Formula 1: i cinque piloti flop della stagione 2023

Formula 1: i cinque piloti flop della stagione 2023
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Chi sono i cinque piloti che hanno corso peggio nella stagione 2023 di Formula 1? Ecco i nostri flop
26 dicembre 2023

Dopo aver stabilito i cinque piloti che hanno fatto meglio nella stagione 2023 di Formula 1, è ora di passare ai bocciati. Chi sono i cinque piloti flop del campionato che ci siamo lasciati alle spalle? Ve li proponiamo qui, in ordine sparso. 

Flop: Sergio Perez

Tra i flop non può che essere annoverato Sergio Perez, una delle delusioni più grandi della stagione 2023 di Formula 1. È vero che la Red Bull RB19 è stata una vettura estremamente efficace quanto altrettanto difficile da gestire, ma il campionato di Perez è gravemente insufficiente. Sergio avrà anche ottenuto il secondo posto nel mondiale piloti, ma è stato doppiato dal suo compagno di squadra, Max Verstappen, capace di ottenere più del doppio dei punti messi in saccoccia dal messicano. Basta questo per capire quanto sia stata ampia la forbice prestazionale tra Perez e Verstappen, soprattutto in qualifica. Ottenendo risultati inferiori alle potenzialità della sua monoposto, Perez si è ritrovato spesso a dover rimontare, combinando pasticci in alcune circostanze. 

Sicuramente sui risultati di Perez nel 2023 ha influito la pressione psicologica che ha sofferto nel corso dell'anno. Uno stress, questo, che Christian Horner ha più volte definito autoindotto. Ma certe dichiarazioni del diabolico Helmut Marko - che l'ha definito troppo emotivo perché sudamericano (sic.) - non hanno aiutato. La stortura alla base delle prestazioni insufficienti di Perez è chiara. Cercando di emulare lo stile di guida - personalissimo e assai complicato da replicare - del suo compagno di squadra, paradossalmente è risultato più lento. Sarebbe stato più veloce, senza incappare nell'overdrive, se avesse riconosciuto i suoi limiti. Urge trovare rimedi, perché in Red Bull i contratti si stracciano facilmente...

Flop: Lance Stroll

Lance Stroll nella stagione 2023 di Formula 1 ha colto 74 punti, mentre il suo compagno di squadra, Fernando Alonso, 206. Sta tutta in questa sproporzione la serie di lacune che Stroll ha mostrato in un campionato in cui avrebbe potuto e dovuto raccogliere di più, soprattutto nella prima parte. All'inizio del 2023, l'Aston Martin era la chiara seconda forza in campo, e la difficoltà di Stroll nel raccogliere risultati di peso ha di fatto impedito alla scuderia di Silverstone di avere un cuscinetto più ampio per gestire il ritorno in auge delle dirette concorrenti. Se Stroll avesse ottenuto più punti a inizio anno, l'Aston Martin non avrebbe perso il quarto posto nel mondiale Costruttori, conquistato in extremis dalla McLaren. 

La sensazione, vedendo la stagione 2023 di Stroll, è che Lance abbia trovato il limite naturale delle sue capacità, e che non abbia la forza - o la volontà - di portarsi oltre, rompendo il tetto di cristallo. In certe circostanze - leggi: sul bagnato e con temperature talmente basse da rendere la pista simile a una lastra di ghiaccio - Stroll si esalta, mostrando delle qualità di guida che non si vedono però nella maggior parte dei casi. Ma il vero problema di Stroll, a nostro avviso, è la mancanza di quella che gli inglesi chiamano situational awareness, la capacità di rendersi conto a cosa succede intorno a lui e reagire di conseguenza. Anche per Lance il prossimo anno sarà fondamentale. Nel suo caso, ci verrebbe da pensare, per capire cosa vuole fare davvero da grande. 

Flop: Valtteri Bottas

Parliamoci chiaro: l'Alfa Romeo - dal prossimo anno di nuovo Sauber - quest'anno è stata un vero flop. Ma nei bocciati rientra di diritto pure il frontman del gruppo, Valtteri Bottas. Con la sua esperienza, soprattutto quella maturata in un top team come la Mercedes, dovrebbe e potrebbe fare la differenza in circostanze non semplici su un compagno di squadra come Guanyu Zhou. Un pilota discreto, beninteso, ma non un grande talento della categoria, né tantomeno dotato dell'esperienza necessaria a prendersi sulle spalle una scuderia in evidente difficoltà. E che, per giunta, sta pure iniziando una lenta trasformazione che la porterà a diventare Audi nel 2026.

Che Bottas non sia un maestro del corpo a corpo lo si sapeva sin dai tempi della Mercedes, quando con un'auto superiore a quelle della concorrenza a volte mostrava delle esitazioni di troppo nel perfezionare sorpassi. Ma il Valtteri che aveva trovato nuova linfa nella sua prima stagione lontano dall'impostato ambiente di Brackley quest'anno non si è visto. Certo, come spiegavamo sopra, il materiale a sua disposizione non era il massimo, anzi. Ma un pilota della sua esperienza avrebbe dovuto poter fare la differenza, portando in cascina qualche punticino in più. Insomma, Bottas non è stato l'Albon della Sauber. E il rischio, alla lunga, è quello di ridursi a una macchietta, tanto esuberante nelle sue boutade fuori dalla pista quanto scialba con il casco allacciato. 

Flop: Logan Sargeant

La Formula 1 di oggi non è un posto per rookie, diciamolo. Senza la possibilità di effettuare collaudi con la monoposto attuale e con il tempo delle libere spesso ridotto dalle Sprint, c'è poco tempo per imparare a cavarsela. Però Logan Sargeant non ha scusanti per la parte di stagione disputata su piste che già conosceva, e su cui avrebbe potuto e dovuto dimostrare le sue capacità. E invece, sono arrivati tanti errori, pesanti anche in termini di costi per un team modesto come la Williams. A peggiorare il quadro hanno pensato pure Oscar Piastri e Liam Lawson, capaci di dimostrare all'atto pratico che anche oggi un rookie può farsi notare, se c'è il talento. 

La verità è che Sargeant avrebbe dovuto rimanere almeno un altro anno in Formula 2, per arrivare più preparato alla sfidante prova della F1. Ma c'era fretta in Williams, sia per dare credibilità alla Academy dei giovani talenti da cui Logan proveniva, che per mettere in macchina un pilota americano, cosa che faceva comodo sia alla scuderia di Grove - di proprietà di un fondo di investimenti statunitense - che a Liberty Media. Peccato che il povero Logan, soprattutto in qualifica, sia incappato spesso nell'overdrive, finendo per commettere errori maiuscoli. Complice la mancanza di alternative valide, avrà un altro anno a disposizione. Ma deve sfruttarlo al meglio, se vuole restare in F1. 

Flop: Kevin Magnussen

Ritrovatosi come compagno di squadra Nico "suck my balls, mate" Hulkenberg - chi sa, sa; chi non sa, cerchi - Kevin Magnussen non è riuscito ad avere la meglio sul rientrante tedesco, che negli anni precedenti si era dovuto accontentare del ruolo di sostituto di lusso. Magnussen ha perso il confronto con Hulkenberg sia in qualifica che in gara, e il motivo è molto semplice. Kevin non è mai riuscito a prendere per il verso giusto la sua Haas VF-23 sul giro secco. Nico sapeva sfruttarla al meglio, portandola ben più avanti della posizione che avrebbe meritato, per poi ritrovarsi inevitabilmente a fare il gambero durante la corsa, piegato dal fortissimo degrado delle gomme. Kevin no. 

Nella stagione 2023, Magnussen è riuscito a farsi vedere solo sui circuiti cittadini. Non è un caso, dopotutto, che i suoi piazzamenti a punti - tre decimi posti - siano arrivati a Jeddah, a Miami e a Singapore. Per il resto dell'anno, si è ritrovato ad annaspare con una vettura che non riusciva a esaltare le sue doti di guida. Anzi, il suo stile di pilotaggio risultava una debolezza. Gli accorgimenti apportati a fine anno sulla VF-23 sono serviti a poco per metterlo a suo agio, mentre Hulkenberg, con fierezza, decideva di tornare alla specifica precedente. Come a dire che, nel contesto di una monoposto disastrosa, il problema non era comunque suo. 

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