Sanremo '19, Baglioni teme davvero la Guida autonoma, o il tema auto è troppo politico?

Sanremo '19, Baglioni teme davvero la Guida autonoma, o il tema auto è troppo politico?
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Canzoni, emozioni e sorrisi, ma senza fare troppa politica, a Sanremo 2019: è regola. Di auto si potrebbe parlarne però… E noi al Festival ci andiamo, guidando “al risparmio”
4 febbraio 2019

Domani sera prende il via la 69-esima edizione del Festival di Sanremo e anche di noi di Automoto.it saremo all’Ariston, non per giudicare i cantanti, le musiche o i testi, ma per capire quanto ci azzecchi l’auto con la più storica kermesse della canzone italiana. Non quella di una volta, di auto, quella ricca di emissioni e CO2 che accompagnava Nilla Pizzi, Claudio Villa o Tony Dallara, tanto per tornare ai veri tempi d’oro, dell’industria auto tricolore. L’auto dei prossimi anni Venti, quella di cui tutti parlano senza sapere bene se gli piaccia o no, senza sapere dove si producono motori a zero emissioni e relative batterie, senza sapere quanto in fretta si svaluterà: è l’arcinota vettura sempre più autonoma, elettrica e condivisa, pure sempre meno italiana aggiungiamo noi.

Per il primo aspetto, la guida autonoma delle auto, gli echi sanremesi hanno già divulgato l’opinione inattesa del direttore artistico e conduttore Claudio Baglioni: l’avvento della guida autonoma un pochino preoccupa Baglioni, per possibili squilibri e difficoltà nel condividere la strada con le auto tradizionali, per questioni di responsabilità. Temi giusti da argomentare al popolo degli spettatori, temi su cui si sconfina però nelle regole e nella politica per cui, questo Festival, probabilmente li lascerà dietro i riflettori nonostante un Baglioni che qualcosa pare saperne (è stato testimonial ACI per la sicurezza in strada).

Più facile magari che ne parli con tono polemico uno più apertamente impegnato, di cantante d’annata, come Adriano Celentano; ma non è il suo turno all’Ariston, si è dato ai cartoni animati, quelli tosti, a tema socio-politico, con Mediaset.

Ospiti a Sanremo 2019
Ospiti a Sanremo 2019

In prima fila, con guida eco

Tanto a dirla tutta, questa guida totalmente autonoma da noi in Italia la vediamo, forse e limitatamente a certi percorsi, tra parecchi anni, ma parecchi. Sugli ultimi due aspetti della nuova mobilità invece, ci stiamo già muovendo bene, almeno noi che le novità auto le tocchiamo sempre, fresche di linea produttiva. Già perché andremo da Milano al teatro Ariston con un’auto ibrida, benzina-elettrico, condividendola necessariamente con un compagno di guida, scelto a caso ed entrambi, come si usa adesso, non ne siamo i proprietari ma i possessori. Quelli che il percorso e il programma delle cose da fare a destinazione, se li gestiscono al momento grazie all’aiuto delle App sull’Infotainment. Quelli paganti la quota di car-sharing con addebito sul conto online…? No, piano: avete mai conosciuto un giornalista che, potendo, non “approfitta” di partecipare in situazioni dove lui non paga nulla ma, anzi, vince qualcosa? Questa è una di quelle.

La Casa auto giapponese che è partner del Festival, mette in palio ad alcuni media il posto in prima fila, o meglio, solo a chi porti una delle sue vetture ibride di fronte al teatro del Festival 2019 “bevendo” meno benzina degli altri, che poi vuole dire anche inquinando meno, in termini di emissioni. Come cambiano i tempi, rispetto a quelli in cui a Saremo gli appassionati di auto ci volevano essere, in prima fila, ma per le strade non per le canzoni: rally iridati vinti dalle Lancia Delta e prima ancora, la prima gara di auto mai corsa, la Coppa Milano - Sanremo, nata nel 1906 (manifestazioni che oggi vengono amatorialmente ri-evocate, entrambe).

Per fortuna ora si è persa un po' di passione a quattro ruote in quel di Sanremo, sì, ma si rischia e inquina meno, molto meno per il bene di tutti. Un giusto dibattito sulle regole di questa nuova mobilità però, che sono ancora tutte da scrivere soprattutto in Italia (economiche, tecniche e di circolazione) ci starebbe: se qualcuno dal palco dell'Ariston lo ricorda, fa solo bene al popolo che altrimenti si ritroverà poi con quelle scelte "dall'alto" potendosi al massimo lamentare.

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