Citroen C5X: l'ammiraglia è tornata, e addio diesel

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Emiliano Perucca Orfei
Ci avevano fatto credere che le ammiraglie le avrebbe fatte DS, e invece ecco una Citroen che riverdisce (anche perché è elettrificata) le glorie della Déesse, della XM e della CX.
18 marzo 2022

Se il concetto di lusso francese è interpretato dal brand DS, quello di spazio e comfort è forse ancora "made in Citroen": sì perché dopo averci mostrato per anni un certo modo di fare automobili nell’alto di gamma, come CX o XM, il marchio reso celebre da prodotti come la “Squalo” o la 2CV aveva un po’ messo da parte il mondo delle grandi ammiraglie per dare vita ad uno sviluppo di gamma più concentrato sulle piccole e le medie dimensioni, con il risultato di aver lasciato orfani centinaia di migliaia di clienti che in questo marchio hanno sempre trovato quel tocco di originalità in più anche per quella vettura di rappresentanza o per famiglia che da alcuni decenni a questa parte è ormai “roba” per i brand tedeschi.

Ci hanno provato, con DS, a fare qualcosa di diverso e di premium, ma in realtà a Parigi hanno visto che potenzialmente manca ancora a molti questo brand, soprattutto il suo confort inarrivabile e quella voglia di essere originali a tutti i costi, anche quando c’è da disegnare e proporre una berlina come la C5X. Il processo di nascita stilistica di questa macchina, lunga 481 cm, non deve essere stato semplice, perché si è coraggiosamente deciso di unire il mondo della berlina a quello del SUV, con tratti ricavati dalle ultime Citroen e accenni al mondo delle modaiole sport utility che hanno portato in dote un design con volumi generosi, una altezza da terra rilevante e forme morbide ma allo stesso tempo anche una aerodinamica da berlina e, soprattutto, un baricentro più basso che ha permesso di lavorare su un assetto morbido senza compromettere in alcun modo stabilità e guida.

Insomma la Citroen C5X non è solo originale, ma nasce per rispettare il capitolato di confort che ha reso celebre l’azienda francese, con tanti elementi di tecnologia che permettono di avere un abitacolo moderno, con un bel display centrale, un head-up display generosissimo e tanti ausili alla guida di livello 2 come il mantenimento della carreggiata o il Cruise control adattivo, ma anche cose più “semplici” come sedili soffici ma sostenuti e sospensioni che sin dalla base prevedono ammortizzatori con fondo corsa idraulico “speciale” o, in opzione, ammortizzatori a controllo elettronico pensati per offrire il massimo confort. 

Spaziosa, ergonomica, la C5X è ben fatta all’interno, anche se qualche plastica potrebbe essere più curata, ed è spinta da una gamma motori in cui manca solo il diesel: si parte da un troppo compatto 1.2 tre cilindri da 130 CV e si arriva ai 225 CV della versione 1.6 plugin hybrid passando per i 180 della 1.6 Puretech senza elettrificazione: il motore intermedio è forse il compromesso migliore tra prezzo e prestazioni ma la hybrid lavora davvero come un’elettrica per i primi 50 km (si ricarica in meno di 2 ore a 7,4 kW) grazie ad una batteria da 12,4 kWh che consente al motore elettrico di muovere l’auto con 112 CV di potenza o contribuire nella spinta complessiva rinvigorendo il funzionamento del motore termico a batteria carica e quando all’interno del pacco batteria l’energia scarseggia: fino all’ultima goccia di benzina, infatti, la C5X hybrid lavora come una full-hybrid con il vantaggio di essere un’elettrica al 100% quando la batteria è carica.

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