F1, il destino fra le mani: qualcuno fa il furbo col volante?

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Paolo Ciccarone
Gli attuali volanti di Formula 1 sono estremamente complessi: tra i software di questo componente potrebbero nascondersi alcuni aiutini
17 maggio 2017

Una volta erano tutti tondi e neri con uno stemma in mezzo, da qualche tempo prendere un volante di F.1 in mano equivale a prendere in mano il destino di una gara. Infatti, con la maggior parte dei comandi sulla consolle centrale, le leve di frizione e cambio subito dietro, i display con lo schermo luminoso e i led che si accendono indicando quando è il momento di cambiare marcia, il volante come lo conoscevamo ha smesso di esistere.

Da qualche anno sono il terminale, la tastiera, su cui il pilota agisce sui controlli della vettura. Infatti gli stessi comandi che troviamo sui volanti, si trovano su un pc in uso in una comune abitazione. In F.1 l'elettronica è stata eliminata in larga parte, infatti ce ne è di più su una vettura stradale con diversi computer a bordo. Ad esempio, su alcune berline ci sono anche 15 computer che dialogano fra di loro e le connessioni sono in fibre ottiche.

In F.1 le centraline sono state ridotte, sono tutte uguali e controllate ma... eccoci al punto, finora nessuno ci aveva fatto caso solo che da qualche tempo la FIA coi suoi commissari tecnici ha cominciato a controllare i volanti usati in gara. Procedura strana, forse, per chi non segue tutte le operazioni di verifica, normale secondo quanto dice uno dei responsabili della FIA: "Nessun problema, il volante ha un software di utilizzo che viene depositato e noi controlliamo che lo stesso volante omologato sia usato davvero dal pilota. A volte si rompono, altre non funzionano dei contatti, così le squadre li sostituiscono, noi controlliamo che siano di tipo omologato, che il numero di serie corrisponda e che il tutto sia come verificato a tavolino".

In F.1 le centraline sono state ridotte, sono tutte uguali e controllate ma... eccoci al punto, finora nessuno ci aveva fatto caso solo che da qualche tempo la FIA coi suoi commissari tecnici ha cominciato a controllare i volanti usati in gara. Procedura strana, forse, per chi non segue tutte le operazioni di verifica, normale secondo quanto dice uno dei responsabili della FIA

Giusto, era il 1989 e nel GP del Brasile la Ferrari vinse il primo GP con Mansell dopo aver sostituito il volante al pit stop, non funzionavano le palette che comandavano il cambio (la Ferrari fu la prima a usare questo tipo di cambio) e Nigel vinse la prima corsa della nuova era. Solo che nel volante, dicono le malelingue, si potrebbero nascondere dei software che comprendono il controllo di trazione (alcuni al via scattano che manco da Cape Canaveral), il regime di rotazione, un comando che parzializza il gas a seconda dell'angolo di sterzo (in pratica se hai il volante tutto girato la potenza non arriva di colpo mentre dai gas a fondo, ma arriva graduale man mano che raddrizzi lo sterzo) e via di questo passo.

Prendiamo per buona la spiegazione del commissario FIA, ma la F.1 ci ha insegnato che nelle cose più insignificanti si nasconde la furbata. Per cui, godiamoci questi capolavori della tecnica, che possono costare anche 150 mila euro l'uno (capito perché oggi non li regalano più come una volta?) prendiamo per buona la routine delle verifiche, ma la domanda sorge spontanea: qualcuno sta facendo il furbo o ha trovato il modo di aggirare qualche divieto nascondendolo nel software del volante? La realtà sarà (ed è magari) diversa, ma volete mettere che intriga di più il clima da 007 per aumentare la souspance di un mondiale dei furbetti?

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