Formula 1: chi sostituirà Mattia Binotto in Ferrari?

Formula 1: chi sostituirà Mattia Binotto in Ferrari?
Pubblicità
Per ora, il nome del sostituto di Mattia Binotto alla guida della Ferrari in Formula 1 resta segreto. Nulla vieta, però, di ipotizzare qualche consiglio per l'acquisto...
7 dicembre 2022

Chi sostituirà Mattia Binotto nel ruolo di team principal della Ferrari? È questa la domanda sulla bocca di tutti gli appassionati di Formula 1 dopo le dimissioni del numero uno della scuderia di Maranello. La Rossa ha solo comunicato che Binotto lascerà la Ferrari il prossimo 31 dicembre, limitandosi a specificare che la scelta di chi gli subentrerà sarà comunicata con il nuovo anno. Come era inevitabile che fosse, è scattato il toto-nome, con una serie di ipotesi ventilate da giornalisti autorevoli.

La Stampa ha parlato di un possibile ritorno di fiamma con Ross Brawn, che ha indubbiamente fatto la storia della Ferrari. In un’intervista recente, però, l’ormai ex responsabile sportivo della F1 ha fatto sapere che vorrebbe godersi la – meritata, diremmo – pensione. A 68 anni potrebbe davvero cambiare idea per merito dell’opera di convincimento della Ferrari? Dieter Rencken di Racingnews365 – una vera e propria istituzione nel paddock, con le sue camicie arancioni d’ordinanza – ha invece raccontato di un corteggiamento a Chris Horner, che avrebbe però rispedito le avances al mittente. 

Sempre Rencken ha proposto una soluzione alternativa per la Ferrari, facendo il nome di Paul Hembery, ex responsabile motorsport di Pirelli che dalla sua ha la conoscenza sia della lingua italiana che della nostra cultura aziendale, Ferrari compresa. Ma si è parlato pure di Andreas Seidl, attuale team principal della McLaren che, prima di unirsi alla scuderia di Woking, aveva contribuito fattivamente ai successi di Porsche nel mondiale Endurance. Non si possono non menzionare, poi, Frédéric Vasseur, quotatissimo al momento delle prime indiscrezioni sull’addio di Binotto, e Antonello Coletta, sicuramente in grado di subentrare a Binotto, ma attualmente impegnato nel delicatissimo – e assai importante – progetto Hypercar di Ferrari. Stando a Leo Turrini, la Ferrari starebbe pensando a un triumvirato, con un team principal, un direttore tecnico e un manager capace di ricoprire un ruolo chiave nei decisivi processi politici della F1.

Volendo unirsi ai consigli per gli acquisti, ci verrebbe da suggerire un altro nome, quello di Franz Tost. Forte di un’esperienza lunghissima in Alpha Tauri – è team principal dal 2006, agli albori della storia di quella che all’epoca si chiamava Toro Rosso – avrebbe l’esperienza per potersi sobbarcare l’arduo compito. A suo favore depongono anche altre due competenze. Prima di tutto, conosce bene l’italiano. E in secondo luogo da tre lustri riesce a rapportarsi a personaggi difficili ed esigenti come Chris Horner ed Helmut Marko.

Capace di gestire talenti acerbi, a volte anche dal punto di vista caratteriale, Tost è una persona schietta, ma allo stesso tempo empatica. Doti che potrebbero fargli comodo in un’avventura in Ferrari. Ci perdonerà se tocchiamo il tasto dell’età, l’unico dolente. Classe 1956, potrebbe essere avviato verso una meritata pensione. Anche Seidl, a ben vedere, sarebbe un ottimo candidato. È arrivato in McLaren senza troppe fanfare, e con il suo senso pratico tipicamente tedesco, si è preso il tempo necessario per capire che cosa non andasse a Woking e regolarsi di conseguenza. Alla Ferrari potrebbe proprio servire un personaggio “quadrato” come lui. 

Una cosa, comunque, è certa. Non si può dire che il ruolo di team principal in Ferrari non sia scomodo, anzi. Il prescelto arriverà in un momento delicatissimo per lo sviluppo della nuova monoposto, il cui progetto è in dirittura finale. E avrà poco tempo per stabilire nuove modalità operative e conoscere meglio gli uomini chiave cui dovrà fare affidamento. Senza contare che la Ferrari dovrà pure trovare un nuovo direttore tecnico, visto che Binotto ricopriva entrambi i ruoli. In questo caso, l’opzione interna è la più sensata, visti i lunghi periodi di gardening cui solitamente sono sottoposte figure di questo livello.

Il peccato originale della Ferrari, lo abbiamo già detto, risiede proprio nella scelta di accentrare le responsabilità sportive e tecniche in un unico profilo. Perché in questo modo l’addio di Binotto assume una duplice valenza. Chiunque sarà scelto, avrà davanti a sé un compito tutt’altro che semplice, in una scuderia che per certi versi opera in maniera differente da team che mostrano un approccio più moderno, con grande stabilità al vertice. Perché Toto Wolff e Chris Horner sono entrambi CEO, con Wolff addirittura detentore di quote del team. Una differenza non da poco rispetto al modus operandi della Rossa. E la sensazione è che il prossimo team principal della Ferrari possa diventare a sua volta vulnerabile ai meccanismi interni alla scuderia.

Pubblicità