De Vita: «All'estero un passaggio di proprietà costa 30 euro. Hanno voluto massacrare l'usato»

De Vita: «All'estero un passaggio di proprietà costa 30 euro. Hanno voluto massacrare l'usato»
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Il nostro editorialista Enrico De Vita è tornato a parlare dei costi esorbitanti che gli Italiani, a differenza dei loro vicini europei, devono continuare a sostenere per mantenere auto e moto. Dalle multe, ai carburanti, fino ai passaggi di prorprietà
  • Enrico De Vita
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14 aprile 2014

Il nostro editorialista Enrico De Vita, in onda questa mattina su Radio Città Futura, è tornato a parlare dei costi esorbitanti che gli Italiani, a differenza dei loro vicini europei, devono continuare a sostenere per mantenere auto e moto.

 

Dalle accise sui carburanti, fino alle multe selvagge elevate da autovolex piazzati a trabocchetto, fino a quelle, forse ancora più inspiegabili, legate ai trasferimenti di proprietà.

 

ASCOLTA il podcast dell'intervento del nostro editorialista Enrico De Vita a Radio Città Futura

 

Quanto pesano le tasse sul costo dei carburanti in Italia?

«Per quanto riguarda benzina e gasolio automobilisti e motociclisti versano nelle casse del Fisco sotto forma di accise circa 53 miliardi all'anno. In totale l'automobile contribuisce per oltre il 21% a tutte le entrate dello Stato. Paghiamo tasse sulle assicurazioni, ma anche sui pedaggi autostradali e perché no, anche sui ricambi e sugli pneumatici. Dimentichiamo poi che una quota a dir poco gigantesca delle entrate dei comuni provengono dalle sanzioni. Il fatturato dei Comuni – e non parliamo di Polizia e Carabinieri – prodotto da multe supera i 7,8 miliardi di euro. Di questa cifra viene riscosso effettivamente il 40% perché il resto si perde tra cartelle di Equitalia, nullatenenti e altro. Il fatturato proveniente dalle sanzioni rimane comunque spaventoso, ma siccome i comuni non riescono ad incassarlo per intero aumentano il numero delle “fatture”, ovvero il numero delle multe elevate ai cittadini».

benzina carburanti
Ogni anno il Fisco italiano incassa 53 miliardi dalle accise sui carburanti per autotrazione

 

E' vero che in Italia continuano ad aumentare gli incassi provenienti dalle multe mentre all'estero calano costantemente? Perché?

«Assolutamente sì. In Europa gli incassi provenienti dalle multe diminuiscono anno dopo anno perché le Forze dell'Ordine fanno il loro dovere, l'educazione stradale aumenta e quindi le multe calano fisiologicamente. In Italia invece crescono in maniera vertiginosa, con percentuali a doppia cifra, perché i Comuni continuano a comprare attrezzature elettroniche ed altri strumenti per multare perché per loro è un grosso investimento poter elevare un sempre maggior numero di sanzioni».

 

Quanto costa un passaggio di proprietà in Italia? E nel resto d'Europa invece?
«Per quanto riguarda l'IPT, ovvero l'imposta provinciale di trascrizione, bisogna dire che è un'invenzione tipicamente italiana che va a colpire tutti i mezzi usati che cambiano proprietario. All'estero  - in Svizzera, Francia, Inghilterra e Germania -  il passaggio di proprietà di un mezzo usato costa meno di 30 euro, mentre da noi in Italia ha un costo per l'imposta di registro proporzionale ai cavalli che la vettura aveva quando era nuova. In Italia si pagano quindi 5 euro ogni kW e quindi una vettura da 100 kW arriva a pagare ben 500 euro anche se ha dieci o venti anni di vita».

Un'intera lobby voleva favorire la vendite della auto nuove a scapito dell'usato

 

Quali sono state le conseguenze per il mercato auto?

«Questa impostazione fiscale avvilisce il mercato delle auto più grosse, come le berline da 2.0 litri, che sono i modelli più sicuri ed economici da acquistare, perché ormai si trovano sul mercato a prezzi stracciati perché pagherebbero una tassa d'acquisto superiore al loro valore. La maggior parte del mercato dell'usato infatti in Italia si orienta sulle utilitarie, che sono generalmente più vecchie, deboli, inquinanti e pericolose».

mercato auto europa
In Italia il mercato dell'auto usata è stato affossato in maniera più che consapevole, per favorire le vendite di modelli nuovi

 

In Italia quindi l'IPT di un'auto usata costa quanto quella di un'auto nuova. Com'è possibile? Perché la politica ha voluto tutto questo?
«Sì, costa esattamente quanto quello di un'auto nuova. La tassa di registro degli immobili è proporzionale al valore dell'abitazione. Anche per le automobili dovrebbe valere a rigor di logica lo stesso criterio, invece si paga in base alla potenza. Questa è stata un'invenzione dei passati governi, ma con loro c'era d'accordo un'intera lobby che voleva favorire la vendite della auto nuove a scapito dell'usato. Il mercato dell'usato è stata massacrata in Italia, tanto è vero che si vende un'auto e mezza usata ogni auto nuova, mentre in Germania o in Inghilterra se ne vendono 3,5 o 4,5 usate ogni nuova. All'estero quello dell'usato è un mercato che vale due o tre volte quello italiano».

È una burocrazia che fa pagare il nulla. Queste sono assurde aberrazioni della nostra burocrazia

 

Come si deve fare a cambiare questa situazione?

«Bisognerebbe cambiare la mentalità nella burocrazia. Se una persona oggi volesse rottamare una vettura Euro 0 precedente al 1992, che aveva quindi ancora il foglio completare, sostituito poi dal certificato di proprietà – che era la stessa identica cosa con un diverso nome -, deve prima andare al Pra a farsi fare un certificato di proprietà, pagarlo con il bollo in ogni pagina e dopo va a rottamare distruggendo quindi subito quel certificato appena acquistato. È una burocrazia che fa pagare il nulla. Queste sono assurde aberrazioni della nostra burocrazia».

aci
Il Pra costituisce un doppio registro, che si sovrappone nelle competenze alla Motorizzazione Civile. Per questo da anni si chiede la sua abolizione

 

Come considera l'eventuale ipotesi di una cancellazione del Pra?

«Vent'anni fa ho dovuto lasciare Quattroruote per la battaglia che avevo portato avanti per la fusione del Pra con la Motorizzazione. Il Pra non è altro che un doppio registro, che offre impiego e stipendio a oltre 2.000 persone. Costoro non vanno licenziati, devono essere ricollocati in un nuovo posto di lavoro utile, per esempio per la sicurezza. Oggi invece fanno un mestiere parassitario, riempiendo documenti spesso con degli errori. Questi errori sono costate tragedie ai cittadini, che si sono visti arrivare multe per auto che avevano venduto. Oggi, se si riuscisse a riunire i registri di Pra e Motorizzazione, si farebbe semplicemente il minimo dei minimi per fare quello che fanno in tutti gli altri Paesi. È un inizio, non di certo il raggiungimento di uno scopo finale». 

 

ASCOLTA il podcast dell'intervento del nostro editorialista Enrico De Vita a Radio Città Futura

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