F1, GP Austria 2020: le pagelle del Red Bull Ring

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati del Red Bull Ring nelle pagelle del Gran Premio d'Austria 2020 di Formula 1
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
6 luglio 2020

La buona notizia è che sono finalmente partiti, quella meno buona è che al di là di una gara oggettivamente molto divertente per una somma di episodi (e un uso un po’ generoso della safety car), rischiamo di avere a che fare con un Mondiale dall’esito già segnato.
Nel frattempo, a sorpresa ma non troppo, vince la prima Bottas, capace di un giro magistrale al sabato e di una gara sempre perfetta, nella quale ha saputo reggere bene alla pressione di Hamilton durante le varie ripartenze. Il finlandese parte sempre forte a inizio campionato, salvo sciogliersi verso maggio, ora la domanda legittima è: avendo eliminato maggio dal calendario, il buon Valttieri sarà capace di reggere fino alla fine, scoprendosi un novello Rosberg? Tra sette giorni forse ne sapremo di più. Nel frattempo voto 10: buona la prima.

Alle sue spalle, e questa sì che è una sorpresa, Leclerc. Al cavaliere di rosso vestito, per gli amici “il predestinato”, invece di un cavallino rampante quest’anno hanno rifilato un somaro, ma il monegasco tiene alto il morale (almeno pubblicamente) e in gara fa di tutto e anche di più: al primo giro ci prova in tutti gli spazi che vede, stando attendo però a non mettersi nei guai, e quando la gara si mette bene e annusa l’aria del podio compie due splendidi sorpassi su Norris e soprattutto su Perez. Un secondo posto che vale come una vittoria. Voto 10: fenomeno anche azzoppato.
Gran terzo posto di Norris, e questa è un’altra notizia che fa piacere un po’ a tutti probabilmente: arrivato in F1 con la fama del raccomandato (tra i dollari del padre e il doppio ruolo di Zak Brown come team principal e manager personale dell’inglese), in realtà già lo scorso anno Lando si è subito fatto apprezzare per la sua velocità oltre che per la simpatia, risultando spesso più veloce di Sainz in qualifica anche se in gara poi l’inesperienza a volte si faceva sentire. In Austria invece Norris è stato ancora una volta velocissimo al sabato, ma anche molto coriaceo in gara (pure con il compagno di squadra) e il podio agguantato per meno di due decimi è stato un capolavoro di grinta. Voto 9, sperando per lui che sia il primo di una lunga serie di podi in carriera.
Solo 4° Hamilton, quasi sicuramente il più veloce in pista (non ce ne voglia Bottas), ma autore di due falli entrambi per la verità veniali, ma che dimostrano forse una certa supponenza - o distrazione, se preferite - pagati alla fine carissimi. Nel contatto con Albon in particolare, chi scrive pensa che sia stato soprattutto ingenuo il thailandese, ma l’inglese ha comunque il demerito di essersi lasciato coinvolgere in un contatto evitabile, soprattutto per uno che punta dritto al 7° titolo iridato. E allora voto 5, aspettando il pronto e inevitabile riscatto.

Un altro a cui il risultato finale va stretto è Sainz: un 5° posto che un anno fa sarebbe stato da incorniciare, stavolta sa di occasione mancata. Un po’ perché Norris con la stessa auto gli è stato sempre davanti, finendo pure sul podio, un po’ perché la McLaren di quest’anno è oggettivamente molto migliorata; senza dimenticare che come prossimo ferrarista è già sotto la lente di ingrandimento e lo standard adesso è immensamente più alto. Voto 6, brodino.
Si mangia le mani anche Perez, che con tutto quello che è successo in pista avrebbe potuto cogliere anche un 2° posto, invece prima sceglie di continuare con le gomme usurate mentre tutti gli altri si fermano ai box cogliendo l’occasione dell’ennesima safety car, quindi si fa infilare da Leclerc (ma lì è stato bravissimo il monegasco) e quindi si becca la penalizzazione per eccesso di velocità ai box. Voto 6, sprecone!
Buon 7° posto invece per Gasly, che si è visto poco ma questo in una gara così pazza è soprattutto segno di essere rimasto lontano dai guai: per il francese subito punti importanti che fanno classifica e morale. Voto 7, bravo.
Buon 8° posto per Ocon, un po’ in difficoltà al sabato ma bravo in gara a risalire sfruttando i problemi altrui. Voto 6,5: curiosi di vederlo una volta tolta la ruggine di dosso.
Solo 9° ma bravo davvero Giovinazzi, più forte soprattutto delle avversità: l’Alfa Romeo di quest’anno è molto meno competitiva della bella monoposto vista lo scorso anno, in compenso il team continua a sbagliare strategia con lui, ma l’italiano sta davanti a Raikkonen il sabato e la domenica riesce pure a passare Vettel in pista, cogliendo 2 punti preziosissimi. Cosa chiedergli di più? Voto 7,5: chi ben comincia…
A proposito di Vettel, alla fine riesce a prendere un punticino, ma il fine settimana del tedesco è stato un mezzo disastro: dietro a Leclerc e addirittura fuori dal Q3 al sabato, in gara Vettel ha commesso l’ennesimo errore di valutazione in un duello ravvicinato, infilando all’ultimo momento il muso della sua monoposto quando Sainz non poteva certo vederlo. Chissarà se nel motorhome gli faranno rivedere il sorpasso di Leclerc su Perez come ripasso dei fondamentali per guidare in F1…. In realtà c’è poco da ridere: ancora una volta Vettel si è fatto prendere dall’ansia (o dalla supponenza) e ha calcolato male spazi e tempi perdendo quasi da solo il controllo della monoposto. Lui dichiarerà a fine gara di essere quasi contento di non essersi girato più volte, visti i problemi di assetto, come a scaricare la colpa sull’auto, ma il confronto con Leclerc è impietoso. Voto 4, aspettando il riscatto (ma arriverà?).

Fuori dalla zona punti, voto 7,5 ad Albon che fino all’incidente aveva corso bene, ma ormai dovrebbe aver capito che quando ha a che fare con Hamilton (ma il discorso varrebbe anche per il suo compagno di squadra) è meglio non prendersi certe libertà. Il thailandese, a parere di chi scrive, è stato un po’ ingenuo a pensare che l’inglese sarebbe stato arrendevole, anche se ci dispiace perché avrebbe meritato il podio. Occasione persa.
Chi perde un’occasione dopo l’altra, e sembra non importargli (ma nemmeno al suo team del resto) è Grosjean: in gara si gira da solo commettendo un errore da principiante e anche se il ritiro non è colpa sua, da un pilota della sua esperienza certe cose non si dovrebbero vedere. Voto 5.
Voto 7 di incoraggiamento invece a Ricciardo, messo Ko dalla sua monoposto ma almeno il sabato l’australiano ha fatto fino in fondo il suo dovere.
E voto 8 sulla fiducia a Verstappen: in gara non dava l’idea di poter lottare con Bottas, nonostante la strategia di gomme diversa, ma perdere un protagonista come lui è sempre un peccato.
E i team? Senza la pretesa di giudicare una stagione da un gran premio (tanto più un po’ pazzo, in un campionato stravolto da fattori esterni), qualche parola si può già dire su alcune squadre. Sicuramente voto 10 alla Mercedes ovviamente, che al di là dei problemi di temperatura ha già le mani sul titolo. È incredibile come il team anglo-tedesco riesca ogni anno a mantenere altissima la concentrazione e la qualità tecnica. Eterni affamati.
E sicuramente voto 4 alla Ferrari: da pretendente al titolo il team italiano è scivolato a quinta forza del campionato, mettendo in pista una monoposto sensibilmente più lenta di quella dello scorso anno. Al netto del miracolo di ieri, la Ferrari è da 6° o 7° posto quest’anno. Robe che non si vedevano dai tempi della mitica F92A, ancora indimenticata dai tifosi per i suoi… demeriti sportivi. A Binotto il compito di scoprire come sia potuto accadere un disastro tecnico del genere, anche se un dubbio malizioso tocca farselo venire, considerando l’accordo segreto con la Fia sul motore di Maranello e il fatto che in grosse difficoltà sono anche Alfa Romeo e Haas. Indovinate qual è il comune denominatore…

Voto 8,5 invece alla Red Bull, che si conferma la seconda forza del campionato ma la sensazione è che salvo singoli episodi manchi ancora uno step importante per lottare contro le Mercedes.
E voto 8 anche alla McLaren, perché il salto rispetto allo scorso anno sembra essere degno di nota: ora sarà da verificare la capacità di sviluppo durante la stagione, visti anche i problemi finanziari del Gruppo.
Nel dubbio voto 8 anche alla Racing Point, anche se qui non è chiaro se siano stati più bravi o furbi, perché le somiglianze con la Mercedes dello scorso anno sono oggettivamente sorprendenti e sospette.
Infine, voto 7 di incoraggiamento alla Williams, che è sempre in fondo al gruppo ma almeno quest’anno sembra una vera monoposto di F1 e può lottare almeno con Russell con Alfa Romeo e Hass: peccato che l’inglese sia stato azzoppato altrimenti con tutto quello che è accaduto sarebbe potuto andare a punti.
Tra sette giorni si replica, sperando ancora una volta nella safety car (o nella pioggia), perché correre due domeniche di fila sulla stessa pista, in uno sport come la F1 dove i valori tecnici in campo sono determinanti, non è esattamente un’idea brillante per attirare lo spettatore, anche se questa prima gara è stato un gran bello spot per la F1.
A proposito, voto 0 alla F1 che in questa situazione non ha avuto il coraggio di provare nuovi format: se ne parla da anni, senza mai concludere niente (e chi scrive, va detto, propende per mantenere il format tradizionale), ma limitatamente a dove si correrà due volte di fila tentare qualcosa di nuovo sarebbe stata una bella idea e allo stesso tempo un esperimento senza niente da perdere. E invece niente, meglio una fotocopia di un’idea originale. La F1 moderna è anche questo.

GP Austria 2020, le pagelle

Bottas 10

Leclerc 10

Mercedes 10

Norris 9

Red Bull 8,5

McLaren 8

Verstappen 8

Albon 7,5

Giovinazzi 7,5

Williams 7

Gasly 7

Ocon 6,5

Sainz 6

Perez 6

Hamilton 5

Grosjean 5

Ricciardo 5

Vettel 4

Ferrari 4

F1 0

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