Formula 1, al Red Bull Ring Honda va al Max. Ma scatta l'allarme affidabilità

Formula 1, al Red Bull Ring Honda va al Max. Ma scatta l'allarme affidabilità
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Anche al Red Bull Ring il motore Honda sembra particolarmente competitivo. Ma nelle FP2 del Gran Premio di Stiria di Formula 1 è scattato l'allarme affidabiltà
25 giugno 2021

Come vi raccontavamo qualche giorno fa, Honda sta puntando tutto sulla vittoria del titolo mondiale costruttori nell’ultima stagione con la Red Bull prima dell’addio alla Formula 1. E i frutti di questi sforzi si stanno vedendo chiaramente tra le idilliache montagne della Stiria, dove il Circus ha iniziato il weekend del Gran Premio di Stiria di Formula 1. Chi avesse ancora dei dubbi sulla bontà della power unit della casa nipponica può trovare una risposta alle sue riserve. Nelle FP1, sia la Red Bull che l’Alpha Tauri si sono dimostrate subito competitive, piazzando Max Verstappen e Pierre Gasly al top della classifica.

Se Verstappen, di questi tempi, ci ha abituato ad andare al… Max, sono il secondo e il quinto posto di Gasly e Tsunoda nelle FP1 a far capire come il motore Honda sia particolarmente efficace anche in condizioni peculiari. Il Red Bull Ring, infatti, si trova a circa 700 metri di altezza, e la rarefazione dell’aria, tra le altre conseguenze, richiede un lavoro impeccabile da parte di turbocompressore e ibrido. Il motivo è presto detto: la minor densità dell’aria in ingresso nel motore deve essere compensata da una maggiore compressione da parte del turbo per evitare che la potenza sia ridotta.

Di conseguenza, il turbocompressore è costretto a ruotare ad una velocità media più elevata, e richiede una spinta maggiore della MGU-H, contribuendo all’aumento dei consumi energetici. Da quanto visto finora, sembra che la power unit Honda stia dando un contributo fattivo alle prestazioni della Red Bull, che, peraltro, rispetto alla Mercedes sul dritto è anche avvantaggiata da una minore resistenza all’avanzamento, visto che in Stiria la RB16B si è presentata piuttosto scarica. Il risultato, per la Mercedes, nelle FP1 è stato un distacco abbastanza significativo, dal momento che la pista austriaca è corta. Nelle FP2, invece, Hamilton si è visto cancellare un tempo assai competitivo per il mancato rispetto dei limiti del tracciato, quindi il gap, di quasi quattro decimi, è ingannevole. 

Che l’ibrido di Honda potesse rivelarsi più efficace rispetto a quello di Mercedes lo si era intuito già in Francia. Il motore made in Brixworth, infatti, al Paul Ricard aveva accusato del clipping sul dritto, a differenza di quello con cui è equipaggiata la Red Bull. Questa forza sembrerebbe essersi confermata pure al Red Bull Ring, la pista di casa del team di Milton Keynes, dove, per via della sopraccitata rarefazione dell’aria, l’ibrido riveste un ruolo piuttosto importante. A questo, inoltre, si aggiungono una serie di piccole soluzioni tecniche sulla monoposto, che dimostrano come la Red Bull stia puntando fortemente al mondiale, lavorando ancora al progetto 2021.

Ma all’orizzonte si stagliano delle nubi, e non parliamo di quelle, cariche di pioggia, che sorvolavano il circuito nel corso delle FP2. Pierre Gasly, infatti, ha saltato a piè pari la sessione di prove libere del pomeriggio in via precauzionale, dietro richiesta della Honda. Delle anomalie nei dati del francese relativi alle FP1 di stamani hanno indotto i tecnici della casa nipponica a fermarlo, per capirne di più. E il nodo dell’affidabilità sarà cruciale, per il resto del mondiale. Perché un eventuale ritiro costerebbe carissimo. E in Honda ne sono consapevoli. Tanto da correre ai ripari immediatamente. 

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