Formula 1, Helmut Marko compie 80 anni ed è pronto per la pensione

Formula 1, Helmut Marko compie 80 anni ed è pronto per la pensione
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Paolo Ciccarone
Helmut Marko, 80 anni oggi, dovrebbe annunciare il suo addio alla F1 nel Gran Premio di casa della Red Bull, in Austria. Ma il suo non è che uno dei tanti cambiamenti in atto nelle due scuderie dell'impero che fu di Dietrich Mateschitz
27 aprile 2023

Tanti auguri Helmut Marko. Il consulente Red Bull compie 80 anni (27 aprile 1943 a Graz, Austria) e dalla sua posizione speciale continua a dispensare commenti e opinioni, con lo scopo principale di depistare o creare disagio negli obiettivi dei suoi commenti. Sempre però molto lucidi e attenti a dire il vero. Gli anni passano e per l’ex pilota austriaco è arrivato il momento della pensione, anche se così non si può chiamare. Secondo voci interne a Red Bull, oltre alla partenza di Franz Tost come Team Principal di Alpha Tauri, il prossimo a mettersi da parte sarà proprio Helmut Marko e l’annuncio dovrebbe avvenire, con tanto di festa celebrativa, al prossimo GP d’Austria.

Una carriera lunghissima con le F.1 e le Sport (è stato anche pilota Porsche con la quale ha vinto la 24 ore di Le Mans nel 1971 con la mitica 917), professione avvocato, amico intimo di Jochen Rindt, scomparso a Monza nel 1970 e campione postumo nel mondiale di quell’anno, Marko ha alternato le corse sport alla F.1. Fino a quando, GP di Francia 1972, un sasso scagliato dalla Lotus di Fittipaldi (non c’erano cordoli a quel tempo e Clermond Ferrand non era proprio un circuito modello già all’epoca) lo ha colpito in un occhio facendogli perdere la vista e finire la carriera di pilota. I momenti successivi furono drammatici: riuscì a tenere aperto l’occhio destro, accostare a bordo pista togliendosi dalla posizione pericolosa prima di svenire. Fu soccorso da Vic Elford e portato in ospedale, dove sbagliarono le medicazioni compromettendo ancor più la grave ferita che costò la perdita dell’occhio.

Pilota eclettico, capace di essere veloce con tutto (si pensi al 1971 in cui alternò prototipi, F.1 con la BRM, turismo con la Ford Capri e sport gruppo 2. Uno vecchio stile verrebbe da dire. Nel 1972 corse con l’Alfa Romeo giungendo secondo alla Targa Florio con Nanni Galli (gara vinta da Arturo Merzario con Sandro Munari con la Ferrari 312P). Fu proprio in quel 1972 che gli costò la carriera che resta impressa nella mente di Marko, che per il 1973 aveva firmato con la Ferrari. Tornò alle corse come manager e col suo team fece correre piloti come Berger e Wendlinger, nel 96 con Jorg Muller vinse il titolo di F.3000 e incontrò Dietrich Mateschitz che con Red Bull stava diventando una potenza.

Da lì il consolidamento di un rapporto umano e poi professionale che ha portato alla nascita del team F.1 e il ruolo di Marko che, a 80 anni, è ancora nel paddock di Baku in attesa di quella pensione che ormai appare inevitabile e che apre le domande sul futuro del suo ruolo in Red Bull visto che dopo la morte del fondatore, i primi tasselli si stanno muovendo: l’accordo annullato con Porsche e poi la firma con Ford, Franz Tost che lascia la Alpha Tauri e diventa consulente, il presidente del gruppo Red Bull responsabili progetti e investimenti, Oliver Mintzlaff che assume Peter Bayer, ex braccio destro del presidente FIA Ben Sulayem, come CEO di un team secondario nella galassia, sembra quasi il primo passo di quella rivoluzione in atto che porterà alla trasformazione e alla sostituzione di un ruolo che Helmut Marko (Hell Mouth per i…nemici, ovvero bocca d’inferno per quello che dice) a 80 anni ha saputo portare egregiamente e che prelude a una profonda trasformazione del panorama conosciuto. Tanti auguri, Helmut.

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