Tangenti e autovelox, comandante dei vigili condannato a 4 anni. De Vita: «Sentenza epocale»

Tangenti e autovelox, comandante dei vigili condannato a 4 anni. De Vita: «Sentenza epocale»
Pubblicità
Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Scandalo all'italiana: mazzette per installare autovelox che spesso erano delle vere e proprie trappole per gli automobilisti. A far emergere il traffico un'inchiesta terminata con una pesante condanna per i protagonisti dell'illecito. Ecco cosa potrebbe cambiare dopo la sentenza
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
22 maggio 2015

Punti chiave

In cambio di tangenti venivano installati autovelox. Ma la notizia è ancora più eclatante perché il titolare dell’Azienda che noleggiava le apparecchiature per il rilevamento della velocità è un ex comandante dei vigili urbani. A scoprirlo è stata l’inchiesta “Hot Velox” che ha condannato Claudio Ghizzoni a quattro anni di carcere. Una sentenza che farà storia, come ci ha spiegato il nostro editorialista Enrico De Vita ai microfoni di Elena Carbonari, in diretta su Isoradio


Autovelox, è arrivata una sentenza shock, non è vero?
«In Italia è arrivata finalmente la prima condanna congiunta in materia di autovelox, inflitta al venditore dell’apparecchiatura e al comandante dei vigili di Spotorno (in provincia di Savona) che ne aveva richiesto l’installazione. In particolare è scattata per l’amministratrice della società Igea di Ceparana (SP) e per suo marito, Claudio Ghizzoni, ex comandante dei vigili urbani di Podenzana».

 

Cosa hanno scoperto gli inquirenti?
«Attraverso l’inchiesta “Hot Velox”, iniziata nel 2013, i magistrati hanno dimostrato che Ghizzoni aveva pagato mazzette all’allora comandante dei vigili di Spotorno, Andrea Saroldi (che per questa vicenda aveva patteggiato 34 mesi di carcere), per fare in modo che il Comune scegliesse la sua Azienda per la fornitura di autovelox».

 

Oltre alle tangenti c'era dell'altro?
«Certo! Questa Azienda aveva installato apparecchiature in diverse zone d’Italia, soprattutto in Liguria ma anche in Lombardia. Ma la dinamica, a quanto sembra, era sempre la stessa: le telecamere venivano nascoste in ogni modo agli automobilisti e abbinate a limiti di velocità inverosimilmente bassi, trasformandosi in vere e proprie trappole. Anche gli autovelox dello scandalo, installati a Cardano al Campo (VA), che erano stati nascosti addirittura nei cassonetti, provenivano dalla ditta di Ghizzoni!».

 

Perché è importante questa sentenza?
«Questa sentenza farà storia perché finalmente i giudici hanno dimostrato che la proliferazione di autovelox e soprattutto l’installazione di queste apparecchiature in punti “strategici”, abbinata a limiti di velocità inverosimilmente bassi, non era dettata da amore per la sicurezza stradale, come spesso invocato dagli amministratori, ma da puro intento mercantile, alimentato da corruzione e voglia di fare cassa. Le prove addotte sono stati elementi sufficienti per condannare a quattro anni i protagonisti di un simile illecito. E questo non era mai accaduto prima». 

Questa sentenza farà storia perché finalmente i giudici hanno dimostrato che la proliferazione di autovelox e l’installazione di queste apparecchiature in con limiti di velocità inverosimilmente bassi, era dettata dalla corruzione e voglia di fare cassa

 

Quando una multa elevata con autovelox non deve essere considerata valida?
«Ogni sanzione elevata con strumenti elettronici – senza la presenza di un agente - deve essere accompagnata da una prova che certifichi l’avvenuta infrazione: tale prova è sempre una immagine fotografica. Se manca, non c’è la prova dell’infrazione. Solo il telelaser non scatta foto, ma viene operato da un agente che con la sua testimonianza fornisce la prova. In caso di semafori dotati di T-Red non basta un solo scatto ma devono essere fornite almeno due fotografie, una all’inizio e una a metà dell’incrocio. Nel caso di autovelox e di Tutor invece si deve mostrare una fotografia in cui si veda in maniera nitida la targa. E soprattutto non possono essere considerate prove attendibili fotografie in cui si vedono più automobili affiancate».

 

Come deve essere installato un autovelox secondo la Legge?
«Per legge ogni autovelox – su strade extraurbane - deve essere segnalato almeno 250 metri prima dalla presenza di un segnale stradale su fondo blu. Nell’ambito urbano il cartello deve avere fondo bianco. In entrambi i casi, la segnalazione va ripetuta in prossimità dell’apparecchio. Più importante è la distanza della postazione dal cartello che indica il limite di velocità imposto su quel determinato tratto di strada: l’autovelox deve trovarsi almeno 1.000 metri dopo il cartello che limita la velocità. Non si può insomma variare il limite da 90 a 60  km/h e dopo 100 metri piazzare una bella telecamera per fare strage di soldi e di punti, come troppo spesso avviene oggi!». 

Pubblicità
Caricamento commenti...