F1, GP Russia 2019: tra i due litiganti, Hamilton gode

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Paolo Ciccarone
Tra i due litiganti della Ferrari, a Sochi a godere è Lewis Hamilton. L’analisi del Gran Premio di Russia 2019 di Formula 1
29 settembre 2019

SOCHI  - Come spesso accade, anche in F.1 fra i due litiganti il terzo gode. Stavolta a godere è stato Lewis Hamilton, davanti al compagno Valtteri Bottas, che con la Mercedes è tornato alla vittoria in una gara che i due piloti della Ferrari potevano vincere se non fossero intervenute alcune circostanze particolari. Intanto fin dal via, con Vettel che da terzo è transitato in testa alla prima curva, si era capito che la strategia Ferrari fosse quella di tenere davanti Leclerc, solo terzo al traguardo, e via radio il continuo dialogare fra il muretto box e i due piloti non faceva presagire nulla di buono. Poi con la strategia la Ferrari era riuscita a invertire le posizioni in pista, con Leclerc davanti a Vettel fino a quando la rossa del tedesco non si è ammutolita di colpo ritirandosi.

A quel punto, in regime di virtual safety car, la Mercedes ha mostrato di essere reattiva, ha chiamato ai box Hamilton e lo ha portato in testa alla corsa con 6 secondi di vantaggio su Leclerc. Ormai la frittata era fatta e complice anche l'uscita di pista di Russel con la Williams, dalla virtual si è passati alla safety car vera e propria e qui Leclerc ha chiesto al box il cambio gomme, passando dalle medie alle gialle, col risultato di finire terzo alle spalle di Bottas che invece era distaccato e lontano dal francese. E qui subentra la cosa strana della gara: il dominio Ferrari mostrato per due giorni e mezzo è svanito negli ultimi dieci giri di corsa. Anzi, Hamilton ha allungato il passo, Bottas non ha dovuto nemmeno ostacolare Leclerc perché la Ferrari, a un tratto, non aveva più le prestazioni viste fino a quel momento.

Probabile che dopo il guasto di Vettel al muretto box abbiano voluto proteggersi e infatti Leclerc ha chiesto più volte "Datemi tutto il possibile" cosa che invece a quanto pare non è avvenuta. Adesso con un Hamilton sempre più saldamente al comando e con 107 punti su Leclerc il mondiale è ormai solo una questione statistica, riferito a chi vedeva una grande rimonta della rossa. Quello che non si capisce è sia tecnico sia umano. Ovvero, la rottura improvvisa di Vettel è avvenuta dopo il pit stop e il pilota non ha capito il motivo: "Mi hanno detto di fermarmi subito" e lo ha fatto in una posizione sicura (una delle poche sulla pista di Sochi). Solo che involontariamente ha permesso ad Hamilton di approfittare del rallentamento in pista con la gara neutralizzata.

Quindi un problema tecnico sul motore Evo3 che va analizzato e capito, poi c'è il problema umano. Che senso aveva chiedere a Vettel di farsi da parte nelle fasi iniziali per favorire Leclerc? Era partito meglio, ha preso la scia e ha preso il comando della corsa. Insistere dando ordini (che Vettel non ha rispettato andando come una saetta fino a guadagnare 4 secondi su Leclerc) fa capire che i rapporti interni stanno arrivando a un punto di rottura.

Che poi la squadra "Ha preso la decisione giusta al pit stop riportandomi davanti" come ha detto poi Leclerc, lascia ancora più basiti perché non si capisce in base a quale diritto divino il monegasco debba stare per forza davanti a Vettel visto che le classifiche del mondiale non lasciano spazi a privilegi di questo genere. Una Ferrari veloce, inferiore in gara alla Mercedes nelle fasi decisive, e con un grosso problema di gestione interna: "Per vincere bisognava essere perfetti e noi non lo siamo stati" ha detto Mattia Binotto dopo la corsa. La sua onestà è stata l'unica cosa chiara e comprensibile della corsa Ferrari in Russia.

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