Toyota Gazoo Racing, Otsuka: «Akio Toyoda mi ha scelta per affrontare un cambiamento importante»

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Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
Yumi Otsuka, vicepresidente esecutivo di Toyota Gazoo Racing, racconta la sua esperienza nell’ambito del motorsport, spesso considerato come ambiente prettamente maschile
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
10 luglio 2019

Toyota Gazoo Racing, il reparto corse della casa nipponica, è impegnato su molti fronti: si passa dai sofisticati prototipi LMP1 del mondiale Endurance, 24 Ore di Le Mans compresa, ai rally del WRC, fino ad arrivare alla Dakar. Tra i top manager di Gazoo Racing c’è anche una donna, Yumi Otsuka, vicepresidente esecutivo di Gazoo Racing.

Ms Yumi Otsuka, ci spiega la sua carica in Gazoo Racing e il suo ruolo?

Yumi Otsuka: «Sono il vicepresidente esecutivo di Gazoo Racing, la società in-house di Toyota che si occupa della progettazione e del brading di auto sportive e da corsa».

Ha sempre lavorato nel mondo del Motorsport?

«Non avevo alcuna esperienza personale e lavorativa nell’ambito del motorsport quando arrivai in Gazoo Racing nel 2017. Da quando sono entrata a far parte di un mondo completamente diverso, ho imparato molto, e credo sia un ambiente veramente affascinante».

Toyota Gazoo Racing è impegnata in quasi tutte le competizioni più importanti, su terra e su strada. Di quante persone stiamo parlando e come siete organizzati sul territorio e logisticamente?

«Gazoo Racing vanta 450 dipendenti. La divisione di management di Nagoya, in Giappone, è responsabile della pianificazione delle vetture sportive e dell’attività nel motorsport. La divisione operativa della sede principale in Giappone e quella per lo sviluppo dei powertrain di Higashifuji in Giappone sono responsabili dello sviluppo delle vetture da corsa – motori compresi – e della produzione di auto sportive. Le divisioni di ingegneri specializzati con sede a Higashifuji e Shimoyama, in Giappone, sono chiamate a sviluppare i prodotti e I veicoli da corsa e a preparare I piloti».

«Per quanto riguarda invece il WEC, lavoriamo insieme a Toyota Motorsport GmbH, società con sede a Colonia, in Germania, che impiega 300 dipendenti. Sul fronte del WRC, collaboriamo con la Tommy Makinen Racing in Finlandia. La nostra azienda non si occupa solo di motorsport, ma sviluppa anche vetture sportive. Gazoo Racing è una delle controllate di Toyota più piccole. Siamo come una start-up: siamo in grado di gestire tutto in modo completo, dallo sviluppo, alla produzione, al supporto post-vendita, uscendo dai metodi di lavoro convenzionali e incoraggiando i cambiamenti all’interno di Toyota».

Adesso che la parte elettrica è così importante in Formula 1, rivedremo mai un vostro ritorno o un avvicinamento alla Formula E?

«Lo scopo della nostra attività nell’ambito del motorsport è mettere alla prova e rafforzare le nostre vetture nelle più svariate condizioni estreme e trasmettere i risultati ottenuti ai veicoli di produzione di serie, in modo tale da creare auto migliori. Toyota lavora fattivamente all’elettrificazione, tecnologia ibrida compresa, da molti anni. Pensiamo che il WEC sia la categoria migliore per l’evoluzione dell’ibrido; al momento non abbiamo in programma di competere in F1 o in Formula E».

Si dice sempre che le corse servono a produrre auto di serie migliori, in che cosa è vera questa affermazione per Toyota?

«Siamo convinti che l’impegno nel motorsport sia essenziale per produrre vetture sempre migliori. Il nostro fondatore, Kiichiro Toyoda, disse che il motorsport ci consente di testare i limiti definitivi di un veicolo, e spingerci ancora oltre per migliorare le nostre vetture. Crediamo anche che lavorare nel motorsport sia un modo efficace di far crescere i nostri dipendenti. Per questo il nostro presidente Akio Toyoda partecipò alla 24 Ore del Nurburgring con una vettura usata, usando lo pseudonimo di “Morizo”. Questo piccolo team rappresenta l’origine di Gazoo Racing».

I Mondiali di calcio femminili hanno ricordato al mondo la professionalità e la passione delle donne nel mondo dello sport, lei ritiene che sia un fattore positivo e in crescita?

«Il fatto di vedere donne che si mettono alla prova superando i propri limiti e raggiungere dei traguardi importanti, sia nell’ambito sportivo che in quello lavorativo, mi rende felice e mi incoraggia».

Per una donna è più complicato arrivare ai vertici di una struttura sportiva così importante?

«Quando sono stata nominata vicepresidente esecutivo, Akio Toyoda mi ha detto di aver selezionato persone che potessero affrontare un cambiamento importante come quello che interessa oggi il settore dell’automotive, a prescindere dal sesso e dalla nazionalità. Mi ha anche esortata a fare mio lo spirito di Gazoo Racing e di trasmetterlo alla prossima generazione. Sarei felice se la mia esperienza unica e la mia prospettiva diventassero il motore dell’evoluzione di Gazoo Racing».

Vedremo mai nelle sue squadre un pilota donna?

«A prescindere dal sesso, vorrei lavorare con piloti capaci, che sentano un’affinità con lo spirito di Gazoo Racing».

Senza passione non si può lavorare nell’ambito del motorsport. Vivendo in questo mondo, ho scoperto il suo fascino multisfaccettato, fatto di storia e di competizione tecnologica e strategica

Quanto è importante la passione per i motori nel suo lavoro e da dove nasce?

«Senza passione non si può lavorare nell’ambito del motorsport. Vivendo in questo mondo, ho scoperto il suo fascino multisfaccettato, fatto di storia e di competizione tecnologica e strategica, che comincia ben prima di arrivare in circuito. Inoltre, essendo interessata alle persone, mi piace molto imparare e trarre ispirazione dalle conversazioni con i membri dei team e i piloti che competono in un ambiente estremo come questo».

Un consiglio per chi volesse seguire una carriera come la sua?

«Ho due consigli: prima di tutto, siate voi stessi. La vostra unicità vi rende una risorsa importante. Seconda cosa, bisogna avere passione per il proprio lavoro; se c’è questo fattore, il resto viene da sé. Lavorare duramente diventa una gioia, e il vostro atteggiamento positivo si trasmette al team e ai colleghi. Credo che, a prescindere dal sesso, l’unicità, insieme alla passione, costituisca la formula giusta per avere una vita professionale felice e di successo».

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