F1, quello di Massa e gli altri mondiali rubati

F1, quello di Massa e gli altri mondiali rubati
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Paolo Ciccarone
Felipe Massa vuole fare ricorso per ottenere il titolo mondiale "rubatogli" nel 2008 ma di mondiali rubati, la storia della F1 ne ha anche altri
5 aprile 2023

Non prendetevela con Felipe Massa se ripensandoci sopra, rivuole quel titolo mondiale di F.1 che è stato suo per una manciata di secondi.

Prima di lui a gridare al gran voce era stata Cora Reutemann, la figlia di Carlos, che dopo le esternazioni di Ecclestone (guarda caso, sempre lui…) a proposito dell’ultima gara a Las Vegas in cui furono… pagati alcuni per creare problemi a Reutemann. In pratica, Ecclestone fece in modo che il massaggiatore si Carlos non facesse il suo dovere e infatti i problemi fisici causarono il crollo dell’argentino e il primo mondiale di Piquet. Adesso la figlia, in memoria del padre, ha chiesto la restituzione di quel titolo iridato.

Ma se andiamo indietro nel tempo, potremmo cominciare così dal 1964, quando in Messico Lorenzo Bandini, con la Ferrari, mandò fuori Graham Hill che era in lotta con Surtees che vinse il titolo con la Ferrari, compagno di squadra di Bandini. Hill, che era uno spirito allegro, a Natale mandò a Bandini un manuale di scuola guida dedicato ai principianti. Nessuno, all’epoca, disse nulla, ma se dovesse passare il principio evocato da Felipe Massa, allora bisogna togliere il mondiale a Surtees e ridarlo a Hill.

Andando avanti negli anni e venendo alla decade degli anni 80, oltre a Carlos Reutemann che potrebbe essere incoronato postumo, c’è anche da togliere un mondiale a Nelson Piquet e darlo ad Alain Prost. Infatti, nel 1983 il brasiliano vinse il secondo titolo iridato proprio grazie all’ultima gara in Sudafrica, in cui Prost si ritirò e per due punti perse il titolo. A fine stagione si scoprì che la Brabham BMW usava benzina a 103,8 ottani contro i 100 ammessi per regolamento. Dimenticavamo, la Brabham era gestita da Bernie Ecclestone, lo stesso che aveva pagato il massaggiatore a Las Vegas e lo stesso che sapeva del caso Singapore di Massa.

Ma in fondo, cosa c’era in F.1 che Ecclestone non sapesse? Proseguiamo nella serie dei mondiale contestati. Nel 1994 Schumacher vinse il titolo mandando a muro Damon Hill ad Adelaide, Australia. Una sorte simile a quanto accaduto al padre in Messico 30 anni prima. Michael vinse il titolo, ma essendo la scorrettezza evidente, adesso Damon potrebbe far riaprire il caso e togliere il titolo al tedesco perché fu ottenuto con una manovra scorretta. La stessa che fece nel 1997 contro Villeneuve che a Jerez vinse il titolo iridato con la Williams. La Ferrari potrebbe chiedere la riapertura del caso in quanto fu un incidente di gara e non esistono prove supplementari che possano dire che Michael fece una scorrettezza. Sappiamo che non è così, ma con un buon avvocato e qualche retroscena inedito, potremmo riaprire il caso.

Nel 98 fu Michael a pagare dazio con un incidente con Coulthard, e se fosse provata la colpevolezza del pilota McLaren, togliamo il titolo ad Hakkinen? Potrebbero esserci degli elementi nuovi che darebbero la mazzata al mondiale McLaren. Nel 2007 il finale rocambolesco di Interlagos si presta a molti dubbi, Alonso poteva vincere il titolo e così anche Hamilton, ma per la famosa storia di spionaggio ai danni della Ferrari, qualcuno potrebbe ipotizzare che arrivò un ordine dall’alto che impediva ai due della McLaren di vincere il mondiale e quindi simulare dei guasti per favorire Raikkonen. Mettiamo che Alonso, da “carnefice” di Singapore dimostri di essere “ la vittima” di Interlagos, rivediamo tutto da capo?

E che dire di Hamilton, con un finale 2021 di Abu Dhabi che fa ancora discutere? Gli elementi per fare reclamo c’erano tutti, ma poi stranamente la cosa finì in silenzio, tanto che Lewis andò in depressione e per mesi non si fece sentire in giro. Insomma, a voler creare dubbi, insinuare trame oscure, gli elementi non mancano e se Massa riesce a far aprire un procedimento, allora potrebbero farlo anche gli altri. Ne vale la pena?

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