Veicoli industriali, il 2020 anno molto difficile

Veicoli industriali, il 2020 anno molto difficile
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
I dati di dicembre confermano una pesante riduzione delle immatricolazioni, che nei dodici mesi sfiora il -14%
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
12 gennaio 2021

Dal  Centro Studi e Statistiche di Unrae, l’Associazione delle Case estere, arriva una stima del mercato dei veicoli industriali con massa totale superiore alle 3,5 tonnellate: in base ai dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a dicembre 2020 si registrano 2.045 unità immatricolate contro 2.177 di dicembre 2019, corrispondenti ad valore del –6,1%. 

Il consolidato dell’intero 2020 arriva così a 20.370 immatricolazioni contro 23.628 del 2019, pari al -13,8%. 

Nel comparto dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore alle 16 tonnellate, il mercato a dicembre registrare un –5,1% su dicembre 2019, con 1.670 unità immatricolate contro 1.759; tale dato porta il risultato del comparto per il 2020 a –12,7% sul 2019, corrispondente a 16.567 immatricolazioni contro 18.985. 

Il mercato dei veicoli industriali del 2020 denuncia perdite consecutive a due cifre da marzo a giugno tra il 40% e il 63% su base mensile, seguite poi da ricuperi tra il 23% e il 46% tra luglio e novembre, con la sola esclusione di ottobre (+1,2%). 

Dividendo il mercato in classi di massa totale a terra, si evidenzia come la classe cha ha subito nel 2020 la perdita maggiore rispetto al 2019 sia quella di massa tra le 3,5 e le 6 tonnellate, che con 751 veicoli immatricolati contro 953 registra un –21,2% su base annua 

«Questo dato - osserva Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae  - un poco sorprende, perché parliamo di veicoli destinati all’ultimo miglio e alla distribuzione di medio-corto raggio. Poiché è stato rilevato un incremento esponenziale dell’e-commerce, ci saremmo attesi che proprio questa classe di veicoli avrebbe subito quanto meno una minor contrazione della domanda. Evidentemente l’incremento delle nuove modalità di acquisto non è stato sufficiente a controbilanciare la perdita di carichi di trasporto dovuta alla chiusura quasi totale di interi settori merceologici, quali la ristorazione e il turistico alberghiero». 

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