F1, GP Bahrain 2019: le pagelle di Sakhir

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati di Sakhir nelle pagelle del Gran Premio del Bahrain 2019
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
1 aprile 2019

Dopo due gran premi, la classifica parla di un Mondiale che ha già preso nettamente una direzione. La pista però in Bahrain ha detto molte altre cose, per fortuna e purtroppo per i ferraristi: ha mostrato una “rossa” fortissima, anche se ancora un po’ fragile, e un pilota dal talento cristallino pur senza un’esperienza tale da autorizzare a caricargli sulle spalle fin da subito il peso di aspirazioni che possono schiacciare chiunque, e che certamente stanno schiacciando il suo compagno di squadra, che pure dopo 4 Mondiali vinti dovrebbe avere due spalle così…

E allora, nel dubbio voto 8 ad Hamilton, che con una Mercedes in inferiorità tecnica fa comunque tutto il possibile per mettere in difficoltà almeno la Ferrari di Vettel, attaccando sempre e comunque e non mollando di un centimetro. La debolezza nervosa dell’avversario e tecnica della power unit Ferrari alla fine gli danno ragione, ma l’inglese ha il merito di crederci sempre. Mastino.
Secondo al traguardo e primo in classifica iridata Bottas, che però due settimane dopo una gara da campionissimo sembra già tornato nei ranghi: sempre dietro ad Hamilton, sempre senza un guizzo, partenza a parte dove artiglia un 2° posto che poi perde nel giro di poche curve. Se in Mercedes puntano sempre su “quell’altro” un motivo ci sarà. Voto 6,5: invisibile.

Si è fatto vedere eccome invece Leclerc: il francese ha colto la prima pole position in carriera dominando la sessione del sabato. In gara poi parte male, ripassa Bottas come se fosse ordinaria amministrazione e a quel punto invece di attendere gli eventi recupera mezzo secondo al giro su suo teorico “capitato”, gli arriva negli scarichi, fa presente per radio al team che è più veloce - un messaggio buono per la gara, per la stagione e forse per la vita - e lo passa di prepotenza. Poi s’invola, imprendibile finché la macchina non lo azzoppa. L’esito è crudele come a volte sa essere la F1, ma qui ne abbiamo avuto la conferma definitiva: di campione trattasi, per velocità, ma anche per tenuta mentale e personalità. Voto 10 e lode.

Charles Leclerc sul podio
Charles Leclerc sul podio

4° Verstappen, che senza la safety car probabilmente sarebbe nuovamente finito a podio, ma stavolta senza grandi meriti. Non che l’olandese non abbia corso bene, anzi: in questo momento rappresenta certamente il valore aggiunto di una Red Bull ancora acerba. Lui ha capito che al momento non c’è modo di fare il fenomeno e intanto porta a casa tutti i punti che può. Voto 7,5: in maturazione.

Vettel, ma poteva essere una vittoria sicura con il proverbiale senno di poi: ancora una volta il tedesco con l’auto più veloce butta tutto alle ortiche, girandosi da solo in un modo francamente inspiegabile quando sente il fiato di un avversario. Può capitare, dirà qualcuno, ma a lui è capitato fin troppo lo scorso anno ed evidentemente certi fantasmi non sono superati. Per non parlare del fatto che per tutto il fine settimana non riesce ad uguagliare il ritmo del giovane compagno di squadra, lamentando problemi di assetto che un pilota con la sua esperienza non dovrebbe patire così tanto. Voto 3, autolesionista.

Ha fatto invece un figurone, dopo la bella impressione dell’Australia, Norris: pareva arrivato in F1 più per i soldi di papà e la raccomandazione del manager, che è anche team principal della McLaren, e invece l’inglese sta andando fortissimo sbagliando poco o niente. Veloce in qualifica (anche se stavolta Sainz gli è stato davanti), in gara ha lottato a centro gruppo come un veterano, senza timori reverenziali ma anche senza errori, e alla fine porta a casa un 6° posto da incorniciare. Voto 8,5: oltre le aspettative.

Un altro che sta tirando sempre e comunque è Raikkonen: come qualcuno aveva previsto, l’aria più leggera in Sauber - scusate ma continuiamo a pensare che di Alfa Romeo ci sia poco, adesivi a parte… - gli fa un gran bene e infatti il finlandese si conferma anche in Bahrain velocissimo in qualifica e guerriero in gara, portando a casa un 7° posto che è il massimo che si possa chiedere con quell’auto. Voto 8, è un piacere vederlo correre così.

Alle sue spalle, primi punti in Red Bull per Gasly, ma il francese aveva ben altre ambizioni di un 8° posto alla vigilia della stagione e probabilmente anche il team: ancora una volta Gasly complica tutto al sabato (e stavolta non è colpa della squadra) con una qualifica infelice. A quel punto rimontare è dura per tutti, però va anche detto che il francese ci mette parecchio, anche su una pista dove sorpassare è relativamente facile, e vederlo lottare con le Toro Rosso qualche dubbio lo fa venire. Anche a Marko probabilmente: voto 6, e attenzione perché il tempo a disposizione per convincere è già poco.

Vale molto di più, in proporzione, il 9° posto di Albon, alla sua seconda gara in F1 e capace di svettare sul ben più esperto compagno di team. Tra tutti i debuttanti di quest’anno l’anglo-thailandese pareva quello più “fragile”, se non altro come curriculum, e invece si è immediatamente adattato alla velocità e alla complessità della F1, dimostrando di meritare un posto del Mondiale. Voto 7,5: sorprendente.

Nono posto per Alexander Albon in Bahrain
Nono posto per Alexander Albon in Bahrain

Chiude la zona punti Perez, che pure in gara si è visto gran poco, complice la qualifica poco brillante. Si sa però che il messicano in gara è un martello e così si tiene lontano dai guai e, complici anche le disgrazie altrui, porta a casa un punticino comunque prezioso: voto 6,5, garanzia.

Fuori dai punti, voto 7,5 a Hulkenberg che finché è stato in gara ha messo in mostra una rimonta poderosa sulla distanza, con una Renault tutt’altro che irresistibile, al punto di mettere le ruote datanti (ed un certo punto anche addosso) alla monoposto gemella di Ricciardo che pure partiva assai più avanti in griglia. Fino al ritiro il tedesco ha confermato di essere un brutto cliente per tutti, anche per Ricciardo (voto 5,5) che sta uscendo sorprendentemente male dal confronto diretto con lui.

Voto 5 anche a Kvyat, perché nel contatto con Giovinazzi è distratto e in generale il russo fatica a reggere il ritmo del compagno di squadra debuttante. In Australia aveva messo in mostra una gran bella tempra, stavolta invece torna a essere il pilota fragile e incostante già visto troppe volte in passato.

E voto 5,5 a Giovinazzi, non tanto per la qualifica scarsa (in fondo manca la Q2 per meno di un decimo dal compagno Raikkonen) ma perché in gara non si fa mai vedere, toccata a Kvyat a parte. E con una monoposto che in mani altrui finisce al 7° posto, almeno un punticino era alla sua portata. La verità è che al momento, tolti i sempre ingiudicabili piloti Williams (poveretti…), tra i debuttanti o i ri-debuttanti di quest’anno l’italiano per ora è quello che ha impressionato di meno. Peccato, perché il pugliese in F3 e F2 aveva compiuto imprese memorabili: è giusto dargli tempo, ma occhio perché la F1 di tempo ne concede sempre poco…

Antonio Giovinazzi fuori dai punti in Corsica
Antonio Giovinazzi fuori dai punti in Corsica

Voto 7 di incoraggiamento, invece, a Sainz, autore di una qualifica maiuscola e di un inizio di gara arrembante, finché il contatto con Verstappen non lo ha messo fuori dai giochi. Dopo Melbourne, però, lo spagnolo doveva riscattarsi e ci è subito riuscito.

Per il resto, comunque voto 7 alla Ferrari, che dopo Melbourne aveva bisogno di conferme e nel deserto ne trova almeno due di importanti: la monoposto è competitiva (anche se un po’ fragile) e quella su Leclerc è una scommessa già vinta. Bello anche che, dopo tanti anni, davvero a Maranello abbiano lasciato i piloti liberi di fare la propria gara, cosa confermata anche dalle chiamate ai box. Il problema, ora e di nuovo, si chiama piuttosto Vettel, perché l’esperienza ci insegna che dopo un errore grave il tedesco tende purtroppo a ripetersi e perché con tutti i punti già persi in queste prime due gare, correre senza ordini di scuderia potrebbe essere un lusso che a Maranello non potranno permettersi ancora per molte gare. E allora ecco arrivare un dilemma di quelli pesantissimi: dando per assodato un rendimento simile in termini di velocità pura, continuare a puntare per il titolo su Vettel, che vanta un’esperienza adeguata, o riconoscere che il tedesco non è più quello di una volta, a costo di affossarne definitivamente la fragile anima, e puntare tutto su Leclerc confidando che talento e istinto, ma anche la mente più serena di chi non ha niente da perdere, sopperiscano all’inesperienza? Non è una decisione da prendere adesso, ma calendario alla mano già dopo Barcellona potrebbe essere necessaria una riflessione semi-definitiva. Per una volta, non vorremmo essere nei panni di Binotto…

Voto 7 alla Ferrari in Bahrain
Voto 7 alla Ferrari in Bahrain

GP Bahrain 2019, le pagelle

Leclerc 10 e lode 

Norris 8,5 

Hamillton 8

Raikkonen 8 

Verstappen 7,5

Albon 7,5

Hulkenberg 7,5 

Sainz 7

Ferrari 7

Bottas 6,5

Perez 6,5 

Gasly 6 

Ricciardo 5,5 

Giovinazzi 5,5

Kvyat 5 

Vettel 3

 

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