F1, GP Ungheria 2019: le pagelle dell'Hungaroring

Pubblicità
Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati dell'Hungaroring nelle pagelle del Gran Premio d'Ungheria 2019 di Formula 1
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
5 agosto 2019

Il confronto più atteso è arrivato sulla pista normalmente più noiosa del mondiale, e meno male perché altrimenti seguire la processione di Budapest è sempre difficile, anche per gli appassionati più accaniti. Un duello di talento e determinazione, quello tra Verstappen ed Hamilton, deciso soprattutto dalla consistenza della Mercedes sul ritmo di gara, oltre che dalla strategia del box tedesco. E allora voto 9,5 ad Hamilton, che in qualifica si fa beffare anche dal compagno di squadra ma in gara parte subito con il coltello tra i denti e giro dopo giro bracca l’olandese, prendendosi ad un certo punto anche un paio di rischi non necessari per uno con la sua classifica, ma indispensabili per ribadire anche contro questo super-Verstappen di essere ancora lui il campione da battere. Insaziabile.

Da parte sua, semplicemente immenso Verstappen, autore di una pole position stratosferica e perfetto sempre, azzoppato solo dall’usura superiore degli pneumatici. Quando finalmente Hamilton porta l’attacco finale, capisce che le sue gomme sono finite e che resistere oltre un certo limite porterebbe solo ad un incidente: anche questo un segno di raggiunta maturità. Voto 10, campione.

Terzo posto per Vettel, più lento di Leclerc in qualifica ma più bravo - ancora una volta - del monegasco a far durare gli pneumatici. Bello e un po’ cattivo il suo sorpasso nel finale sul compagno di squadra. Per il tedesco un podio quindi meritato, con un distacco però semplicemente imbarazzante dalla vetta. Insomma, c’è ben poco di cui entusiasmarsi, ma questa non è colpa sua. Voto 7, fa quel che può.

Subito dietro, Leclerc mostra forse più generosità di Vettel, dà l’impressione di provarci sempre, ma in qualifica combina un pasticcio in Q1 che poteva costargli carissimo e in gara alla fine non riesce a far durare le sue gomme. Come detto altre volte, un talento cristallino in fase di maturazione. Nel frattempo voto 6,5.

Ancora uno splendido 5° posto per Sainz, bravo fin dal via a farsi largo e poi autore dell’ennesima gara tutta ritmo e consistenza. Per la McLaren lo spagnolo è un grande valore aggiunto, per la Red Bull (ma anche per la Renault) probabilmente un bel rimpianto... e anche queste sono soddisfazioni: voto 8,5.

Delude ancora una volta Pierre Gasly: in Ungheria il francese della Red Bull è solo sesto
Delude ancora una volta Pierre Gasly: in Ungheria il francese della Red Bull è solo sesto

6° posto imbarazzante invece per Gasly, perché se il tuo compagno là davanti conduce il gruppo e lotta alla pari con Hamilton, tu non puoi rimanere impelagato tra una McLaren e un’Alfa Romeo; per non parlare dei 9 decimi (!) presi in qualifica: un’eternità. Il francese continua a essere in un buco nero, tra una monoposto che non si adatta evidentemente al suo stile di guida e un compagno di team che forse ormai lo ha mandato in tilt con la sua travolgente velocità. Voto 5, disperso.

Gran 7° posto invece di Raikkonen, che continua a essere la cosa migliore dell’Alfa Romeo di quest’anno: in qualifica entra ancora in Q3 e in gara parte subito bene, per poi lottare alla pari con gente tecnicamente ben più attrezzata di lui. Uno dei temi tecnici a Budapest era l’usura delle gomme e il finlandese ci ricorda ancora una volta di essere tra i più bravi in quest’arte. In Alfa Romeo ha trovato il suo ambiente ideale: niente pressione, zero politica, un team che lo coccola e lo tratta giustamente da star, e lui sta ripagando la squadra con un campionato di altissimo livello. Voto 8,5, trascinatore.

Alle spalle di Kimi è rimasto bloccato anche Bottas, autore di una qualifica bellissima rovinata nelle prime tre curve del primo giro, quando per due volte di fila blocca l’anteriore andando leggermente lungo,nel tentativo di resistere ad Hamilton. Sia l’inglese che Leclerc gli toccano l’ala e questa è sfortuna, ma dopo il pit stop ci mette una vita a risalire, perché va bene che in Ungheria è difficile passare, ma con una Mercedes e gomme più fresche ci aspetteremmo ben altro ritmo. E invece niente. Voto 5, seconda guida di fatto.

“Solo” 9° Norris e già questa espressione la dice lunga sulla reputazione che in pochi mesi ha saputo costruirsi il giovane pilota inglese, che ancora una volta precede Sainz in qualifica, anche se nel primo giro perde subito la posizione. Un pit stop sfortunato gli fa perdere altri secondi preziosi, ma per Norris è l’ennesima gara a punti dove dimostra di saper stare con i migliori. Voto 7,5.

Nona posizione per Lando Norris in Ungheria
Nona posizione per Lando Norris in Ungheria

Infine un punticino per Albon, che perde uno spettacolare duello con Kvyat ma si rifà più tardi, quando le gomme del russo sono ormai andate. Per il thailandese una gara un po’ in ombra, nella quale però riesce a emergere sulla distanza. E per un debuttante non è cosa da poco: voto 7, conferma.

Fuori dai punti, la sorpresa più bella è stato certamente Russell, autore di una qualifica da urlo con la Williams (è partito addirittura 15° e sì, per la Williams di quest’anno vale come una pole position) e anche in gara si è tenuto dietro gente ben più attrezzata di lui. L’inglese è un talento puro, che quest’anno non ha avuto molto modo di farsi vedere: intanto sta maturando esperienza preziosa, sperando che il prossimo anno abbia a disposizione un’auto decente. Se la merita. Voto 8 di incoraggiamento.

Voto 5 invece a Giovinazzi: più indietro di Raikkonen in qualifica, in gara è costretto ad anticipare la sosta, ma anche a gomme fresche non riesce più a risalire. Finisce 18° e penultimo mentre il suo compagno coglie un bel 7° posto e non crediamo che sia solo sfortuna, come vorrebbe far credere metà della stampa italiana. Il talento c’è, la velocità pure, però a questo punto della stagione è indispensabile saper concretizzare in ogni gara. Certo, sicuramente in squadra non gli dedicano le stesse attenzioni che hanno per Raikkonen, ma storicamente è la situazione tipica di tutti i debuttanti, con i più talentuosi che dopo poche gare riescono però a sovvertire le gerarchie interne.

A proposito di concretizzare il potenziale, voto 4 alla Renault, fuori dai punti con entrambe le monoposto, con Ricciardo che non è riuscito nemmeno ad approdare in Q2: con il proseguo della stagione, invece di far valere la propria solidità rispetto ai team più piccoli, la squadra francese perde ulteriore terreno ed è forse questo l’aspetto che lascia maggiormente perplessi.

GP Ungheria 2019, le pagelle

Verstappen 10

Hamilton 9,5 

Sainz 8,5 

Raikkonen 8,5

Russell 8

Norris 7,5

Vettel 7

Albon 7

Leclerc 6,5 

Bottas 5

Gasly 5

Giovinazzi 5

Renault 4

Pubblicità