F1, morto John Surtees: finisce la corsa di un signore d'altri tempi

F1, morto John Surtees: finisce la corsa di un signore d'altri tempi
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Paolo Ciccarone
John Surtees, unico pilota a laurearsi campione del mondo sia in F1 che nel motomondiale, è scomparso a 83 anni. Il ricordo del nostro inviato F1, Paolo Ciccarone
10 marzo 2017

Punti chiave

Sembrava immortale, di quella generazione di piloti indistruttibili che dopo aver corso con le moto e le auto, sopravvissuto al figlio deceduto in gara, pareva un highlander, ovvero un immortale. Invece la corsa di John Surtees si è arrestata il 10 marzo in un ospedale inglese per una crisi respiratoria. Stava male, da tempo, ma non lo dava a vedere. Il mitico John Surtees ogni tanto faceva capolino in autodromo, guardava le auto di oggi e commentava: "Ma come fanno a correre così veloci?".

Era un signore di altri tempi, uno capace di vincere 7 mondiali con le moto e 1 mondiale F.1 con la Ferrari. Erano gli anni 60, passare dalle 2 alle 4 ruote era prassi abbastanza comune. Surtees aveva vinto i mondiali della classe 350 dal 58 al 60 e quelli della 500 nel 56 e poi ancora dal 58 al 60, vincendo i due titoli contemporaneamente. Ma è anche il momento in cui decide di passare alle 4 ruote e si schiera al GP di Montecarlo con una Lotus ma si ritira. In Inghilterra andrà meglio, arriverà secondo, sale sul podio e dimostra di saperci fare.

Enzo Ferrari lo chiama a Maranello, John rifiuta perché non si sente pronto. Ma è questione di tempo e infatti un paio d'anni dopo è con la squadra italiana. Il 1964 l'anno d'oro, vince 4 GP, in Messico si laurea campione del mondo di F.1 grazie all'apporto decisivo di Bandini (una botta al rivale Hill e mondiale a Maranello...). E' il primo e finora unico pilota ad aver vinto in entrambe le categorie. Anni dopo ci ha provato Mike Hailwood ma con le 4 ruote non ha mai colto i successi delle due seppure abbia dimostrato di avere talento.

La famiglia Surtees avrebbe continuato a calcare le scene iridate se nel 2009 in un incidente a Brands Hatch il giovane figlio Henry non avesse perso la vita in un modo assurdo. Una gomma staccatasi da una vettura andata fuori pista lo ha colpito sul casco facendolo morire di colpo. John accettò il verdetto del destino come una specie di rivalsa nei suoi confronti, che anni prima aveva avuto tanti incidenti, quando le piste e i mezzi erano molto più pericolosi uscendone sempre indenne. La passione per le corse, però, era innata e dopo quel mondiale del 1964 ci fu il clamoroso divorzio da Ferrari e l'avventura con altre squadre, tutte di secondo piano e meno competitive come la Cooper o la BRM fino a quando Surtees saltò il fosso e fece una sua scuderia da corsa, costruendo la vettura.

La famiglia Surtees avrebbe continuato a calcare le scene iridate se nel 2009 in un incidente a Brands Hatch il giovane figlio Henry non avesse perso la vita in un modo assurdo. Una gomma staccatasi da una vettura andata fuori pista lo ha colpito sul casco facendolo morire di colpo. John accettò il verdetto del destino come una specie di rivalsa nei suoi confronti

La Surtees F.1 fu presente nel mondiale per diversi anni, ci corsero anche piloti italiani, come Vittorio Brambilla (che a Monza nel 78 ebbe l'incidente al via proprio su una Surtees) o Andrea De Adamich coi mitici colori Ceramiche Pagnossin. Il legame con l'Italia era però sempre molto forte tanto che poi la Ferrari ricucì i rapporti e con Piero Ferrari furono giornate serene a rivivere il passato. John Surtees era spesso a Silverstone e ogni tanto si spostava per il mondo.

Fino a pochi mesi fa lo si incontrava a Singapore o ad Abu Dhabi. A 83 anni era ancora presente e appassionato. Anche se gli anni si facevano sentire. A Silverstone, sullo schieramento, ci fu un incontro con Emerson Fittipaldi e John Surtees. Mi avvicinai dicendo che era un onore stare al fianco delle leggende della F.1. John si fece da parte e disse che la leggenda era Emerson che di mondiali ne aveva vinti di più e meritava rispetto. Invece Fittipaldi gli disse di non scherzare perché John Surtees era la storia del mondiale auto e moto. Un pezzo unico irripetibile. Che il 10 marzo se ne è andato.

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