Sciopero dei treni venerdì 14 marzo

Sciopero dei treni venerdì 14 marzo
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A causa dell'approvazione della Legge 214/11 sull'innalzamento dell'età pensionabile, il Sindacato ORSA ha indetto uno sciopero di 8 ore delle FS nella giornata di venerdì 14 marzo
11 marzo 2014

I pendolari avranno a che fare con nuove agitazioni legate al settore ferroviario nella giornata di venerdì 14 marzo 2014. I dipendenti delle Ferrovie dello Stato – che decideranno di aderire - incroceranno le braccia per otto ore (nella fascia oraria compresa tra le 9:00 e le 17:00) a causa di uno sciopero proclamato dal Sindacato ORSA e da alcune associazioni autonome.

I Sindacati hanno motivato lo sciopero con una serie di «ingiustificate differenze tra lavoratori che operano nello stesso settore o svolgono la stessa mansione» a causa dell'approvazione della Legge 214/11.

«A seguito dell’approvazione della Legge 214/11, la scrivente O.S. ritiene non più prorogabile un concreto intervento legislativo atto a modificare le conseguenze che la stessa Legge sta determinando nei confronti di alcuni profili professionali del settore ferroviario mirato a superare le ingiustificate differenze tra lavoratori che operano nello stesso settore e svolgono la stessa mansione. In questo senso nonostante autorevoli dichiarazioni atribuiscano l’introduzione dei correttivi previdenziali ad un marchiano errore nella trascrizione dei testi di Legge, dopo oltre due anni, malgrado le sollecitazioni sindacali volte a sensibilizzare tutte le Istituzioni Nazionali, nulla è cambiato».


«Nello specifico, intendiamo rimarcare la penalizzazione subita dai ferrovieri, lavoratori impegnati in attività particolarmente delicate concernenti l’esercizio ferroviario (macchinisti, capi treno, manovratori/formatori,  personale  navi  traghetto), colpiti da un ingiusto provvedimento legislativo, che senza colpo ferire e soprattutto senza alcuna ragione oggettiva, ha spostato i limiti pensionistici di questa categoria da 58 a 67 anni di età».


«Evidentemente tale privazione in prospettiva colpisce non solo il personale dipendente dal Gruppo FS, ma tutti i lavoratori che operano nel settore del trasporto ferroviario, ormai pienamente liberalizzato. I requisiti particolari per l’accesso alla pensione di vecchiaia dei suddetti lavoratori derivavano dalla gravosità delle mansioni espletate (a bordo dei treni, delle navi o negli scali ferroviari, con orari in turni non cadenziati ed articolati nell'intero arco dell’anno, con frequente esposizione alle condizioni atmosferiche ed impegnati in operazioni particolarmente faticose  e disagiate)».


«Inoltre, considerando che i lavoratori in questione operano in attività connesse alla sicurezza del trasporto ferroviario, che il controllo della loro integrità ed efficienza psico-fisica è sottoposta a rigidi protocolli sanitari attraverso visite mediche periodiche, la cui cadenza temporale si intensifica con l’avanzare dell’età, ne consegue che l’innalzamento dell’età pensionabile comporterà l'incremento dei casi di inidoneità fisica allo svolgimento delle manioni proprie».


«È, dunque, di tutta evidenza la stretta relazione tra la piena capacità lavorativa di chi opera e le garanzie di sicurezza nel servizio di trasporto di cose e persone. Anche nella circolazione e manutenzione della rete ferroviaria i lavoratori sono soggetti a rigorosi requisiti di assunzione e sottoposti a visite mediche periodiche di revisione previste dal Decreto del Ministro dei Trasporti del 23 febbraio 1999 n. 88. Dette visite si intensificano  con 

l’avanzare dell’età dei lavoratori, proprio in ragione del prevedibile e quasi naturale calo fisico sommandosi a quelle previste dal D.Lgs n. 81 del 9 aprile 2008 – presidio sanitario».


«A dimostrazione dell’atipicità e della gravosità di questo lavoro, vale ricordare che in nessun altro Paese europeo il ferroviere dell’esercizio ha il limite pensionistico previsto in Italia e che poche altre categorie professionali evidenziano una così elevata incidenza di infortuni sul lavoro, anche mortali».

 

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