F1, GP Abu Dhabi 2018: Hamilton, solito copione

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Paolo Ciccarone
Nelle qualifiche di Abu Dhabi va in scena il solito copione, con Lewis Hamilton più veloce di tutto. Addio mesto per Fernando Alonso, solo quindicesimo
24 novembre 2018

ABU DHABI - E' l'ultima qualifica della stagione e tanto per ribadire chi è il più forte, Lewis Hamilton si è piazzato in cima alla lista dei tempi, mostrando una classe notevole che tutti gli riconoscono. Eppure l'inglese, 5 volte mondiale, trova il modo di lamentarsi di qualcosa che non va, come se avere tutto tranquillo fosse un difetto. Peccato questo suo atteggiamento, perché sono piccoli dettagli che creano disaffezione nei tifosi. Così come il rispetto delle regole, vedi ingresso ai box in retromarcia che è una manovra vietata a partire dalla Formula Junior figurarsi in F.1, eppure solo una tiratina di orecchie per Hamilton, che non ha bisogno di questi trattamenti dai commissari. Come dire che al di là di quello che si è visto, una sberla potrebbe fargli bene e se non fa bene a lui potrebbe essere utile per tutti nell'ambiente.

In ogni caso anche ad Abu Dhabi è andato in scena il solito copione, perché se dietro alle due Mercedes di Hamilton e Bottas, bravo nel contenere il divario, ci sono le due Ferrari di Vettel e Raikkonen e poi le due Red Bull di Ricciardo e Verstappen. E' il gioco delle coppie che si è visto tante volte durante l'anno e che fa capire come siano le vetture a determinare la classifica, e fin qui ci eravamo arrivati tutti, ma che su certe piste dimostra come nemmeno il pilota possa fare la differenza. Ovvero, se la Red Bull è macchina da terza fila, sicuri che da lì non si sposta. Il pilota, metti Verstappen o Ricciardo, potrebbero fare qualcosa in altre condizioni e lo stesso vale per i piloti davanti, ma con queste regole e queste auto non si combina nulla di più di quanto consente telaio aerodinamica e motore.

E quindi, a questo punto, non resta che la partenza, vedere chi esce indenne dalla prima curva, chi non sbaglia strategia e poi, finalmente, tutti a casa. Perché si conclude una stagione lunga, 21 GP, stressante, in cui tutti sono nervosi, stanchi e con la mente altrove. Come Alonso, che chiude qui la carriera in F.1 e pensa già a cosa fare in futuro, circondato dalla famiglia, dalla sorella con le nipotine e da tanti episodi a ricordo della giornata. Dal casco speciale, alla colorazione della sua McLaren alla tuta unica della Sparco coi colori di Fernando.

ad Abu Dhabi è andato in scena il solito copione, perché se dietro alle due Mercedes di Hamilton e Bottas, bravo nel contenere il divario, ci sono le due Ferrari di Vettel e Raikkonen e poi le due Red Bull di Ricciardo e Verstappen

Un addio mesto, 15 posto in griglia, sulla pista che gli ha dato la peggiore delusione della carriera. Quella del 2010, quando con 14 punti di vantaggio in classifica generale, vide il mondiale nelle mani di Vettel per un errore di strategia del team. Ricordi, appunto, che ognuno manterrà per sè con l'unica certezza che in gara i primi sei vorranno iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro della gara a ricordo di un anno fantastico (Hamilton) o di una rivincita (Bottas e Vettel) e di un addio (Ricciardo dalla Red Bull e Raikkonen dalla Ferrari). Poi il rompete le righe, saluti, titoli di coda e via tutti. Dimenticandosi il passato.

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