvicina, ma di certo la giovane sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha ben altro per la testa cui pensare: ad oltre mesi dall’insediamento, la giunta non è ancora del tutto operativa ed alcune carica appaiono ancora precarie.

Intanto, però, il calendario scandisce il passare dei giorni, ed all’orizzonte c’è una scadenza cui non sarà possibile sottrarsi: a Roma, dal prossimo 1° novembre entra in vigore PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano), misura studiata dalla precedente amministrazione comunale per ridurre l'inquinamento nella Capitale.

L’attuazione del provvedimento è ora in carico alla Giunta Raggi, castagna nel fuoco in quanto se applicato nella sua interezza avrà significativi effetti sugli spostamenti quotidiani di pendolari e residenti, visto che ai possessori di auto più datate non sarà più possibile valicare se non per pochi chilometri il confine rappresentato da GRA, il Grande Raccordo Anulare che circonda la città dei Sette Colli e che ne costituisce il più classico ed evidente (oltre che più trafficato) degli assi viari.

Diciamolo subito: se applicato nelle attuali condizioni, la regolazione del traffico così come prevista dal PGTU sarebbe un disastro; ed infatti già si parla di deroghe e scappatoie.

Intanto, però, rinfreschiamoci la memoria: il provvedimento restrittivo non nasce dal nulla o da un capriccio di qualche politico insofferente verso le auto, ma è frutto delle ripetute procedure di infrazione contestate dalla Commissione Europea alle amministrazioni comunali rimane in conseguenza dei numerosi sforamenti dei valori limite di emissioni inquinanti in tutta la città.

Proprio per non incorrere in ulteriori tirate d’orecchio, la Giunta Marino ad aprile 2015 concepì un provvedimento per ridimensionare il traffico capitolino e quindi ridurre le emissioni.

A seguito delle note vicende che hanno poi coinvolto l’ex sindaco, il testimone della questione passò nelle mani del Commissario Straordinario Tronca, che un anno fa stabilì appunto nel 1° novembre 2016 l’inizio temporale della limitazione d’accesso a Roma per i veicoli a benzina con omologazione Euro 0 e 1, per i diesel Euro 0, 1 e 2, con possibilità di estensione della limitazione ai mezzi a benzina Euro 2 e a gasolio Euro 3.

La “zona rossa“ sarebbe poi portata dall’attuale ZTL Anello Ferroviario alla ZTL Fascia Verde: qualcuno, esperto in matematica, ha già ipotizzato che i veicoli interessati dal provvedimento potrebbero sfiorare la soglia dei 150.000.

Una vera marea umana potrebbe riversarsi sul traballante servizio di trasporto pubblico, che dalle periferie arriva al Centro: ma nelle condizioni attuali, è irreale pensare ad un pur minimo potenziamento del numero e della frequenza delle corse, vista la condizione di fallimento “de facto“ in cui versa l’Atac.

Ecco allora che spunta l’italica ancora di salvezza, rappresentata dalle deroghe al provvedimento: in Campidoglio si starebbe riflettendo su come allargare la rete, per esempio ipotizzando il salvacondotto per un anno per i veicoli sub judice.

Dodici mesi utili per mettersi seriamente a risolvere il problema, magari ricorrendo all’arma del blocco totale della circolazione nelle giornate di picco d'inquinamento, lasciando aperte finestre orarie per i mezzi commerciali.

Nelle due settimane, o poco più, che ci separano dal 1° novembre, senz’altro qualcosa accadrà: stay tuned, allora, o se preferite... spizzate ‘sto sito, che vi terremo informati.
 

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