WRC18 Galles. Tutto può ancora succedere, ma intanto…

WRC18 Galles. Tutto può ancora succedere, ma intanto…
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Piero Batini
  • di Piero Batini
C’è una grande pressione sulla terz’ultima del Mondiale 2018. A scaldare la pentola ci ha pensato il “mercato” con le bombe della vigilia. Ora tocca al Rally forse più imprevedibile dell’anno.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
4 ottobre 2018

Deeside, Galles, 4 Ottobre 2018. In Turchia il peggio che ci si poteva aspettare… è arrivato. Pietre, guasti, incidenti, problemi, una durezza a tratti indicibile. Tuttavia tutto era, pur con enorme approssimazione, “calcolato”, e il profumo, il gusto finale è quello di un Rally organizzato alla grande, soprattutto “vero”, come ai bei tempi… o come in Sardegna. Ci sia consentito.
È impossibile, invece, dare al Galles 2018 una connotazione preliminare che abbia una qualche chance di essere attendibile. Ergo, è il Rally imprevedibile, volubile, diverso per definizione, ed è così, anche così, che attrae un oceano di spettatori e un interesse sportivo di grado AAA. Non è solo, sia chiaro, il fatto che si è alla terz’ultima Prova del Campionato e che questo sia virtualmente, eppure concretamente, aperto a una marea di possibilità e tre soluzioni.
110 chilometri di speciali Venerdì, 150 Sabato e 55 Domenica, tutti in ben 23 prove speciali, ai quali si aggiungono i 1.400 di trasferimenti per il “discreto” totale di 1.400 chilometri. Facciamo cifra tonda e aggiungiamo i 150 chilometri di giovedì tra shakedown e prova inaugurale alle porte di Towyn, la Tir Price per cui si è lavorato moltissimo e che è in grado di offrire un benvenuto degno a tutti, Concorrenti, Spettatori, Spettacolo.
 

Molte Speciali sono nuove, “allungate” raccordandone di più corte e della Storia del Rally. Sterrati e velocità da capogiro fanno la parte del leone, in stile Finlandia ma… diversamente. Queste sono storicamente le foreste delle imboscate, e la metafora si adatta perfettamente alla grande variabilità dei contesti, non solo per le grandi, improvvise e fulminanti differenze di grip, di aderenza, non solo per la natura del terreno, ma anche e soprattutto per l’incalcolabilità delle condizioni meteo. Ci sono state edizioni del Galles imperfettamente asciutte, spessissimo bagnate e anche improvvisamente… nevicate.
Di “strano” c’è anche il Power Stage. In questo caso non è, secondo consuetudine, l’ultima Prova Speciale della Domenica, bensì la Gwidir di 15 chilometri, cui faranno seguito ben 3 altre Prove. La ragione di questa uscita dal protocollo standard è molto semplice, lasciare il gran finale alla Great Orme di Llandduno, un contesto “attrezzato” per dar vita a una immensa festa del Motorsport, ben oltre l’epilogo del Rally.
E poi c’è la battaglia, una di quelle cui probabilmente si dirà che è stata quella decisiva, o una di quelle, della guerra per l’assegnazione dei Titoli di Campione del Mondo.
Lo scorso anno fu una festa indescrivibile con un incredibile allineamento degli astri. Vinse per la prima volta il figlio di questa Terra, Elfyn Evans, e tutto quanto ruotava attorno all’esperienza di M-Sport si trasformò in oro. Ogier vinse il Mondiale, il Navigatore vinse il Mondiale, la Squadra vinse il Mondiale. Re Mida Wilson vinse tutto, e tutto in un giorno memorabile.
Quest’anno non potrà essere così, ma non cambia molto. La faccenda si è fatta talmente ingarbugliata, con tre Piloti in corsa gomito a gomito, che ogni più piccola modifica della situazione, in un senso o in un altro, viaggia con il tenore emozionale del colpo di scena. Colpi di scena, sempre possibili…
 

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