Anno 2025, Assalto alla Dakar. È The Dacia Sandriders

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Presentato il programma Dakar e vista la maquette della nuova Macchina. Confermati gli Equipaggi e illustrata la struttura tecnica e direttiva. La nuova Dacia Dakar sarà spinta da un V6 di 3 litri alimentato a carburante sintetico
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
31 gennaio 2024

Parigi, 30 Gennaio 2024. È Denis Le Vot, CEO di Dacia, che introduce la conferenza stampa di presentazione. È l’introduzione del Team The Dacia Sandriders. Il progetto era già stato annunciato a Luglio dello scorso anno, e già allora aveva destato non poco clamore, e ora abbiamo la certezza che il quadro generale è ancora più ricco. In più, l’occasione è preziosa per avere la conferma che Nasser Al Attiyah ci sarà, e per vedere più chiaro in alcuni dettagli chiave dello sviluppo del Team e della Macchina. Programma di test, competizioni e ambizioni comprese.

Intanto. Più importanti gli uomini (e le donne) o la macchina? Certamente entrambi. Ma le macchine vengono dagli uomini. E allora. Cominciamo dai primi. Tre figure chiave sono ai vertici del Team The Dacia Sanriders. Sono Stiphanie Isnard, Team Principal, Philippe Dunabin, Direttore Tecnico, David Durand, Design Director. I primi due hanno una forte matrice di esperienza WRC portata all’apice dal successo Peugeot DKR, 3 vittorie consecutive negli anni 2016, 2017 e 2018. Durand ha seguito una diversa traiettoria all’interno del Gruppo ed è considerato uno degli “autori” del successo di Dacia. La somma delle esperienze è stellare, ed è la prima firma delle ambizioni sportive del Marchio sotto la guida di Denis Le Vot.

Per quanto riguarda gli Equipaggi che guideranno le Dacia Sandriders, per fortuna nessun colpo di scena (o di testa). Confermata la formazione composta a fine anno. Sébastien Loeb e il navigatore Fabien Lurquin, Cristina Gutierrez e Pablo Moreno Huete, Nasser Al Attiyah e… ecco, questa risposta a domande recenti non c’è. Non ci sarà Mathieu Baumel, e nell’attività Rally, l’imminente MERC, il “Principe del Qatar” avrà al suo fianco Giovanni Bernacchini, con il quale aveva già corso e vinto prima dell’”era” Baumel. Tuttavia non è stato ancora fatto il nome del Navigatore “dedicato” a Dakar e Campionato del Mondo Rally-Raid. (Un nome, un cognome e un nickname precisi in testa ce l’ho, ma aspettiamo…).

La Macchina, vista sotto forma di rendering e maquette, sembra seguire i dettami degli ultimi grandi progetti nati per vincere la Dakar. È un prototipo essenziale sotto il profilo tecnico e del design, e si propone di condensare le esperienze precedenti, eliminandone i limiti e liberando l’evoluzione delle nuove idee, nelle interpretazioni dei Piloti protagonisti. In questo senso la figura chiave non può essere che Sébastien Loeb, apparentemente assai coinvolto nel progetto Dacia. Sulle indicazioni dei Piloti, e sul lavoro congiunto delle direzioni tecniche e del design, nasce la nuovissima, attraente Dacia Sandrider.

Anche in questo caso, la filiera di esperienze competenti e prestigiose non manca. Si parla di Alpine, di Prodrive, di Aramco, ma stando a quanto si evince dalla conferenza, anche di Nissan e Infiniti. Si evince anche uno schema progettuale imperniato su tre punti fermi: semplice, robusto, cool. Si allargano le prospettive. Il telaio tubolare, l’essenzialità delle sovrastrutture in carbonio, e la distribuzione dei pesi tendono a sviluppare un design caratterizzato da maggiore abitabilità, una decisamente migliore visibilità panoramica dal cockpit (vernici antiriflesso), e dal migliore equilibrio possibile tra le caratteristiche stilistiche e racing. Sedili, tessuti, modularità della plancia (e supponiamo almeno pressurizzazione), accessibilità di ruote di scorta e attrezzature, puntano in direzione del confort (che non è ormai più vero che racing sia sinonimo di sacrificio). Il risultato è senza dubbio affascinante, a suo modo elegante, essenzialmente grintoso e fortemente condizionato dalla ricerca aerodinamica. Certo, si tratta della prima interpretazione stilistica che di solito, non avendo ancora altre carte da giocare, guarda al design come unico, iniziale elemento di grande impatto. Poi verranno i test, le corse, gli sviluppi, e la storia insegna che molte cose poi cambiano strada facendo, ma il momento “zero” della Sandrider è quanto meno molto promettente.

Dal punto di vista della meccanica le informazioni fornite sono: motore (ecco Nissan e Infiniti): è un V6 da 3 litri biturbo da 360 cavalli a 5.000 giri, alimentato a carburante sintetico sviluppato da Aramco, coppia di 540 Nm e 4.250 giri. Nuovi lo schema razionalizzato della trasmissione 4x4 e della nuova “centrale” elettrica per i numerosi servizi (per esempio la direzione assistita). Sospensioni a doppio triangolo (niente barre, critica mossa alle progenitrici Prodrive?), ruote e escursione delle sospensioni per ora richiamano unicamente ai imiti del regolamento T1 Ultimate, categoria nella quale la Dacia entra dalla porta principale. Dal momento che l’obiettivo dichiarato è vincere, parliamo di Dakar (già nel 2025, perché no?) e di Campionato del Mondo, anche il programma di lavoro è serrato. Pre test in Inghilterra, test in Marocco in Primavera (come da manuale), discesa in campo al Rally del Marocco a Ottobre. Poi, Gennaio 2025, Dacia Sandrider dissotterra l’ascia di guerra!

© Immagini © Dacia Media

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