Dakar 2023-D7. L’inutile Vittoria di Al Rajhi. Storie di Contorno

Dakar 2023-D7. L’inutile Vittoria di Al Rajhi. Storie di Contorno
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Con tutti i big fuori “registro” ad eccezione di uno solo, Al Attiyah, la Dakar delle Auto è un po’ sconsolata. Inseguitori e vincitori di giornata sono ormai tutti perdenti. La storia lascia il posto alle storielle. Ma anche questa è la Dakar, certo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
7 gennaio 2023

Al Duwadimi, 7 Gennaio. Dud sta bene. Edouard Boulanger, il Navigatore di Stephane Peterhansel che aveva avuto la peggio nel doppio, ormai famoso incidente del KM 212, sta bene. Relativamente, s’intende. Ha una vertebra fratturata, stabile, e verrà trasferito a Monaco dove sarà operato dai medici di Audi.

E la Gara riprende dopo l’incertezza e i colpi di scena della sesta Tappa che ha azzerato la “rosa” dei candidati, lasciandone uno solo in solitaria corsa a sé.  Al Attiyah. In un primo tempo si pensava che anche la Speciale delle Auto, come quella delle Moto, sarebbe stata cancellata, e invece i Motociclisti sono andati via asfalto, e gli Equipaggi Auto hanno, invece, affrontato la Speciale di 333 chilometri più due lunghi trasferimenti. L’obiettivo resta per tutti il waypoint di Al Duwadimi, il bivacco-dimezzato da dove partirà, poi, la ottava tappa con destinazione ancora Riyadh per la giornata di riposo.

La Dakar 2023 delle Auto, diciamo la verità, non ha più una grande storia. È incanalata fissamente in un corridoio che difficilmente può essere smantellato. Solo Nasser Al Attiyah ha il potere di stravolgere un destino che gli decisamente favorevole… dandosi la zappa sui piedi. Per il Principe del Qatar l’unico avversario possibile è l’imprevedibile, e per uno abituato a lottare per primeggiare l’unica nota di crescente disturbo è ora lo stress da niente da fare.

Se non c’è più storia, restano le storielle, eventi che nello scenario di una battaglia di altissimo livello con tutti gli attori in gran forma sarebbero stati marginali, o giustamente interessanti per una dinamica di contorno della Grande Corsa. Un Loeb che paga quasi due ore è gara per un giorno, un Sainz indietro di 28 ore probabilmente avrà poca voglia anche di andare a vincere ancora qualche speciale. Più facile che abbiamo voglia di farlo un Al Rajhi che è abituato a simili alti e bassi, un Chicherit che può aver voglia di mostrare la sua velocità, o un Ekstrom giusto perché è l’ultimo sopravvissuto di un Dream Team. Quel che ne esce è pur sempre gara di brava gente, ma se si è qui per vedere le stelle del firmamento Rally-Raid non è più tempo, per quest’anno alla Dakar. È la cruda realtà, e lo svolgimento della settima Tappa viene a metterlo in mostra perfettamente.

Appunto, ad animare quel che resta della Corsa durante la settima Tappa sono  Chicherit, ProDrive, Al Rajhi, Toyota, e Ekstrom, Audi. Si incaricano di portare un po’ di allegria nella Tappa e trascinano alcune voci nuove sul palcoscenico. Il lituano Vaidotas Zala, la quarta ProDrive, il sudafricano Brian Baragwanat, uno degli autori del nuovo Century Turbo, il cinese Zhang, con la Baic aggiornata a T1 Plus, peraltro miglior Rookie nel 2021. Loeb è comunque uno che merita rispetto e che suscita grande ammirazione. Non si tirerà mai indietro.

E mentre Lategan, Moraes e De Villiers si cureranno solo di difendere la posizione che è già una vittoria, Loeb e Al Attiyah diventano lo specchio di questa strana realtà. Il qatariota farà solo un po’ di conti per cercare di non scendere su un ritmo ridicolo e pericoloso (per la concentrazione) disperdendo manciate del suo vantaggio con i plettri di B.B. King, Loeb andrà all’attacco proprio per andare e riprendere sulla pista l’ormai imprendibile avversario. Quando poi la rossa BRX riuscirà a passare la Toyota multicolore, Al Attiyah si soffermerà per un po’ sulla coda di Loeb, forse per meglio rendersi conto di come guida, di come attraversa, di come attacca.

Al Rajhi vince la Tappa davanti a Zala e Chicherit. Devilliers, Baragwanat e  Lategan arrivano di conserva. Loeb è soltanto nono, Ekstrom si è perso anche lui nella disfatta Audi, Al Attiyah è addirittura 14mo a quasi venti minuti dal vincitore. Si va subito a vedere quale genere di scossa possa aver provocato la lentezza di Nasser, ma non cambia nulla. Ah sì, è sparito anche Ekstrom, che era quinto. Il Principe è sempre più solo, solitario al Comando della Dakar lontanissimo, Lategan, Moraes, De Villiers e Loeb sembrano immobili, in un arco di ritardi che va dall’una alle due ore, come altri tre o quattro insoliti frequentatori della Top Ten. Andiamo a controllare le Astara. Carlos Checa e Laia Sanz (con Maurizio Gerini) hanno chiuso la Speciale al 20° e 22° posto. Eccellente scorcio di Gara. Andiamo anche a vedere i Camion. Bene il Praga di Loprais in Testa, benissimo l’IVECO di Bellina-Gotti-Minelli, anche gli italiani nei primi dieci. Ancora diversa gente in pista, tra le dune.

 

© Immagini ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI

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