CIR 2015. Alessandro Perico, Vincitore del Ciocco

CIR 2015. Alessandro Perico, Vincitore del Ciocco
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Al termine di una gara difficile ma molto ben amministrata, Alessandro Perico e Mauro Turati hanno portato la loro 208 T16 alla vittoria di un rocambolesco Rally del Ciocco. Non ci credevano nemmeno loro…
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
25 marzo 2015

Il Ciocco, 24 Marzo. A non crederci è stato per primo lui, Alessandro Perico, Pilota “privato” di grandi temperamento e classe. Il suo pregio più grande, a parte il “manico”, è stato però quello di amministrare da fuoriclasse una situazione “impossibile”, cercando di stare sempre vicino alla testa della corsa, in modo da esercitare quell’azione di “disturbo” che si è rivelata vincente.

 

Come ti aspettavi che potesse andare, e come è finita?
«Mi aspettavo, sinceramente, di poter stare nei primi cinque. Volevo fare dei buoni tempi, questo sì, e speravo di riuscire a finire nei primi tre, come sono riuscito a fare altri anni in altre edizioni del Ciocco. Sono sempre stato veloce al Ciocco, mi ricordo nel 2012 la Careggine, la Renaio, ero a pochi decimi da Paolo, pochi secondi, ma insomma c’ero e ho concluso al terzo posto. Così anche nel 2013, ero veloce, davanti a Scandola e ho anche vinto delle prove, o più indietro nel tempo, nel 2007 o nel 2005, il primo anno che facevo il Campionato. Altra edizione memorabile, quella volta con pioggia e addirittura neve. Insomma, è una gara che mi piace tantissimo, mi è congeniale, ma veramente non pensavo di essere così vicino, in particolare pensando al problema all’occhio che non era il massimo. Non riuscivo a vedere bene, pensa, e mi impediva anche di concentrarmi come avrei voluto».


Domenica, la svolta…
«Domenica non avevamo altro obiettivo che di cercare di amministrare al meglio il risultato che già avevamo ottenuto, visti anche i problemi di Scandola e Paolo. Era inutile inventarci delle cose da fenomeni quando fenomeni non ce ne sono! Siamo partiti tranquilli, il terzo e il quarto erano distanti, quindi con un buon passo ma senza strafare. Poi ci siamo ritrovati davanti al cofano Basso che aveva toccato e quindi, niente, ci siamo ritrovati primi gestendo una gara che sicuramente era difficile, anche in quel frangente delle ultime due speciali, soprattutto l’ultimo giro. Una prova veramente incasinata».

 

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Alessandro Perico alla guida della Peugeot 208 T16

Sei dunque venuto per fare una corsa che ti piace, intelligentemente, e hai ottenuto il massimo. Questo influisce anche sui programmi futuri, tu che avevi già detto di non voler fare le due Prove su terra?
«Sì, ne ho fatta poca di terra, e non ho moltissima esperienza. Più che altro, però, le prove su terra costano molto, e non abbiamo soldi da buttare in test che ne costerebbero un sacco. Però, anche se non sono velocissimo potrei difendermi e riuscire comunque a stare, per esempio, nei primi cinque, un risultato utile per il Campionato. Potrei cercare un buon passo impegnandomi un poco, e magari recuperare qualche punto utile. Come a Sanremo nel 2013, per esempio, quinti. Certo, una bella giornata di test servirebbe…»


Beh, il Campionato è certamente lungo, e vale la pena di pensarci, no?
«Bah, vediamo, anche l’Adriatico in fondo mi piace. Vediamo cosa riusciamo a tirar fuori dal programma. C’è da dire che sono molto impegnato anche con il lavoro, e con l’impegno di mandare avanti il nostro Team. Lavoriamo molto a casa, e già qui al Ciocco sono arrivato molto stanco e stressato. È diventato un lavoro importante, perché facciamo parecchi noleggi, anche all’estero, stiamo facendo il Campionato portoghese, dove siamo secondi, poi c’è la MilleMiglia. Parecchio lavoro, e un impegno in più che si sovrappone al nostro lavoro della concessionaria e dell’officina».

Poi ci siamo ritrovati davanti al cofano Basso che aveva toccato e quindi, niente, ci siamo ritrovati primi gestendo una gara che sicuramente era difficile


Parliamo del Rally del Ciocco, visto che ti piace tanto…
«Quella di quest’anno è stata un’edizione del Ciocco ancor più impegnativa e completa. Ancor più bella. Anche complessa, agonisticamente e dal punto di vista logistico. Forte dei Marmi, le dodici prove del sabato, la domenica non meno difficile, orari quasi estremi. Molto tosta, e con il rischio di un cambiamento drastico delle condizioni meteo. Un Ciocco difficile, anche fisicamente molto duro, ma molto bello».


E come ha visto Mauro Turati il suo Pilota? Ha cambiato di umore man mano che le cose miglioravano?
Mauro Turati: «Ma si, siamo partiti chiaramente per far bene, e anche quando erano ancora tutti in gara abbiamo visto che i nostri tempi li stavamo ottenendo. Pian pianino, con costanza ma anche raccogliendo i frutti di qualche problema altrui, abbiamo iniziato a risalire e, alla fine, abbiamo concluso questo Rally del Ciocco nel migliore dei modi. Per la verità Alessandro è rimasto di “umore” costante, sempre molto concentrato anche se faceva fatica. È sempre rimasto concentrato sul far bene prima che sulla posizione, indipendentemente dal fatto che il risultato si evolveva in nostro favore. Alessandro faceva molta fatica, a livello fisico ha sofferto molto, perché era lontano dalle condizioni ottimali. Quindi è stato un affrontare una prova alla volta, una dopo l’altra. Mai niente di scontato, abbiamo costruito tutto strada facendo».

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