F1, GP Ungheria 2020: le pagelle dell’Hungaroring

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati dell’Hungaroring nelle pagelle del Gran Premio d’Ungheria 2020 di Formula 1
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
20 luglio 2020

E adesso chi lo ferma più? Hamilton ha preso ufficialmente la vetta della classifica iridata e la sensazione nettissima è che non la mollerà più, salvo clamorosi e ripetuti problemi di affidabilità. Ancora una volta velocissimo al sabato e perfetto la domenica, con qualsiasi condizione di pista. Guiderà anche un’astronave, ma lui è un alieno. Voto 10, immenso.


Alle sue spalle, ha rischiato il disastro Verstappen, schiantandosi in solitaria nel giro di formazione: i suoi meccanici hanno compiuto in griglia un piccolo miracolo e l’olandese li ha ripagati con una gara bellissima anche se poco spettacolare. Decisivi i primi giri, per recuperare una qualifica meno brillante del previsto. Però anche così al massimo l’olandese può lottare con Bottas: il rivale vero rimane irraggiungibile per il momento. Voto 8,5, continuerà a provarci.


Si può essere delusi per un 3° posto? La risposta è sì se guidi una Mercedes e punti a vincere finalmente il titolo iridato, o almeno ad essere un rivale credibile per il tuo compagno di squadra. Infatti Bottas ha poco da festeggiare: la velocità c’è, come ha dimostrato anche sabato sfiorando la pole position, ma manca (quasi) sempre qualcosa. In questo caso una bella partenza e la giusta cattiveria in fase di sorpasso. E così ancora una volta in finlandese si trova ad avere svolto il compitino o poco più. Voto 6,5, delusione.

La sorpresa di giornata così finisce per essere Stroll, addirittura 3° in qualifica e 4° in gara: va bene, con l’auto buona tutti sembrano più bravi, però è un fatto che anche stavolta il canadese ha corso davvero bene, veloce e finalmente consistente. E allora voto 9: la rivincita del “figlio di papà”.


Solo 5° Albon, dopo una qualifica disastrosa per la quale ha incolpato il team di averlo fatto uscire in mezzo al traffico, cosa verissima, però il thailandese si era già messo in difficoltà da solo con un primo tentativo non proprio felice. In gara poi le cose non sono andate molto meglio: su una pista dove superare è molto difficile, ci è voluto un be po’ per tornare nelle zone nobili della classifica. Chiariamoci: Albon si è rivelato fin da subito l’ennesima scommessa vinta per Marko, però il gap rispetto a Verstappen continua a rimanere importante e forse le voci sul suo sedile non lo aiutano. Voto 6,5: urge una svolta.


6° posto per Vettel, e la cosa più deprimente è che tutto sommato sembra quasi un discreto risultato per la Ferrari di quest’anno, tanto è vero che basta e avanza per fare del tedesco il miglior pilota Ferrari del fine settimana. In effetti il tedesco ha fatto tutto il possibile e anche di più in Ungheria, agguantando il 5° posto in qualifica e cercando di mantenere in gara un ritmo dignitoso (cosa che è già una piccola grande impresa con l’auto di quest’anno). Almeno il disastro tecnico gli renderà un po’ meno amaro l’addio a Maranello. Intanto voto 7,5, perché al di là di un paio di errorini veniali il tedesco stavolta ha fatto tutto il possibile.


Si è un po’ perso in gara invece Perez, che pure in genere fa della consistenza sulla distanza la sua arma migliore. Stavolta invece qualcosa è andato storto, e del resto tra il traffico ai box e una pista che rende difficile i sorpassi in Ungheria era facile trovarsi indietro senza nemmeno sapere il perché. Poco male allora, però Stroll stavolta l’ha sonoramente battuto. Voto 6,5, sotto le aspettative.

Dietro di lui, Ricciardo porta a casa 4 punti buoni per la classifica e il morale, ma a ben guardare si tratta di un piazzamento che poco o niente giova alla sua carriera o al senso dell’impegno di Renault in F1: anche quest’anno il team francese non è abbastanza competitivo per correre da protagonista, al di là del caso Racing Point. Voto 7 per l’australiano comunque, perché lui ci prova sempre.


Per Sainz, la buona notizia è che finalmente è riuscito a mettersi dietro il compagno di squadra, quella meno buona è che questa soddisfazione è arrivata nel week end in cui la McLaren è risultata meno competitiva finora, tanto è vero che lo spagnolo ha tagliato il traguardo solo in nona posizione. Al di là del risultato finale, comunque, Sainz ha mostrato velocità in qualifica e tenacia in gara: almeno una (piccola) buona notizia per i ferraristi, nel frattempo per lui voto 7.


Chiude la zona punti Kevin Magnussen, bravissimo e fermarsi già prima del via per passare alle slick e soprattutto a non girarsi nei primissimi giri. Poi, come spesso accade in questi casi, l’azzardo ha pagato: il danese è stato a lungo in zona podio o subito a ridosso, ma nel finale le gomme erano ormai andate e i limiti della sua monoposto, su pista asciutta, sono emersi sempre più, relegandolo al 10° posto. Che comunque per la Haas di quest’anno è “tanta roba” (purtroppo). Voto 8,5, perché l’impresa resta

Fuori dai punti Leclerc, e la cosa peggiore è che non c’è stato nessun incidente, nessuna nuvoletta fantozziana che faceva piovere solo sopra la sua monoposto, nessun meteorite che lo ha centrato in pista: semplicemente l’auto non era bilanciata, lentissima con le gomme morbide, semplicemente lenta con le dure. Il monegasco dice di non capire il perché di questo passo indietro rispetto al venerdì e questa è la tipica situazione che si verifica con le auto profondamente sbagliate: oltre che lente, spesso risultano anche imprevedibili nel come rispondono alle modifiche dell’assetto o della pista. Della sua gara così si salvano solo certe difese arcigne messe in atto finché ha potuto, buone più per fare cinema che classifica. Bello, bravo, però siccome Vettel là davanti la pagnotta l’ha portata a casa, tocca anche farsi un piccolo esame di coscienza: nel dubbio voto 5,5.


Fuori dai punti, voto 7 di incoraggiamento a Lafiti, che per essere un altro “figlio di” (papà pagante) in Ungheria già al terzo gran premio ha mostrato una certa cognizione di causa: peccato che il team l’abbiamo fatto uscire dai box mentre sopraggiungeva un’altra monoposto, con conseguente taglio della gomma, giro lentissimo di rientro e penalizzazione. Ma tutto questo non è certo colpa del finlandese. Invece, dopo una bellissima qualifica ci si aspettava qualcosa di più da Russel, ma una brutta partenza ha complicato tutto per l’inglese, che però quest’anno deve assolutamente concretizzare il proprio potenziale. Voto 6,5: ancora inespresso.


Voto 5 a Grosjean, furbo abbastanza da compiere la stessa scelta vincente di Magnussen a inizio gara, ma poi presto perso in mezzo al gruppo. Sicuro che non poteva fare di più? A guardare la gara del danese qualche dubbio viene.


E voto 5,5 a Norris, perché con una monoposto meno brillante del solito l’inglese ha faticato più di Sainz, e lo stesso si può dire per Ocon nel confronto con Ricciardo: anche per il francese quindi voto 5,5 e la sensazione che ci vorrà più del previsto per togliersi di dosso la ruggine.

In compenso, voto 4 all’Alfa Romeo perché in una gara così il team svizzero poteva e doveva almeno provare a inventarsi qualcosa (Haas insegna), invece Raikkonen e Giovinazzi sono rimasti inchiodati nelle retrovie, senza mai mostrare uno sprazzo se non di competitività almeno di idee, soprattutto al box.
 

E voto 0 alla Fia: il campionato è partito a luglio, ma non è ancora riuscita stabilire una volta per tutte se l’auto di un team è regolare… Dettagli.


Ci si rivede in Inghilterra tra due settimane, dove con ogni probabilità solo una nevicata in agosto potrà fermare Hamilton e la sua Mercedes. O forse nemmeno quella?

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