WRC 2020. Svezia D-1. Timore neve, Toyota da paura

WRC 2020. Svezia D-1. Timore neve, Toyota da paura
Pubblicità
Piero Batini
  • di Piero Batini
Tre Toyota Yaris WRC dopo l’”indizio” shakedown. Tornano Tanak e Jarveoja dopo l’indicente del “Monte”, Jari-Matti Latvala tra gli appalusi, Neuville seriamente intenzionato a ribadire l’”annuncio” monegasco. Poca neve, meno chilometri, immutata attenzione
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
14 febbraio 2020

Torsby, Svezia, 14 Febbraio. Aria di crisi. Crisi di neve. E così, appena calato il sipario sul Monte-Carlo vinto da Hyundai e autografato da un magnifico Thierry Neuville, ci si è rivolti con preoccupazione al secondo appuntamento del Mondiale 2020, il Rally Svezia. “Irragionevole” crisi meteo, non c’è neve! In Svezia non c’è neve, non abbastanza da proporre un Rally all’altezza dell’icona che lo inquadra nel calendario del WRC. Il Rally immancabilmente innevato, paradossalmente uno dei più veloci con quei quattrocento chiodi affilati per ogni gomma che va sul mozzo. Inizialmente il timore è addirittura che non si possa mandare in scena la 68ma “replica” di quello che una volta era il Mille Laghi. Poca neve, pochissimo ghiaccio, “full gravel conditions”, terra a tutto spiano. Ma non sia mai, il Rally si fa in ogni caso, e ci si prepara a una sfida inaspettatamente diversa recuperando dal percorso originale quello che si può. Appena 170 chilometri, 11 prove speciali in tutto, programma basato sulla ripetizione, sabato, delle prove del venerdì, e giornata conclusiva con “prova generale” e Power Stage.

 

È tutto, il Rally parte e anche la prima Speciale spettacolo al galoppatoio di Karlstad viene convertita in uno shakedown bis. Breve, ma avvincente. La prospettiva è quella di un percorso ridimensionato, “razionalizzato” in funzione delle mutate condizioni del terreno, ma gli elementi per trasformare la “rara” occasione in un evento di massimo livello non mancano. Di nuovo tutti sullo stesso piano… su un piano diverso. Meno adrenalina per quelle sparate inverosimili giù per le piste da sci, maggiore “attinenza” con le condizioni “classiche” del Rally. Terra, fango, sassi. Nuovi “test” per pneumatici mai visti al lavoro in queste condizioni specifiche.

 

Grandi ritorni

Torna Ott Tanak dopo il drammatico, e per fortuna solo spettacolare, incidente del Monte-Carlo, e torna Jari-Matti Latvala sulla Yaris WRC, emozione e applausi per uno dei “padroni di casa” più acclamati accompagnato, per l’occasione da Juho Hanninen in qualità di Navigatore. All’ultimo minuto Craig Breen sale sulla terza i20, quella del “ballottaggio”. Toyota Gazoo schiera così uno squadrone con cinque Macchine, Ogier, Evans, Rovanpera, Katsuta e Latvala, e si dice che sia già avanti con la Yaris WRC 2021, forse per evitare di confondersi le idee con l’ispirazione elettrica cui il WRC sembra inesorabilmente, e “silenziosamente”, destinato. Hyundai Motorsport poggia le proprie velleità sulle spalle del leader della prima ora, Thierry Neuville, di Tanak e della “riserva” Breen. Ford M-Sport è “ferma” sul credo Lappi-Suninen. Dieci WRC 1, o Plus, e si passa alle oltre 15 R5 che escono dalla somma di quelle iscritte in WRC 2 e WRC 3, in questo caso “capitanate” dall’unica Citroen “superstite” con Mads Ostberg di una storia un po’ raccapricciante e un po’ inspiegabile. Come si fa a fermare, quasi da un giorno all’altro, un progetto con ancora così tanto margine di miglioramento e, probabilmente, e di soddisfazioni? Boh, misteri che magari non sono così impenetrabili se si passa dall’ufficio racing a quello amministrativo.

 

Misteri indecifrabili

Uno dei “misteri” più indecifrabili è quello che divide, o meglio somma e sovrappone, le ambizioni di Toyota e di Hyundai. Entrambe le Squadre puntano al “piatto” del Mondiale World Rally Car, entrambe alla doppietta Piloti-Costruttori. Toyota riprendendosi anche il Titolo della Marca dopo aver rotto il lungo silenzio con il Titolo Piloti di Ott Tanak, Hyundai fermamente intenzionata ad accompagnare con il Titolo Piloti l’inedito primato conquistato lo scorso anno dalla Marca sotto la direzione di Andrea Adamo. Se si pensa alla “contraddizione” di una comunione di intenti inammissibile si sta perdendo tempo. Si dovrebbe, infatti, rimanere concentrati sulla temperatura di uno dei Mondiali in prospettiva più incerti e avvincenti degli ultimi dieci anni.

 

Shakedown e… shakedown bis, insomma, prima di prendere la via della Norvegia alla ricerca della neve per Speciali più “classicamente”… svedesi. Si parla dunque dello Shakedown 1 di Skalla, più di 7 chilometri, e dello Shakedown 2, la convertita prova speciale di Karlstad, neanche duemila metri. In ogni caso la “proposta” non cambia e la sfida è abbastanza esplicita: tre Toyota in un caso… tre Yaris nell’altro. Lo stupefacente Kalle Rovanpera, ricordiamo che è un classe 2000 mette tutti infila sul quarto passaggio della Skalla. Ogier, Evans e tutti gli altri francamente inebetiti di fronte all’exploit dell’enfant prodige finlandese.

Poi è ovazione Latvala, il più rapido sulla pista dei trottatori di Karlstad con un relativamente abbondante margine su Ogier e Rovanpera.

L’impressione è, tuttavia, che solo Toyota abbia scoperto tutte le sue carte.

Vediamo come va a finire…

 

 

© Immagini Toyota TGR-DAM, Hyundai Motorsport Media

 

Argomenti

Pubblicità