F1, GP Australia 2017: i grandi assenti

F1, GP Australia 2017: i grandi assenti
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Paolo Ciccarone
Tra pochi giorni il mondiale 2017 di Formula 1 prenderà il via con il GP d'Australia. Ecco i grandi assenti di questa stagione
21 marzo 2017

Non sarà il solito week end di apertura del mondiale, sarà un giorno diverso perché comincia una nuova era, quella di Liberty Media al timone di comando e come primo effetto ci sarà l'assenza di Bernie Ecclestone da un circuito mondiale. È già successo altre volte, ma il buon Bernie, a 86 anni, era sempre vigile e attento, al punto che pure a notte fonda (Londra) chiamava e si informava a Kuala Lumpur o Melbourne stessa per distribuire pass, inviti e altro ancora. Sarà la prima assenza ufficiale di Ecclestone e naturalmente la sua assenza sarà... la più presente in pista. Dato per scontato che si parlerà del futuro facendo sempre riferimento a lui, in Australia sarà la volta di altri assenti.

Nico Rosberg

Il campione del mondo ha staccato la spina dopo l'ultima gara del mondiale, ma lo si è visto in pista a Barcellona per i test. Voglia di tornare a correre poca, ma di restare nel mondo delle corse, tanta. Al punto che sta valutando in che modo mettere a frutto la sua esperienza e la sua passione per le gare. Per ora fa l'ambasciatore Mercedes, che non vuol dire nulla tranne che deve mantenere fede agli impegni presi come testimonial altrimenti niente stipendio a casa, anche se non ha problemi a sopravvivere. La sua ombra nel garage Mercedes sarà molto viva e i riferimenti con Bottas scontati. Povero finlandese, doversi scontrare non solo con Hamilton ma confrontato con Rosberg che non c'è...

Pasquale Lattuneddu

Dopo 28 anni (era il 1989) Pasquale non sarà più in pista. Ha mollato l'ufficio di Londra, sta tirando il fiato e valutando le varie proposte che ha sul tavolo. Più di Ecclestone sarà la sua mancanza quella più sentita. Aveva fatto diventare il paddock una città organizzata, conosceva tutti, distribuiva su ordine di Bernie i pass e teneva sotto controllo le varie situazioni. Per lui è un cambiamento epocale, una svolta nella vita come quella che avvenne tantissimi anni fa con Ecclestone e il nuovo ruolo nei box. La sua assenza si farà sentire perché sapeva perfettamente dove mettere le mani, conosceva tutti gli anfratti del sistema, anche perché li aveva creati lui. Viaggiava sempre nell'ombra di Ecclestone, ha saputo gestire con intelligenza e tatto un ruolo difficile, ha saputo stare al suo posto (ed era difficile viste le tante occasioni presenti in quel mondo) e ora, si è ritrovato fuori da un meccanismo che lo vedeva ingranaggio principale. I nuovi arrivati di Liberty Media hanno perso un personaggio prezioso.

Pat Behar

Il simpatico Pat, delegato FIA per i fotografi, era qualcosa di più di un ufficiale federale, era un amico, un collega una certezza. Ha calcato le piste per anni come fotografo, ha lavorato con i più grandi giornali e agenzie, sapeva tutto di come si vive dall'altra parte della barricata. Ora sarà negli uffici di Parigi, costretto a restare in sede senza mettere piede in pista. Un po' la salute malandata, un po' i nuovi scenari, fatto sta che ai fotografi (ma anche ai giornalisti) viene a mancare un punto di riferimento. Conosceva tutti, sapeva chi mentiva e chi faceva il furbo, dava una mano quando poteva farlo e se non poteva trovava sempre una soluzione. Nel nuovo che avanza il vecchio sicuro e affidabile, sarà una mancanza enorme. Buon lavoro Pat!

Francesco Uguzzoni

A Maranello Francesco Uguzzoni faceva il capo meccanico, 54 anni, era da una vita alla Ferrari. Ora non sarà più in pista. Ugu, come lo chiamavano gli amici e colleghi, appende la chiave inglese al chiodo, si fa per dire. Il suo ruolo in passato aveva visto gente come Corradini, Scaramelli, Borsari, Bellentani tanto per citarne alcuni fra i più noti, gente divenuta leggenda. E in qualche modo diventato leggenda egli stesso. Dieci anni fa fu lui, per caso, a scoprire il tentativo di sabotaggio delle macchine prima di Montecarlo, da cui prese il via l'inchiesta sulla spy story e le accuse a Nigel Stepney. Fu sempre lui a dare il via, involontario, a Massa in quel disgraziato GP di Singapore del 2008, quando il bocchettone della benzina rimase attaccato e per Felipe fu il colpo finale di un mondiale sognato e sfiorato. La disperazione di Uguzzoni dopo la gara stava tutta nelle lacrime amare che versava nel retro box con Domenicali che provava a consolarlo. Non era solo un errore, era una fede, una passione smisurata per la Ferrari che veniva macchiata da uno sbaglio, una inezia, un decimo di secondo di troppo, e che aveva rovinato una corsa. Ora Ugu starà in ufficio, aveva avuto una bella proposta dalla Williams, ma quando sei ferrarista dentro, lo sei per sempre e così Uguzzoni sarà in sede e guarderà con nostalgia i colleghi in pista.

Vincenzo Santangelo

Per molti un emerito sconosciuto, per tutti Vincenzo, l'ultimo chef della Ferrari che da quasi 20 anni ha servito piatti nei motor home del circus iridato. Dapprima con la Bridgestone, con l'apertura di ristoranti rinomati in Giappone, poi alla Ferrari fino a diventare responsabile del catering. Ma anche per lui a Maranello è scattata la parola fine. D'altronde, un conto è la squadra, con sede a Maranello, un altro il catering con le sedi inglesi, i pagamenti che vanno e vengono, i conti da pagare, le spalle troppo piccole per far fronte a impegni così grossi, perché sarai pure la Ferrari ma la burocrazia e i tempi da rispettare sono quelli di tutte le aziende. E così Vincenzo ha detto basta, ha preferito tirare il fiato e i suoi piatti non li assaggeranno più. Con lui la stampa aveva incontri fugaci, un apprezzamento per il menu, consigli sull'aceto balsamico da prendere, la carne da cuocere a fuoco lento. Era sperimentazione avanzata anche quella, diversa dalla pista, ma c'era innovazione e ricerca anche fra i fornelli.

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