Road To Dakar. Turkmenistan, Argentina, Cile… Perù in avvicinamento rapido

Road To Dakar. Turkmenistan, Argentina, Cile… Perù in avvicinamento rapido
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Dopo Atacama e Ruta 40, al Desafio Inca vincono Paulo Gonçalves (Honda) e Orlando Terranova (Mini). A Joan “Nani” Roma il Turkmen Desert Race. Marocco e Portogallo Mondiali, poi è Dakar. Il dramma di Mathias Bellino
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
19 settembre 2018

Road To Dakar, 17 Settembre 2018. Settembre è il mese del grande risveglio. Improvvisamente, dopo il tempo dei pensamenti e dei ripensamenti, delle grandi decisioni, delle trattative, dei sì o dei no definitivi, arriva il momento in cui si deve correre come matti… per correre. La pausa estiva, sebbene sempre più corta, non ha aiutato e si è mangiata tempo prezioso.

Alla fine della stagione “utile” per preparare la Dakar restano da disputare ancora solo poche Corse di alto livello. La Coppa del Mondo FIA Cross-Country Rally (& Baja) si conclude con il Rally del Marocco, 4-10 Ottobre, e la Baja Portalegre 500, 26-28 Ottobre, il Mondiale FIM Rally-Raid va solo in Marocco poiché il rush finale portoghese è titolato per le sole Autovetture.

Se non esistesse la Dakar probabilmente non esisterebbero nemmeno i Mondiali, o sarebbero cosa diversa. Talvolta anche un intero calendario iridato, tenuto conto dei costi e delle difficoltà logistiche, non basta per essere sicuri che la Macchina o la Moto sono quelle giuste per vincere la Dakar di Gennaio. Ecco che vengono buone, quindi, anche altre corse, secondarie sotto il profilo della caratura ufficiale, ma ottime perché cadono nel momento strategico o sono tracciate come aule di scuola per la Grande Maratona dei Motori.

Nani Roma alla Turkmen Desert Race
Nani Roma alla Turkmen Desert Race

Joan “Nani” Roma, in pieno clima di effervescenza della squadra Mini X-Raid, è andato a vincere il Turkmen Desert Race, Rally nato da una costola (almeno dal punto organizzativo) dell’Africa Eco Race, caldeggiato e sponsorizzato dal Governo del Turkmenistan. Bel Paese, più esotico di altri ormai iper sfruttati, e alla ricerca di una riconversione a sfondo turistico di cui le Corse del Deserto possono essere un eccellente “testimonial”. Il nuovo Rally disegnato da René Metge e Jean-Louis Schlesser si sviluppava sulla base di cinque tappe tra Amul e Hazar. Come dice lo stesso Roma, che correva con Alex Haro, tutti i Rally ben organizzati sono un sempre difficile e impegnativo banco di prova. Buona, anzi ottima palestra per proseguire nel programma che porta a Lima. Su una cinquantina di Macchine alla partenza, Roma ha battuto molti locali, qualche altro “collega” in allenamento, tra questi Zapletal con un Hummer, Mardeev e Sotnikov con i “mostruosi” Kamaz, Hunt con la sempre viva Peugeot gestita da PH Sport, e gli italiani Rizzardi, Marrini e i gemelli Le Lorenzo.

Più attive le Moto, che solo nell’ultimo mese hanno corso due Prove del Mondiale, in Cile e Argentina, e un piccolo Rally perfettamente propedeutico in Perù, il Desafio Inca. Occasione più che propizia, necessaria per il rientro progressivo di un buon numero di Piloti infortunati a inizio stagione, come De Soultrait, Gonçalves, Van Beveren, Barreda.

In Cile il bellissimo Rally di Atacama, organizzato nello stupendo omonimo Deserto dalla Compagnia di Gerardo Fontaine, ex amico e braccio destro di Carlo De Gavardo. Terza Prova del Mondiale. Il Rally va nel palmares di Kevin Benavides, che vince davanti a Toby Price e a spese del vincitore delle precedenti edizioni e leader del Mondiale, Pablo Quintanilla. “Quintafondo” è l’autore di un errore banale, ma fatale. È anche Il Rally in cui, purtroppo, Joan Barreda cade nei primi chilometri e si frattura nuovamente il polso già più volte offeso. Per il fortissimo Pilota spagnolo è un altro calvario.

In Argentina il Desafio Ruta 40, Mondiale e Dakar Series sulle piste ex dakariane, per il momento almeno, del teatro fantasmagorico tra le dune di Fiambalà. Ancora una vittoria Honda, Paulo Gonçalves, ancora davanti a Price e Quintanilla, e il bruttissimo incidente di Mathias Bellino, in Gara come wild card con la Honda ufficiale e ora davanti al frangente più drammatico della sua carriera e della sua vita. L’Avventura del sogno dura appena due giorni. L’ex Campione del Mondo di Enduro Junior e E3, e vincitore di quattro Sei Giorni con la Francia, cade, si frattura cinque vertebre e perde l’uso delle gambe. Adesso Bellino deve fronteggiare una difficile, in tutti i sensi, riabilitazione. Greg Gilson ha aperto una pagina web di sostegno, all’indirizzo https://www.lepotcommun.fr/pot/yjljqkwr, attraverso la quale è possibile fare qualcosa di veramente utile e serio per lo sfortunato Pilota francese.

Paulo Gonçalves
Paulo Gonçalves

In Perù la veloce, intensa, affollata scorribanda nel Deserti di Ica e limitrofi, aree geografiche che hanno interessato, e interesseranno nel prossimo, quasi immediato futuro, la Dakar. È il Desafio Inca, per Moto e Auto nel circuito Dakar Series che capita a fagiolo. Si tratta, infatti, di una tre giorni su tre “anelli” di sabbia, palestra perfetta e obbligatoria per un buon numero di Ufficiali. Tra le Moto vince ancora Paulo Gonçalves, questa volta davanti a Walkner e Short, tra le Auto è ancora Mini, che impone l’argentino Orlando “Orly” Terranova. Juan Carlos Salvatierra, idolo boliviano, vince la sua prima Gara con un Quad.

In Marocco, prima settimana di ottobre, si decide comunque il Mondiale delle Moto. Quintanilla “rischia” di vincerlo per la terza volta consecutiva (come Marc Coma), ma per farlo deve gestire oculatamente gli otto punti di vantaggio che ha su Benavides. In occasione del Rally comprato e rinnovato da David Castera potrebbe decidersi anche la Coppa del Mondo delle Auto. Il leader della graduatoria, il polacco Jakub Przygonski, Mini X-Raid, ha oltre sessanta punti di vantaggio sul Russo Vladimir Vasilyev, Team G-Energy.

A margine, la Panafrica, ennesima rivisitazione in chiave Rally dell’asse Fez-Erfoud-Merzouga nello sfruttatissimo deserto del Marocco. Giusto per dire che ha vinto il neo acquisto Sherco Michael Metge, davanti a Mario Patrao e al fratello Adrien. Poi quattro italiani, Gerini, Lucci, Agazzi, Cipollone e un altro, Ruoso, primo della categoria Maxi Trail. In Africa torna anche il mitico Gerard Farres, per una nuova carriera con gli SSV.

L’impressione è che Mini e Honda abbiano spinto sull’acceleratore puntando al successo in ogni Rally al quale hanno partecipato. Forse per mettere paura agli avversari o per farsi notare

Per sintetizzare. Tutti al lavoro, secondo programmi un poco diversi o di differente intensità. L’impressione è che Mini e Honda abbiano spinto sull’acceleratore puntando al successo in ogni Rally al quale hanno partecipato. Forse per mettere paura agli avversari o per farsi notare. Honda ha vinto tutto, ma al prezzo di due infortuni gravi, Mini ha vinto e convinto e… non è finita, pronti a girare pagina con un click.

KTM-Husqvarna e Toyota hanno, invece, scelto un programma di preparazione con un profilo più basso, cioè seguendo da una certa distanza le vicende più appuntite dei Rally ai quali hanno partecipato, o preparando privatamente la propria Campagna Dakar 2019.

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