F1 2015, GP Cina: una gara senza brividi. Urge semplificare

F1 2015, GP Cina: una gara senza brividi. Urge semplificare
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Senza storia e senza brividi la F.1 in Cina non ha offerto uno dei migliori spettacoli della sua storia e la doppietta Mercedes davanti alle Ferrari conferma ancora una volta che la colpa è della tecnica esasperata | <i>P.Ciccarone</i>
12 aprile 2015
Shanghai – Senza storia, senza brividi, tutto come se fosse una processione pasquale. La F.1 in Cina non ha offerto uno dei migliori spettacoli della sua storia e la doppietta Mercedes di Hamilton e Rosberg davanti alle Ferrari di Vettel e Raikkonen e alle Williams di Massa e Bottas conferma ancora una volta che il mondiale della tecnica esasperata porta a questi risultati.
 
Da italiani quando vince la Ferrari accettiamo tutto, anche la noia davanti alla TV, ora che è la Mercedes a farlo, c’è poco da esaltarsi se poi, nel dopo gara, la coppia Hamilton Rosberg sembrava Vianello Mondaini che si tirano i piatti dopo la cena. Infatti, arrivati a questo punto, sono due le possibilità di vedere qualcosa di nuovo. 
 
La prima, sportiva, che la Ferrari riduca quel divario di otto decimi al giro e che si possa avvicinare. In questo modo, fra strategie e nervosismo, magari salta fuori qualcosa in più dello spettacolo attuale. La seconda, che fra Hamilton e Rosberg scoppi finalmente la coppia come non è accaduto l’anno scorso. Il fair play di Nico, infatti, è venuto meno: “Lewis mi ha rovinato la gara perché se mi avvicinavo troppo rovinavo le gomme e quindi ho dovuto anticipare gli stop per difendermi da Vettel invece che attaccare Hamilton”. Replica dell’inglese: “Eri a due secondi di distacco, se eri più veloce potevi passare”. Come dire cavoli tuoi. 

La lotta diventa politica

Ecco, in questo momento con Hamilton primo in classifica generale e una Ferrari in rimonta, la lotta diventa politica. Hamilton sta trattando il rinnovo del contratto con Mercedes e chiede tanti soldi, mettere Rosberg in una situazione simile vuol dire due cose: far scattare una scelta del team a vantaggio del pilota meglio piazzato (Lewis) per evitare brutte sorprese di rimonta Ferrari e poter chiedere più soldi nel rinnovo del contratto. Con in più le varie possibilità che ci sono sul mercato, leggi Ferrari con un Raikkonen in scadenza a fine anno. Ecco perché questa gara cinese, pur nella noia mortale del suo svolgimento, fa capire meglio cosa c’è in ballo per il futuro. E con la Renault in crisi (rotture di motori per Kvyat e Toro Rosso, problemi vari di altro genere) la voglia di rivoluzionare tutto è molto forte. 

Se è un mondiale piloti, quindi una sfida fra uomini, bisogna ridurre la parte tecnica e lasciare spazio a chi guida

Bisogna semplificare

Il mondiale della tecnica, infatti, può piacere ai costruttori che vincono, quelli che perdono e chi sta in tribuna se ne infischiano delle sottigliezze. Se è un mondiale piloti, quindi una sfida fra uomini, bisogna ridurre la parte tecnica e lasciare spazio a chi guida. Invece si è visto, ancora una volta e non è l’ultima, come la classifica la facciano sempre più le macchine. 

Un ulteriore esempio?

La lotta Button Maldonado. Quest’ultimo ha un motore Mercedes da 180 cv in più della McLaren, eppure faticava ad andarsene perché la monoposto spinta dal motore Honda di Button aveva miglior trazione e aerodinamica. Ma entrambi navigavano nelle retrovie: infatti, il motore giapponese non ha potenza e anche se la McLaren è buona, chiudevano gli schieramenti. In queste condizioni i piloti non possono fare molto, devono abbozzare e chi sta in tribuna fatica a capire cosa succede. 
 
Urge semplificare o mettere tutti sullo stesso piano. Rivoluzione è parola grossa, di sicuro di questo passo il giocattolo si rompe.
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