Trasporto pubblico: gli italiani lo usano meno

Trasporto pubblico: gli italiani lo usano meno
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La media nazionale sull'uso scende del 10%. Ma in alcuni capoluoghi il TPL ha attratto utenti
13 dicembre 2017

Punti chiave

Dal 2011 al 2015 i passeggeri annui del trasporto pubblico locale nei capoluoghi di provincia italiani sono passati da 3.807,2 milioni a 3.405,7 milioni, con un calo di circa 400 milioni, che corrispondono al 10,5% in meno di utenti. I dati emergono da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati Istat. 

A Roma, si è registrato dal 2011 al 2015 un calo considerevole: i passeggeri sono passati da 1.463.950 a 1.182.580, con una perdita di ben il 19,5%. In pratica, nella Capitale, un cittadino su cinque ha scelto di non affidarsi più all'ATAC. Anche Milano però non se la passa bene, perché nel periodo considerato il numero degli utenti è calato del 15,6%, così come Genova, che ha perso il 14%. Un vero e proprio crollo quello che si è verificato a Napoli, con un disastroso -34%. 

Hanno guadagnato passeggeri invece Brescia (+55,2%), Torino (+25,1%), Bologna (+14,9%), Firenze (+11,1%) e Venezia (+10,1%), segno che le amministrazioni locali hanno lavorato bene sul fronte del trasporto pubblico.

A confortare questi dati vi è anche l’indice di soddisfazione elaborato dall’Isfort rispetto all’uso dei vari mezzi di trasporto da parte degli italiani. In questo indice all’auto viene assegnato un punteggio di 8,4 (in una scala che va da un minimo di 1 ad un massimo di 10), mentre il punteggio della moto è di 8,1. Il mezzo di trasporto pubblico che più si avvicina a quelli privati è la metropolitana, con un punteggio di 7,2. Treno locale e autobus invece si collocano appena sopra la sufficienza, con un punteggio di 6,3. 

 

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