Aumento delle tasse in F1: una battaglia d'immagine e politica

Aumento delle tasse in F1: una battaglia d'immagine e politica
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Paolo Ciccarone
Dal prossimo anno aumenteranno le tasse di iscrizione al mondiale di F1, ma solo pochi team protestano e senza troppa convinzione... Ecco perché | <i>P. Ciccarone, Abu Dhabi</i>
3 novembre 2012

Abu Dhabi - Ieri, però, è andata in scena un’altra parte della guerra sotterranea della F.1. La FIA,  la federazione internazionale, ha aumentato le tasse di iscrizione al mondiale del prossimo anno. Dopo qualche timido tentativo di protesta, hanno firmato tutti l’accordo, compreso quella norma che prevede un aggravio di tasse per il campione del mondo.

 

Mentre le altre scuderie pagheranno 5 mila euro per ogni punto conquistato, oltre alla tassa fissa di quasi 400 mila euro, il vincitore del mondiale ne pagherà 6 mila! Aumentate anche le tasse per i piloti e anche qui il campione del mondo avrà un aggravio di costi.

 

«Se va avanti così diremo ai piloti di frenare» - ha scherzato un team manager - «Hai visto mai che ci arrivi una cartella Equitalia da paura!.» Ma lo scenario è più complesso perché nell’accordo per il futuro della F.1, che avrà scadenza 2020, le squadre avranno più soldi da spartirsi.

 

Finora hanno firmato l’accordo in 6, con l’esclusione della Mercedes fra i top team, ma l’arrivo di Niki Lauda al vertice della squadra fa supporre che anche questa a breve firmerà il contratto. Così i vertici di Stoccarda, che si erano opposti, avranno salva la faccia e le casse saranno piene…

 

Infatti è una battaglia di immagine e politica: Mercedes voleva più soldi, come la Ferrari, sostenendo che disputa il mondiale dal 1950 mentre il team recente sono appena due anni che è in pista. Se i dirigenti Mercedes hanno rifiutato, ma il nuovo responsabile Niki Lauda lo fa, loro non perdono la faccia ma partecipano lo stesso agli utili e alle decisioni

 

Infatti è una battaglia di immagine e politica: Mercedes voleva più soldi, come la Ferrari, sostenendo che disputa il mondiale dal 1950 mentre il team recente sono appena due anni che è in pista. Se i dirigenti Mercedes hanno rifiutato, ma il nuovo responsabile Niki Lauda lo fa, loro non perdono la faccia ma partecipano lo stesso agli utili e alle decisioni.

 

Infatti chi non firma il contratto entro il prossimo 30 novembre, potrà partecipare alle riunioni sui regolamenti, ma non ha diritto di voto. Ed ecco che, a una norma assurda come quella dell'aumento delle tasse alla FIA, invece che coalizzarsi, si sono trovati tutti d'accordo nell'accettare: gli hanno tolto 10 per far recuperare 12 da un'altra parte.

 

Quindi le tre facce della medaglia della F.1, squadre, FOM e FIA, hanno trovato il modo di mettersi d'accordo. Manca un tassello, le TV e la stampa, che vengono spremuti oltre il dovuto: ma ci hanno pensato questi signori cosa accadrebbe se invece di parlare di F.1 si cominciasse a parlare di altre categorie o di altri sport? Chi lo spiega agli sponsor? Peccato che fra i media manchi un sindacato capace di ottenere qualcosa come fanno le scuderie.

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