F1, Gp Austria 2016: Ferrari, di chi è la colpa della foratura di Vettel?

F1, Gp Austria 2016: Ferrari, di chi è la colpa della foratura di Vettel?
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Paolo Ciccarone
Quali sono le cause della foratura della posteriore destra di Vettel in Austria? Il nostro inviato, Paolo Ciccarone, indaga
3 luglio 2016

Lo scoppio è stato assordante, al punto che in sala stampa si è sentito distintamente come se fosse stata una bomba, poi si sono visti volare in aria (e siamo al terzo piano) dei pezzi di gomma e detriti e poi in fondo la sagoma rossa che gira in tondo fino a fermarsi. E’ il 26 giro di gara, Vettel è al comando quando cede di schianto la gomma posteriore destra della sua Ferrari. Si viaggia a oltre 300 orari, il sangue freddo o la fortuna ci mettono una pezza e tutto si risolve con una gran paura e le domande del caso: la Ferrari ha sbagliato a ritardare il pit? C’è stato un difetto della gomma Pirelli? Ha sbagliato Vettel o altro ancora? Il dopo gara svela alcune cose.

La prima, Hamilton con le ultrasoft, quindi più morbide, le ha cambiate al 21 giro, la Ferrari con le soft (quindi più dure) era al 26 e i segnali di usura non davano nulla di preoccupante: “Infatti il pilota ci diceva che andava tutto bene ma noi guardavamo anche i sensori coi dati e fino al momento dell’esplosione andava tutto secondo i programmi” dice Maurizio Arrivabene. Allora, la gomma era in linea coi consumi, i tempi sul giro erano nella finestra a questo punto si può ipotizzare un ritardo al pit per la pioggia prevista o era strategia? “Non era per la pioggia, avevamo pensato a delle opzioni, se la gomma reggeva e lo stava facendo, avremmo ritardato di altri 4 giri e poi messo un solo treno di gomme fino al fine e là ce la potevamo giocare visto che Rosberg aveva fatto un pit anticipato, Hamilton due e con quello che è successo poi magari ci scappava il colpaccio”.

A questo punto si tira in ballo la Pirelli: la gomma era stressata? Secondo il costruttore italiano no, era tutto nelle norme, per cui solo alla fine dell’analisi del rottame sarà possibile dire cosa è successo e forse nemmeno visto che c’è rimasto poco. C’è da dire che in tutto il week end, nonostante le sospensioni rotte sui cordoli e con tutte le mescole, nessuna gomma ha dato segni di cedimento, quindi non è un problema strutturale e nemmeno di usura. Restano due cause: la prima, un difetto di costruzione. Difficile ma sempre possibile anche in percentuali minime. La seconda, più probabile, un cordolo preso male che ha tagliato la gomma al punto da farla esplodere.

Fra sei giorni si corre in Inghilterra, con un Vettel nervoso che va via senza parlare con la stampa, un Arrivabene che aspetta una vittoria come l’aria che respira e una squadra che di gara in gara non ne viene fuori, sarà un’altra prova del fuoco

Sfortuna si può dire, sia in un caso sia nell’altro, perché se c’è una gomma difettosa sulle 1000 portate in pista finisce proprio alla Ferrari. E sfortuna se finisce su un cordolo al punto da tagliarsi. In ogni caso è andata così e per sdrammatizzare si può dire che la Germania ha eliminato l’Italia negli europei di calcio, una italiana (involontaria) ha eliminato un tedesco dalla gara. Piuttosto, alla fine il bilancio parla ancora di un podio con Raikkonen, terzo, che non è stato per nulla incisivo, tanto che alla fine si è trovato lì perché Rosberg ha concluso con la macchina a pezzi dietro del ferrarista e Ricciardo ha fatto un pit in più a 15 giri dalla fine, altrimenti si viaggiava fra il quarto e il quinto posto. E questo il finlandese è il primo, onestamente, ad ammetterlo. Fra sei giorni si corre in Inghilterra, con un Vettel nervoso che va via senza parlare con la stampa, un Arrivabene che aspetta una vittoria come l’aria che respira e una squadra che di gara in gara non ne viene fuori, sarà un’altra prova del fuoco.

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