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Bocche cucite in via Cristoforo Colombo, la consegna del ministro Pichetto Fratin è tassativa: non deve trapelare alcuna nessuna indiscrezione, neanche si trattasse del terzo segreto di Fatima.
Sugli incentivi in arrivo a settembre, infatti, si sta giocando una partita politica che va oltre il significato stesso del provvedimento: un braccio di ferro che vedrebbe impegnati da una parte esponenti della fazione storicamente più attenta agli interessi del nord Italia, e dall'altra i partiti a vocazione più generalista, preoccupati delle polemiche che potrebbero derivare da decisioni che escluderebbero dall'acceso al beneficio larga parte del territorio nazionale.
Breve riepilogo della vicenda: con il via libera arrivato dell’Ecofin, l’Italia ha ottenuto l’autorizzazione dell’Unione Europea a destinare parte delle risorse del PNRR al pacchetto di incentivi auto previsto per il 2025.
Una novità normativa importante, che consente al Governo di procedere con l’attuazione di un piano da 1,2 miliardi di euro, incentrato sul sostegno all’economia circolare e sull’acquisto, appunto, di veicoli a basse emissioni, cui andrebbero destinati circa 600 milioni di euro (per la precisione, 597 milioni) per incentivi per comperare vetture ecologiche, con un focus sempre più orientato verso l’elettrico.
Nei documenti ufficiali, infatti, si fa riferimento a “veicoli a basso impatto ambientale”, definizione che nell'interpretazione più rigorosa potrebbe portare ad escludere del tutto le motorizzazioni ibride e plug-in hybrid, ma coerente con le indicazioni comunitarie sul taglio delle emissioni e per favorire la diffusione della mobilità elettrica.
Ma il braccio di ferro si svolge intorno ad un altro tema, ovvero l'ipotesi che ad usufruire del prossimo ecobonus siano solo i residenti nelle FUA (Functional Urban Area), che in italiano diventano le “aree urbane funzionali”.
Si tratta di un inedito soggetto giuridico, che nel sito dell'Istat viene identificato come: "aggregato di comuni contigui, composti da una City e dalla sua commuting zone (area del pendolarismo). La commuting zone è definita dai flussi di pendolarismo per motivi di lavoro registrati al Censimento generale della popolazione 2011".
In soldoni, si tratta di aree densamente popolata, dove struttura principale, la metropoli, ha per corollario diversi comuni limitrofi dove risiedono migliaia di persone che ogni giorno si recano per lavoro, entro i confini della città ricorrrendo al trasporto privato.
Una condizione propria soprattutto dell'area padana o comunque legata al Nord della Penisola, e poco rappresentata al Centro ed al Sud.
Secondo questo schema, chi fosse residente in località dove non si registrano percentuali alte di pendolarismo, sarebbe escluso dagli incentivi; ad una prima valutazione, si tratterebbe di quasi la metà degli automobilisti italiani, ovvero il Paese sarebbe diviso a metà: da una parte i fortunati, dall'altra gli esclusi.
Ripetiamo, si tratta al momento solo di un'ipotesi pur fortemente caldeggiata all'interno del Ministero, che però ha già sollevato dubbi e perplessità, oltre ad essere oggetto di attente valutazioni in termini di ricaduta politica e d'immagine per il Governo.
Quello legato alle FUA non è il solo vincolo previsto per gli incentivi 2025: infatti, e come già nel 2024, l'ecobonus verrà riconosciuto anche in base all'ISEE, l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, il documento che valuta la situazione economica del nucleo familiare.
Nel caso fosse superiore a 30.000 euro, lo sconto al momento dell'acquisto sarebbe ipotizzato di 9.000 euro; se inferiore l'importo salirebbe a 11.000 euro.
Ma anche su questo, al momento, non v'è certezza: non resta che aspettare qualche giorno, perché entro la fine di agosto le linee guida dei prossimi incentivi saranno rese note.
Ed allora si capirà anche quale parte politica avrà prevalso nella decisione finale.