Formula 1. Cosa è successo alla Ferrari SF-25 di Charles Leclerc in Ungheria? Ecco le ipotesi

Formula 1. Cosa è successo alla Ferrari SF-25 di Charles Leclerc in Ungheria? Ecco le ipotesi
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A cosa è dovuto il crollo verticale delle prestazioni della Ferrari SF-25 di Charles Leclerc, costatogli non solo la vittoria del Gran Premio di Ungheria 2025 di Formula 1, ma pure il podio? Ecco le ipotesi a caldo
3 agosto 2025

Il Gran Premio d’Ungheria 2025 di Formula 1 di Charles Leclerc ha preso una piega catastrofica nel suo ultimo stint. Aveva accarezzato la possibilità di cogliere la prima vittoria stagionale per la Ferrari su una pista che non ama, ma su cui era risultato estremamente efficace in qualifica e per due terzi della corsa, mantenendo il ritmo delle McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri. Ma è stato tutto vanificato da un improvviso crollo verticale delle prestazioni della SF-25 del monegasco, che è finito in caduta libera, perdendo persino il terzo gradino del podio, andato a George Russell.

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Ma che cosa è successo davvero alla Ferrari SF-25 di Leclerc? La spiegazione fornita dalla Rossa dopo la fine della corsa è poco dettagliata. Il team principal della Rossa, Fred Vasseur, e Leclerc hanno parlato di un generico problema “al telaio”, intendendo – parola del primo – qualcosa che riguarda la monoposto e non la power unit. Verrebbe il sospetto che Leclerc possa aver danneggiato la vettura, provocando il calo prestazionale vertiginoso riscontrato dopo la sosta per montare un secondo treno di hard. Ma che questo sia successo proprio in seguito a questo pit stop apre ad altri scenari.

George Russell a Sky Uk ha parlato di una necessità da parte della Ferrari di optare per una mappatura specifica e di alzare la pressione degli pneumatici per evitare un consumo eccessivo del pattino del fondo. Un incremento della pressione da parte della Rossa durante il pit stop potrebbe essere la causa del crollo verticale di Leclerc. Che, va detto, ben prima del fattaccio si era lamentato via radio delle modalità con cui era costretto a gestire un “problema” non meglio specificato. Alla media pen Leclerc si è corretto in corsa, dichiarando di non essere stato a conoscenza dell’inconveniente alla vettura che ne avrebbe condizionato l’involuzione. E Vasseur, a Sky Sport F1, non ha escluso che le pressioni degli pneumatici possano aver influito sul calo delle prestazioni.

Per ora resta tutto nel campo delle ipotesi. Ma il risultato di tutto questo è invece più che evidente. La Ferrari con Leclerc ha perso una grande chance di vittoria. Charles è stato molto tranchant, dicendo di aver perso l’unica occasione stagionale per un successo. È una valutazione di pancia, come è naturale che sia. La Rossa potrebbe riuscire in un exploit tra Monza e Austin, dopotutto. Ma oltre al rammarico resta anche il problema dall’altro lato dei box, con Lewis Hamilton per la prima volta fuori dalla zona punti in Ungheria, su una pista su cui ha colto una lunga serie di successi in carriera.

Mentre Charles Leclerc sprofondava negli inferi, le diverse strategie di Lando Norris e Oscar Piastri li portavano pericolosamente vicini sul finale della gara. Le traiettorie dei due compagni di squadra avevano cominciato a divergere nel momento in cui la scuderia di Woking aveva deliberato una tattica a una sosta per Norris e una a due soste per il leader del mondiale Piastri. Nelle battute finali della corsa quest’ultimo si è portato alle calcagna di Norris, tentando il tutto per tutto con una staccata disperata che lo ha portato a un bloccaggio e a quella perdita di controllo che in McLaren non vedono di buon occhio perché potenzialmente esplosiva.

Il punto non è che un contatto tra i due accada o meno. Succederà, è solo questione di tempo. Con una MCL39 dominante, il vero problema in casa McLaren sarà proprio la gestione di due piloti che non avranno un ego spropositato – secondo Andrea Stella di dive non ce ne sono a Woking – ma hanno tutto l’interesse a tirare acqua al proprio mulino. Quando due compagni di squadra lottano per la posta più alta, il gioco non può che farsi sempre più azzardato. È questa la componente effervescente di un mondiale che ormai ha già preso la via di Woking, con buona pace di chi insegue.

Andrea Stella rifugge le suggestioni di chi pensa che gli altri non possano fare da outsider. Ma oggi, vista la debacle di Leclerc, l’unico modo per cui avremmo potuto assistere alla vittoria di qualcun altro sarebbe stata una mossa fratricida alla Barcellona 2016. Ad approfittarne sarebbe stato George Russell, che si è invece dovuto accontentare di regalare un podio a una Mercedes che di fatto facendo un passo indietro e ritornando alla sospensione posteriore pre-Imola ne ha compiuto uno in avanti, a tutto vantaggio della guidabilità. Ma se da un lato questo cambio di volta è positivo, dall’altro sottolinea come ancora una volta in Mercedes si fosse scelta la strada sbagliata nell’era dell’effetto suolo.

Non hanno le idee chiare nemmeno in Aston Martin, con Fernando Alonso, quinto al traguardo, che alla media pen ha dichiarato candidamente che non hanno idea del perché siano risultati così competitivi in quel dell’Hungaroring. Quanto sia merito degli aggiornamenti e quanto del layout della pista non è dato sapere. È il paradosso di una F1 intricata, difficile da leggere anche per gli stessi team, a volte colti di sorpresa dalle loro creature, come se avessero una volontà propria. E di una F1 in cui la caduta libera di un pilota scatena una serie di teorie, con un’aura di mistero che tinge di giallo le vicende in pista.

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