F1. Con la pole ad Abu Dhabi, Max Verstappen cercherà di prendersi di forza il mondiale che merita

F1. Con la pole ad Abu Dhabi, Max Verstappen cercherà di prendersi di forza il mondiale che merita
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Max Verstappen scatterà dalla pole position nel Gran Premio di Abu Dhabi 2025 di Formula 1. La sola vittoria non gli basterebbe per prendersi il mondiale che merita, ma ha qualche asso nella manica da giocarsi
6 dicembre 2025

Max Verstappen non ha nulla da dimostrare, ma corre con la fame di chi non ha mai vinto nulla, pur essendosi preso tutto nell’era dell'effetto suolo. Nelle qualifiche del Gran Premio di Abu Dhabi 2025 di Formula 1 ha colto fieramente la pole position, come se fosse il compito più facile del mondo. Ma per prevalere sulle McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri, la Red Bull ha dovuto lavorare di fino sull’assetto, riuscendo come spesso accade a superare i problemi di correlazione che l’affliggono da tempo sfruttando i dati raccolti in pista e facendo di conseguenza un salto di qualità tra il venerdì e il sabato.

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È il marchio di fabbrica della gestione di Laurent Mekies, leader dall’indole calma e dal piglio ingegneristico che ha cambiato il modus operandi della Red Bull, riuscendo a capitalizzare al meglio il buon lavoro svolto con gli aggiornamenti deliberati sotto la gestione precedente. È grazie a tutto questo se oggi Verstappen in Q3 è stato in grado di suonare la carica sin da subito, confermando poi lo slancio anche dopo che le McLaren avevano calzato gomme soft fresche, e senza la scia di Yuki Tsunoda. La sua partenza al palo Verstappen se l’è costruita preparando al meglio gli pneumatici per partire a cannone nel primo e nel secondo settore, dove ha fatto la differenza.

Che la McLaren potesse dire la sua nel terzo settore era preventivabile, adatto com’è questo tratto della pista a una macchina che brilla nelle curve a media velocità. Ma non è stato sufficiente a evitare che Norris e Piastri accusassero due decimi di distacco dall’uomo che continua, un risultato di peso dopo l’altro, a far vacillare le loro speranze mondiali. Piastri con l’evoluzione della pista sembra rinato, mettendosi alle spalle le solite difficoltà che lo affliggono quando la MCL39 in condizioni di basso grip diventa capricciosa. Il vero scontento delle qualifiche è per forza di cosa Norris, però.

Un secondo posto domani gli basterebbe per chiudere i giochi del mondiale, ma non è da sottovalutare il peso psicologico di non poter contare sulla pole position in partenza. Norris allo start si è spesso ammutolito nel corso della sua cavalcata verso il mondiale, e la presenza di un arrembante Max Verstappen al suo fianco potrebbe farlo scivolare indietro anziché proiettarlo in avanti. E sarà molto interessante anche vedere quale sarà la dinamica all’abbrivio con Piastri, a sua volta ancora in gioco per il mondiale, pur se arretrato rispetto a Verstappen.

Non è poi da sottovalutare l’ingerenza di altri piloti nell’economia del gran finale della lotta per il mondiale. Tra questi spicca George Russell, quarto dopo essere arrivato pericolosamente vicino a impattare con le barriere nella Q3. Aveva chiesto scherzosamente di essere mandato in pista alle spalle di Verstappen per avere la scia di quest’ultimo, e ha chiuso le qualifiche in una posizione privilegiata per potersi inserire nella mischia. Ma Russell ai giornalisti presenti in pista ad Abu Dhabi ha parlato di una tattica che Verstappen potrebbe ragionevolmente usare domani.

Così come tentò di fare Lewis Hamilton con Nico Rosberg nel 2016, Verstappen potrebbe sfruttare le caratteristiche della pista per imporre un ritmo blando e compattare in questo modo la mischia. Una mossa, questa, che non solo esporrebbe i piloti della McLaren a potenziali attacchi altrui, ma li costringerebbe a girare nell’aria sporca di chi li precede, con tutte le conseguenze del caso sull’efficienza aerodinamica della monoposto e sulla gestione delle gomme. Potrebbe essere un modo per sparigliare ulteriormente le carte in tavola in una corsa che promette caos.

Nelle posizioni di rincalzo alle spalle dei tre contendenti per il titolo mondiale troviamo anche Charles Leclerc, che si porta in saccoccia la soddisfazione di aver massimizzato il risultato con una monoposto che continua a risultare estremamente capricciosa sul giro secco. Il fatto che Leclerc fosse sorpreso di aver passato il taglio della Q2 a fronte di un vero e proprio rodeo – ha parlato di sensazioni da rally via radio – dà la misura dello sforzo di un pilota che non si arrende mai di fronte alle difficoltà. Non è stata lasciata intentata alcuna strada per avere ragione della SF-25, visto che la monoposto è stata rivoltata come un calzino tra venerdì e sabato e che Leclerc, per sua stessa ammissione, ha puntato ancora una volta su un assetto aggressivo.

C’è un baratro tra Leclerc e Lewis Hamilton, fuori per la quarta volta consecutiva alla Q1. Las Vegas, la sprint qualifiying del Qatar, la qualifica di Losail, oggi: un supplizio che sembra non finire, per un pilota che ormai è l’ombra di sé stesso. Avrebbe dovuto portare la Ferrari al successo, ma in un annus horribilis per la Rossa Hamilton si è perso. È troppo impegnato a fustigarsi, aprendo ancora di più la voragine che lo sta inghiottendo un risultato pessimo alla volta, per ritrovare sé stesso. E non è chiaro quanto delle disavventure di Lewis sia dovuto alla SF-25, quanto al suo pessimismo cosmico e quanto allo smalto perso.

Hamilton domani scatterà dalla sedicesima posizione, la stessa da cui prese il via Nicholas Latifi nel 2021, poco prima che Lewis vedesse sfumare il suo ottavo titolo mondiale per una farsa limacciosa che ancora oggi macchia un titolo che Verstappen avrebbe meritato per il suo rendimento nell’intero campionato. Quattro anni dopo, Max è in lizza per un’altra iride. E scattando dalla pole position a Yas Marina, cercherà di farla sua. Perché uno come lui ha sempre fame di vittoria. Anche se non ha nulla da dimostrare.

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