F1: Oliver Bearman, ecco perché il suo debutto è diverso da quelli di De Vries e Lawson

F1: Oliver Bearman, ecco perché il suo debutto è diverso da quelli di De Vries e Lawson
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Oliver Bearman non è l'unico pilota ad aver esordito in Formula 1 in tempi recenti in sostituzione di un titolare. Ma il suo caso è diverso dagli altri
12 marzo 2024

Oliver Bearman non è l’unico pilota a essere subentrato a un titolare in Formula 1 in tempi recenti. Nel 2022 a Monza Nyck De Vries sostituì Alex Albon, curiosamente colpito da appendicite proprio come Carlos Sainz a Jeddah. Lo scorso anno, poi, fu la volta di Liam Lawson, chiamato a rimpiazzare Daniel Ricciardo a Zandvoort dopo l’infortunio al metacarpo subito dall’australiano. Circostanze simili, in apparenza, in contesti però molto diversi.

Quando Nyck De Vries subentrò ad Albon, aveva 27 anni ed era campione del mondo in carica di Formula E. E oltre a quell’esperienza, De Vries nel 2022 aveva partecipato ad alcune FP1 con i team clienti di Mercedes, di cui era pilota di riserva, Aston Martin e Williams. Aveva già preso quindi contatto con la FW44, la monoposto con cui esordì in Formula 1. C’è poi un altro fattore che contribuì al suo esordio di successo.

La Williams FW44 era una monoposto che si sposava molto bene con le caratteristiche del circuito di Monza. Benché fosse una vettura modesta, sul dritto risultava molto efficace. E l’assenza di lunghi curvoni in cui conta molto l’aerodinamica faceva il resto. Insomma, se da un lato De Vries debuttò effettivamente con una delle auto meno prestazionali della griglia, dall’altro le circostanze andavano indubbiamente a suo favore, compreso il termine di paragone, Nicholas Latifi, non particolarmente sfidante.

Di tutt’altro calibro fu invece la sfida affrontata da Liam Lawson. Arrivato in corsa come De Vries, il neozelandese a Zandvoort si ritrovò non solo per le mani una vettura di non facile interpretazione, ma fu anche svantaggiato dal maltempo. Durante la gara in Olanda un vero e proprio acquazzone si abbatté sulla pista, e l’incidente occorso a Guanyu Zhou causò una bandiera rossa durata oltre tre quarti d’ora. Sicuramente non le condizioni ideali per un debutto senza intoppi.

Sebbene Lawson al momento del debutto fosse molto più giovane di De Vries – aveva 21 anni – Liam aveva accumulato un’esperienza preziosa fuori dall’Europa. Dopo il terzo posto colto in Formula 2 nel 2022, Lawson passò in Super Formula, campionato giapponese che vede protagoniste le monoposto più vicine alla F1 tra le altre categorie che avrebbe concluso in seconda posizione.

Bearman aveva già provato una Formula 1 prima del debutto. Aveva guidato la Haas VF-23 nelle FP1 a Città del Messico e ad Abu Dhabi, e aveva effettuato dei test con la Ferrari SF-21 prima e la Ferrari F1-75 poi. Il suo livello di esperienza, però, è inferiore rispetto a quelli di Lawson e De Vries ai tempi dei loro inaspettati esordi. Per questo, il debutto di Bearman con la Rossa è indubbiamente degno di nota, soprattutto se si pensa quanto fosse sfidante la pista di Jeddah, con le sue alte velocità e i muretti così vicini.

È vero che una gara è riduttiva per giudicare appieno le qualità di un pilota, soprattutto per quanto riguarda la costanza di rendimento e la gestione della pressione. Molto probabilmente Bearman, preso dall’entusiasmo e trascinato in un turbinio di eventi, non ha nemmeno avuto il tempo per capire cosa gli stesse succedendo. Ma tutto questo non sminuisce la prestazione offerta dall’inglese a Jeddah. Un debutto che ricorderemo, per un pilota che rivedremo molto presto in F1.

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