WRC16 Polonia. Ma cosa è successo a Ott Tanak (Ford-DMACK)?

WRC16 Polonia. Ma cosa è successo a Ott Tanak (Ford-DMACK)?
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  • di Piero Batini - Manrico Martella
L’”Estone Volante” vola davvero, e con un primo giro perfetto prende… il volo. Mikkelsen resiste a fatica, ma è ormai a 20 secondi inseguito da Paddon. Splendida “prima volta” di Lefebvre, grande frustrazione per Ogier
  • di Piero Batini - Manrico Martella
3 luglio 2016

Mikolajki, 2 luglio. A chi tocca il controllo antidoping? All’Estone Volante o alla Fiesta… volante del Team DMACK? Niente da fare. Intanto bisognerebbe riuscire a prenderli, e poi nessun esame può condannare un morale alle stelle che ti fa volare, e nessun controllo può impedire a una macchina al top di essere il tappeto volante dei sogni. Non succede spessissimo, specie se si è abituati a stare nelle posizioni di rincalzo, ma quando le due circostanze collimano il salto in avanti è epocale! (Dai, chi non ha mai esagerato un “tantinino” sospinto dall’entusiasmo ?) Lo dicevamo – o forse provavamo a sollecitare gli astri? – che Ott Tanak stava dando uno show ben più consistente e concreto del già esuberante terzo gradino del podio conquistato lo scorso anno. Eravamo, tuttavia, riluttanti a sfrenare l’entusiasmo, perché troppo spesso accade che l’onda buona, se non è presa con la dovuta cautela, può anche trascinare sugli scogli. Invece stasera tutti meritano il massimo dello stupore felice, perché il Mondiale WRC, comunque vada a finire, ha trovato un nuovo “centravanti” (così restiamo nel tema più scottante del ben più deludente sabato sera). È questo estone delle meraviglie che, rifiutato per qualche marachella di troppo dall’ufficialità del Team che lo aveva lanciato, si prende stasera una pre-rivincita dominando anche la seconda tappa del Rally Polonia e… restituisce il favore. In questo modo Tanak si scrolla di dosso la zanzara fastidiosa Mikkelsen, che pur con tutta la buona volontà ora è meno ”attendibile” come avversario, e si avvia a coronare, con il Team DMACK che, si badi bene, utilizza una Fiesta “M” buona ma privata, il sogno di ogni Pilota. Non diciamo quale, per ipocrita scaramanzia, e aspettiamo in decente neutralità che l’atto si compia da solo. Quello che è fatto è fatto, intanto. Ed è molto buono!

Intendiamoci, Mikkelsen ha fatto un gran lavoro, superando meglio di tutti gli ostacoli dell’ordine di partenza, ma ormai, a oltre venti secondi dal leader del Rally, dovrà spingere più per non farsi raggiungere da Paddon, che incalza al terzo posto, che per tentare di rompere le uova nel paniere di Tanak. In ogni caso, per come sono andate le cose anche nella seconda tappa, solo allo stesso Tanak può capitare, ora, di dover rimettere al suo posto il tappo della bottiglia di champagne. Ovvero, solo lui può rovinare tutto. Non che l’ultima frazione del Rally Polonia sia una passeggiata, restano infatti da “giocare” ancora quattro “tiri” cronometrati per un totale di 60 chilometri, ma il vantaggio accumulato dall’estone è ormai una sorta di assicurazione, almeno sul suo futuro immediato. Le previsioni meteo dicono pioggia, e quando piove tutto può succedere, ma non mi aspetterei grossi colpi di scena, e quelli più belli li abbiamo già visti. Come la meravigliosa vittoria nella 15ma Speciale, la seconda Babki di 21 chilometri, di Stefane Lefebvre con l’ormai “pensionata” DS3. Non viene da rimpiangere ancora una volta, e mi piacerebbe sentire al riguardo Yves Matton e tutti quanti in Citroen, Kris Meeke?

Tanak è andato giù come un rullo compressore. Indovinate le gomme (e ci mancherebbe), ha vinto tutte le Speciali del primo giro arrivando ad accumulare un vantaggio di 18 secondi. A fondo, come tutti, ma enormemente più efficace. Nel secondo giro Tanak ha visto “limare” il margine dalle vittorie parziali di Mikkelsen e Lefebvre, e ha ceduto a Latvala la penultima Speciale riguadagnando, però, sui concorrenti diretti. Infine, con la vittoria nella terza e ultima esecuzione della spettacolare Mikolajki Arena, corta ma, per gli altri, micidiale, ha “sterminato” gli avversari. Lo scenario al tramonto è “apocalittico”: oltre venti secondi a Mikkelsen, quasi trenta a Paddon, 45 a Neuville e più di un minuto a Latvala e Ogier.

Sconvolti dal sesto posto di Ogier? Ancora di più dal minuto abbondante di ritardo del Campione del Mondo? Stupiti del fatto che il “leader” sia fanalino di coda della Squadra che da tre anni trascina al successo? Beh, un poco straniti si può anche esserlo, o increduli, ma c’è una ragione per tutto, anche per il ritardo di Ogier. Il fatto è semplice. Ci si aspettava che in questo Rally, viste le caratteristiche generali denunciate, il compito di aprire, e pulire, le strade fosse non così gravoso come nei tre precedenti Rally. Anzi, si diceva che qui partire per primi poteva anche essere un vantaggio. Non è così. Non è stato così. Troppa ghiaia al primo giro, troppi solchi nel secondo, e la situazione di Ogier è diventata di colpo catastrofica. Niente da fare, per quanto il fuoriclasse spinga, anche indispettito alla ricerca di un acuto che non gli faccia rimpiangere troppo casa, moglie e figlio, il risultato non può venire.

Anche a Ogier non resta che attendere il gran finale, e con questo la speranza di poter lanciare almeno quel segnale dal Power Stage cui ci ha abituati. Certo, se eravamo abituati a vedere tre Volkswagen in testa o sul podio, e sul gradino più alto sempre Ogier, adesso la situazione è notevolmente cambiata. Al di là delle circostanze specifiche, che possono alterare un risultato ma non una serie, la concorrenza si è fatta decisamente più agguerrita, oppure molti hanno ormai accettato di tirare i remi in barca aspettando le nuove macchine del regolamento 2017, e si accontentano di viaggiare per inerzia raccogliendo per strada quello che passa il convento. In questo senso si potrebbe capire un po’ meglio l’exploit di Tanak e della Ford, macchina efficiente, aggiornata ma vetusta, e un po’ meglio anche l’altalena di risultati, che premiano più “democraticamente” nuovi e vecchi talenti, trovati o riscoperti, e che caratterizza l’andamento degli ultimi appuntamenti del Mondiale, diciamo dall’Argentina in poi.

L’altro segnale, certamente più forte e clamoroso, è ora quello che tutti si aspettano da Ott Tanak. Cento chilometri e Tanak potrà far dimenticare il nomignolo di Titanak affibbiatogli dopo il Messico dello scorso anno. Vuoi vedere, conclusione di fantasia mascherata, quanti manager accorreranno a infilare contratto e penna con le proposte più indecenti nel pertugio del finestrino della Fiesta dell’Estone Volante?

Foto: Manrico Martella, Nikos Mitsouras, Francesco Morittu, Ronnie Sbaragli, Carlo Franchi - AGENCY PURE WRC

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