F1, Gp Giappone 2016: mondiale, la sfida è tra Rosberg e Hamilton

F1, Gp Giappone 2016: mondiale, la sfida è tra Rosberg e Hamilton
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Paolo Ciccarone
La sfida mondiale tra Rosberg e Hamilton entra nel vivo: due caratteri opposti, raccontati da Jo Ramirez, ex team manager della McLaren
7 ottobre 2016

Ormai è una faccenda privata fra Nico Rosberg e Lewis Hamilton, che ancora una volta dovranno sfidarsi anche se non sono solo le ultime tre stagioni a metterli di fronte, quanto una storia comune partita dai poli opposti. Nico Rosberg ha vinto molto più del padre, ma ha ottenuto molto meno del genitore, nel senso che gli manca il mondiale che Keke ha fatto suo nel 1982 con una sola vittoria. Hamilton, invece, figlio di un tramviere, non ha paragoni casalinghi, ma solo una fame di successo che parte da molto lontano. Fino a quando dovrà vedersela con uno come Lewis, le cose saranno sempre difficili. Jo Ramirez era il team manager della McLaren ai tempi in cui Keke Rosberg correva con quella squadra. Al suo fianco c’era Alain Prost, il pilota che secondo Bernie Ecclestone è stato il vero numero 1 del circo iridato, al di là di Senna e Schumacher. Ebbene, Ramirez ha conosciuto e lavorato con Keke, il babbo, ma ha anche svezzato Nico e Lewis, che da ragazzini frequentavano la squadra di Woking. 

Racconta oggi Ramirez, che si gode la pensione vivendo in Spagna e seguendo le gare ogni tanto: “Mi ricordo che quando arrivò alla McLaren Keke Rosberg eravamo certi che con Prost avrebbe commesso degli sfracelli. Il francese era veloce, attento e preparato, Keke era un poco rude, per niente fine nella messa a punto e un carattere indefinibile. Invece fummo sorpresi perché si dimostrò una persona speciale, onesta con un senso della lealtà incredibile. Era appena diventato padre di Nico, che aveva un anno appena, e già lo portava in officina durante le riunioni. In pista lo metteva in un passeggino con la mamma e ogni tanto io ci giocavo insieme. La prima lezione che ha imparato Nico da bambino è stata questa: onestà totale con se stessi e poi con gli altri. Quando anni dopo arrivò Lewis Hamilton in squadra i due fecero subito amicizia. Lewis veniva da un ambiente povero, Nico era ricco e agiato, eppure non ha mai fatto pesare questa condizione a Lewis. In kart, poi in F.3 e in GP2, ora in F.1 sembra quasi un destino in cui i due si sono incrociati e accompagnati fino a questi ultimi anni”.

L’impressione è che Nico sia sempre quel ragazzo perfetto, per bene, studioso mentre Hamilton lo scavezzacollo pronto a tutto…”In parte è vero, però posso citare un episodio che fa capire tante cose. Hamilton vince la gara di GP2 a Montecarlo, la sera c’è il gran galà dove partecipano piloti di F.1 e sponsor, insomma una occasione per farsi vedere. Hamilton non vuole venire nonostante Nico faccia di tutto per farlo entrare. Ha solo una giacca marrone, di taglio dimesso, per niente elegante. Nico gli dice di non farsene un problema, perché le giacche si comprano e se non ha soldi gliene presta una. Come ex campione del mondo il padre Keke ha diritto a un tavolo con altri campioni e Nico decide di portarsi dietro Lewis come ospite: è una occasione unica per farsi conoscere, hai vinto il GP2 non fare il fesso vieni stasera gli ordina Nico. Lewis Hamilton accetta e va al tavolo con Nico e Keke, lo presentano in giro ai team manager e agli sponsor mostrando altruismo e generosità. Hamilton impara, comincia a comportarsi come una star, poi diventa campione del mondo e il resto lo conoscete tutti”.

Ormai è una faccenda privata fra Nico Rosberg e Lewis Hamilton, che ancora una volta dovranno sfidarsi anche se non sono solo le ultime tre stagioni a metterli di fronte, quanto una storia comune partita dai poli opposti. Nico Rosberg ha vinto molto più del padre, ma ha ottenuto molto meno del genitore, nel senso che gli manca il mondiale che Keke ha fatto suo nel 1982 con una sola vittoria. Hamilton, invece, figlio di un tramviere, non ha paragoni casalinghi, ma solo una fame di successo che parte da molto lontano

Cosa si può trarre di morale da questa storia? “Che Nico Rosberg non è cambiato per niente, è rimasto il ragazzo onesto di sempre, si muove sempre allo stesso modo, è persona per bene. Hamilton invece è cambiato tantissimo. Dal ragazzino appassionato che veniva in McLaren a imparare le cose, alla star di oggi che fatica a salutare gli altri, anche chi gli è stato vicino. Quello che ha fatto col padre non mi è tanto piaciuto. Certo, ha aiutato la famiglia, il fratello disabile per cui stravede, ma mentre da un lato Nico è rimasto se stesso, Lewis ha cambiato volto, uno è cresciuto con le prestazioni in pista, l’altro è rimasto sempre allo stesso, altissimo livello di guida”.

Quale sogno ha Jo Ramirez? “Mi piacerebbe vedere Nico campione del mondo, se lo meriterebbe. Non che Lewis non sia degno campione, ma mi ricorda molto quello che accadde quando il padre Keke lasciò la McLaren e arrivò Senna. Ayrton, gli disse, guarda che con Prost è una battaglia persa, ti distruggerà psicologicamente, nella messa a punto e nella politica del team, hai vita breve qua dentro. Invece Ayrton si confrontò con Prost, vinse la sua battaglia e in quelle stagioni crebbe come mai nella sua carriera. Ecco, per me Nico Rosberg nel confronto con Hamilton in pista e fuori è cresciuto tantissimo senza perdere quel piglio umano che lo rende speciale. Se vincesse il mondiale non avrebbe rubato nulla a nessuno”.

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