Red Bull: impera e si dispera a Sepang

Red Bull: impera e si dispera a Sepang
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Paolo Ciccarone
Come la Ferrari nel 1982, quando Pironì superò Villeneuve ad Imola, velati "ordini di scuderia" spaccano il box della Red Bull per il sorpasso di Vettel su Webber | <i>P. Ciccarone, Sepang</i>
24 marzo 2013

SepangJacques Villeneuve non ha dubbi: la gestione della Red Bull in Malesia gli ricorda quella Ferrari a Imola 1982, ovvero quando Pironi non rispettò gli accordi interni e beffò il padre, Gilles, provocando tutto quello che ne è seguito.

Il giudizio degli uomini Red Bull sul sorpasso

Vettel ha vinto ma ha forse rotto l’armonia del team e solo un gentiluomo come Webber può reagire in questo modo: «Diciamo che gli ordini ricevuti erano molto chiari e sul finire di corsa non erano soddisfacenti, diciamo che qualcosa non mi ha soddisfatto, di sicuro ho guidato bene e questo mi basta».

 

«Qualcuno ha corso per sé invece che per la squadra, facendo qualcosa di “sylly” (stupido, ndr) senza che ve ne fosse bisogno», ha detto Chris Horner dopo la gara.

 

Vettel, invece, ha quasi chiesto scusa per come ha vinto con una squadra che non ha festeggiato come ci si aspettava la prima doppietta dell’anno: «Ho visto che Mark non era veloce come me e sono passato in testa prendendomi forse qualche rischio di troppo».

Il concetto che vale alla Red Bull ma anche alla Mercedes, un’altra squadra spaccata all’interno ma con criteri più chiari di gestione, è che chi è davanti a metà gara ci resta fino alla fine

 

«Viene prima il team e dietro non avevamo nessuno, non era il caso di rischiare» ha detto Newey. Il concetto che vale alla Red Bull ma anche alla Mercedes, un’altra squadra spaccata all’interno ma con criteri più chiari di gestione, è che chi è davanti a metà gara ci resta fino alla fine.

 

Invece Webber, che si è portato in testa molto presto «Ho risparmiato un treno di gomme intermedie in qualifica, quindi ne avevo di nuove e potevo mantenere un buon passo» dopo un po’ si è visto arrivare Vettel che lo ha puntato da tutte le parti, al punto che le due Red Bull si sono pure sfiorate (e toccate leggermente) poco dopo che Webber aveva chiuso contro il muretto dei box Vettel.

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Secondo Villeneuve il sorpasso delle Red Bull in Malesia ricorda quello di Pironi a Imola nel 1982 ai danni del padre Gilles

Villeneuve: «Come a Imola nel 1982»

«Diciamo che alla fine è un punto per noi – ha detto Alonso – gli altri dicono di essere sportivi e completi ma non mi pare lo siano come la Ferrari che è molto più forte sotto questo aspetto». La chiusura del commento di Villeneuve è molto chiara: «Al team interessa vincere col pilota che ha dietro il marketing migliore, ma stavolta Webber ha corso benissimo e quindi meritava di vincere, ma all’interno della squadra si vede che qualcuno permette di non rispettare gli accordi. Mi ricorda proprio la vicenda in cui Pironi, nonostante fosse chiaro cosa si dovesse fare, prese e se ne andò a vincere».

 

Non succederà così anche stavolta ma è certo che il parere di Niki Lauda è lampante: «Quei due lì avevano già fatto danni in Turchia e non era il caso di riprovarci, ci sono andati vicini e non lo dovevano fare. Alla Mercedes è chiaro che il risultato va salvato e noi non abbiamo fatto altro che congelare le posizioni come erano al momento in cui è stato deciso. Quindi i nostri piloti hanno capito che devono correre per il team e anche se qualcuno (Rosberg, ndr) non ha gradito in pieno, ha fatto il professionista e ha accettato gli ordini: è il team che prende punti, il pilota deve capirlo».

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