F1, GP Portogallo 2020: Hamilton ha ancora voglia di vincere

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Paolo Ciccarone
Dal Gran Premio del Portogallo 2020 di Formula 1 è emerso un dato lampante. Al netto dei numeri, Lewis Hamilton ha ancora voglia di vincere, di spingere
25 ottobre 2020

Lasciamo perdere i numeri e pensiamo ad altro. Che Hamilton abbia ottenuto la 92esima vittoria in carriera, nuovo record mondiale dopo aver uguagliato Michael Schumacher in Germania due settimane fa, lascia il tempo che trova. Con quella macchina e quella squadra, il bottino è destinato a incrementarsi, quindi inutile star lì a celebrare qualcosa che fra una settimana, a Imola, rischia di essere già vecchio. Quello che è emerso dal GP del Portogallo è che Hamilton ha ancora voglia di spingere, di vincere, di non lasciare niente agli altri e lo ha fatto nel modo più duro possibile col compagno di squadra. Bottas, pur arrivando secondo, in questa gara ha preso una doppia razione di sberle dal compagno di squadra mettendo a rischio la tenuta psicologica.

Infatti, se al sabato, dopo che Bottas aveva fatto un giro perfetto senza errori, Hamilton gli è stato davanti per un decimo, la faccia del finlandese faceva capire cosa gli passasse per la testa: "Ho fatto tutto bene, dove accidenti ha trovato quel decimo che mi ha relegato al secondo posto?". Il tarlo deve averlo fatto stare sveglio tutta notte e domenica, in gara, al via Bottas non ha sbagliato niente, pur con gomme viscide su asfalto umido in quei primi due giri da ubriachi in cui il gruppone di F.1 sembrava una mandria scatenata alla ricerca del pascolo giusto, con sorpassi e capovolgimenti di fronte incredibili, con un Sainz, McLaren, con gomme morbide capace di prendere il comando e andarsene via baldanzoso.

In quei frangenti Bottas ha recuperato, ripreso la testa della gara, Hamilton, il re di certe situazioni, era indietro. Sembrava in affanno. Invece stava usando la testa. Ha risparmiato carburante per una gara dai consumi elevati, ha risparmiato le gomme per una strategia di lunga visione. Ha conservato i nervi saldi e poi, al momento opportuno, ha passato Bottas in pista, con un sorpasso bello, grintoso e deciso, e poi al traguardo ha aspettato una ventina di secondi prima che il finlandese completasse il compitino con la Mercedes e finisse secondo. Inutile recriminare sulle strategie della Mercedes: Bottas voleva le gomme soffici, la squadra ha montato le dure. Le stesse di Hamilton. E questo perché i due piloti ricevono lo stesso trattamento, lo stesso materiale, le stesse strategie. Poi in pista se la giocano loro. Avessero fatto una scelta diversa con Bottas avrebbe significato penalizzare Hamilton. E viceversa. Invece li trattano alla pari.

E da questa parità emerge il colpo da KO di Hamilton su Bottas. Un buon pilota, veloce, grintoso, ma al quale manca quel qualcosina su Hamilton che riesce a fare la differenza. "Con quella macchina vincerebbero tutti" dicono i detrattori. Invece no. A quanto pare con quella macchina vince sempre lo stesso . Segno che così facile vincere non deve essere. Del resto del plotone poco da dire. Verstappen terzo è il primo degli altri. Leclerc quarto con la Ferrari che vede uno spiraglio di luce. Ma a oltre un minuto dal vincitore. Su una pista da 78 secondi ha accusato quasi 66 secondi di distacco. Ovvero un secondo al giro che per i 66 giri di pista danno questo risultato. Buono il quarto posto (Vettel decimo, a un giro), ma in quanto a ritmo di gara, siamo ancora lontani. E' andata bene che i rivali siano in calo e che la forza della Ferrari sia quella di continuare lo sviluppo, ma al di là del piazzamento, non ci siamo ancora. Checchè se ne dica.

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