F1, Mugen pronta a rilevare Honda?

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Paolo Ciccarone
Fonti giapponesi sostengono che la sede di Honda a Milton Keynes è in procinto di cambiare ragione sociale ed essere inserita fra le aziende Mugen
11 ottobre 2020

Il giro più veloce all'ultimo passaggio, per appena sei millesimi, ma sufficiente per Max Verstappen per dare un sorriso ai motoristi della Honda prima dell'addio. Ed è proprio sul fronte giapponese che arrivano voci su un mezzo passo indietro rispetto all'annuncio del ritiro dalla F.1. Da fonti giapponesi, infatti, si è saputo che la sede di Milton Keynes è in procinto di cambiare ragione sociale ed essere inserita fra le aziende Mugen. Per chi non lo sapesse è la società satellite creata da Hirotoshi Honda, il figlio del fondatore Soichiro, che seguendo la tradizione industriale nipponica invece che ereditare l'azienda di famiglia, ha dovuto creare qualcosa di proprio e renderla di successo.

E' una filosofia che porta a risultati importanti, perché non è detto che i figli dei manager che hanno creato aziende, sappiano farle crescere come hanno fatto i padri. E quindi, secondo la mentalità e le regole locali, il figlio di Honda creò la Mugen, che in giapponese significa infinito, ovvero quante erano le possibilità di sviluppare un motore. Chiaro che i soldi arrivavano dal portafoglio di famiglia, ma Mugen ha saputo crescere e creare motori vincenti nelle varie categorie e in F.1 è stata spesso utilizzata per far correre i propulsori che erano ex ufficiali Honda. E su questa falsariga alla Honda stanno cercando di salvare anni di studi e investimenti che, invece, a fine 2021 andrebbero persi. Una fazione interna a Tokyo ha infatti presentato queste perplessità rispetto a un ritiro totale.

Inoltre da parte Red Bull ci sono pressioni forti, perché da un lato vorrebbero un rimborso (sulla falsariga di quanto fece la Honda con McLaren che si accollò i 100 milioni di premi persi per le scarse prestazioni del motore) oppure continuare con i motori sviluppati. A Tokyo hanno già impostato il programma con gli step evolutivi del loro motore per tutto il 2021, per cui anche gli anni seguenti sarebbero garantiti. E su questo si sta discutendo, perché in Austria una azienda vicina a Red Bull, la AVL, è in grado di costruire e gestire propulsori di F.1, tanto che producono pezzi per altri motoristi e la stessa azienda faceva parte del progetto del motore made in Red Bull che poi non si è mai fatto per i costi necessari.

Avere una base Honda, magari con una presenza Mugen come è AMG per Mercedes e come sarà Alpine per Renault, darebbe quelle garanzie di continuità che i tecnici Honda stanno dando a Red Bull. In alternativa, si cerca uno sponsor che possa ribattezzare i propulsori Honda e mettere un altro logo sul coperchio, ma non è detto che questa ipotesi piaccia ai giapponesi. Intanto, unica cosa certa, è questo interessamento Mugen per la sede inglese e da Tokyo al momento non trapela niente più.

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